Il sacerdote brasiliano P. Antonio Furtado è venuto in pellegrinaggio a Medjugorje

data: 21.04.2016.

P. Antonio Furtado viene da Fortaleza, località situata nella zona nord ovest del Brasile. La sua prima visita a Medjugorje risale al 1996, quando studiava ancora Teologia. Nel corso di una trasmissione di Radio “Mir” Medjugorje, egli ci ha parlato del suo cammino di vita e della sua vocazione sacerdotale. Egli è entrato in seminario ancora molto giovane e presto è giunto per lui il tempo delle prime crisi. In quel periodo ha incontrato la comunità carismatica Shalom, che è stata fondata proprio per un’ispirazione ricevuta dai suoi iniziatori a Medjugorje. Vivendo in quella comunità, egli ha rafforzato la sua decisione di diventare sacerdote e finalmente, nel 2002, è stato ordinato presbitero. P. Antonio ci ha anche parlato della vita della Chiesa in Brasile, della sua attività con i giovani e di come egli vive i messaggi della Madonna. Egli ci ha detto che è entrato in seminario appena tredicenne: “Mi trovavo là da sette anni quando ho avuto la mia crisi vocazionale. In quel periodo conobbi la comunità cattolica Shalom, nata a Fortaleza nel 1992, quando San Giovanni Paolo II venne a visitare questa Diocesi. Quel movimento carismatico mi ha cambiato la vita. In quel periodo, il Vescovo doveva scegliere un giovane che consegnasse un dono al Papa. Il nostro fondatore aveva scritto una lettera al Papa in cui affermava di voler donare la sua vita per la santificazione dei giovani. Così è nata la comunità Shalom Scrivendone lo statuto, il nostro fondatore ha parlato anche di Medjugorje: aveva infatti già sentito parlare di questo luogo e di ciò che la Madonna diceva. Ha scritto nello statuto che ciò che dobbiamo vivere è quello che dice la Madonna a Medjugorje. La Madonna parla di preghiera personale e di digiuno. Anche noi dobbiamo leggere ogni giorno la Sacra Scrittura, celebrare la Santa Messa e fare Adorazione. Tutto questo viene vissuto nel contesto di una comunità laicale. In essa però vivono anche sacerdoti, coppie di coniugi consacrati, e laici celibi. Conobbi quindi la comunità e mi avvicinai ad essa. Vedendo come quei giovani vivevano la vita comunitaria, la mia vita si è rinnovata. Sono quindi entrato in comunità, ho atteso, sono maturato e con me è maturata anche la mia vocazione. In comunità potevo scegliere tra sposarmi, rimanere celibe, consacrarmi, diventare sacerdote: avevo tutte queste possibilità. Alla fine, però, il Signore mi ha chiamato”.

 

P. Antonio ci ha anche detto che la Chiesa in Brasile ha un gran bisogno di evangelizzazione. Attualmente lui è cappellano presso il principale centro di evangelizzazione di Fortaleza, nonché direttore della stazione radiofonica “Shalom”. “Si tratta di una radio cattolica, che ha una programmazione di ventiquattro ore al giorno, parte della quale viene replicata da altre otto stazioni radio. Io diffondo il messaggio della Divina Misericordia, rivelato da Gesù a Santa Faustina Kowalska. Ho un programma televisivo quotidiano di pochi minuti in cui parlo della Coroncina alla Divina Misericordia e della Divina Misericordia. In radio tengo un programma giornaliero, che va dalle ore 14:00 alle ore 16:00, in cui, tra l’altro, prego la Coroncina alla Divina Misericordia. Viaggio anche molto e, ogni giovedì, celebro una Santa Messa a cui partecipano circa cinquemila persone: è una Messa per i sofferenti e i malati che hanno bisogno di una guarigione. La comunità Shalom si dedica all’evangelizzazione dei giovani. A luglio di ogni anno abbiamo, come voi, un Festival giovanile a cui, in cinque giorni, partecipano anche più di un milione di giovani”.

 

Parlando di Medjugorje, P. Antonio ha sottolineato che le apparizioni della Madonna sono un dono per noi, uomini di questo nostro tempo: “La spiritualità della nostra comunità è basata sui cinque messaggi fondamentali della Madonna a Medjugorje. La mia prima venuta a Medjugorje risale al periodo dopo la guerra: venire era molto difficile. Stando sulla Collina delle apparizioni, ho percepito che era stata la Madonna a portarmi qui. Penso che finora sono venuto sei o sette volte. Da Medjugorje torno sempre pieno di forza, per poter poi proseguire la mia vita di evangelizzazione. In Brasile ho formato anche dei gruppi, che cerco di portare a Medjugorje.

 

Essi si incontrano ogni mercoledì a pregare il Rosario. Iniziamo sempre gli incontri leggendo l’ultimo messaggio della Madonna. Qui a Medjugorje noi abbiamo una grande grazia: il Signore ci sta parlando per mezzo di sua Madre. Abbiamo la responsabilità di comunicarlo agli altri, di evangelizzare e di parlare a tutti, e in particolare ai giovani, dei messaggi della Madonna”.