Il terzo giorno del 32o Mladifest: la Messa è stata celebrata dall’arcivescovo Wojda, la catechesi dal cardinale Sarah

data: 04.08.2021.

Il programma del terzo giorno del 32o Mladifest è iniziato con una preghiera sull’altare esterno della chiesa di San Giacomo a Medjugorje guidata da P. Marinko Šakota. La catechesi per i giovani è stata poi tenuta dal Cardinale Robert Sarah, Prefetto emerito della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, il quale ha celebrato la Messa di apertura del Mladifest di quest’anno.

Intervenendo sul tema del Festival dei giovani “Che cosa devo fare di buono” (Mt 19,16), il cardinale Sarah, nella sua catechesi, ha esortato i giovani a pensare alla vita eterna e a come acquisirla.

“Così, la vita eterna si ottiene testimoniando Cristo. La parola “testimone” deriva dalla parola greca “martyr” che significa martire. Sappiamo che il martirio, nella sequela di Cristo, appare come un grande atto d’amore e come risposta all’incommensurabile Amore di Dio. La Costituzione sulla Chiesa del Concilio Vaticano II, Lumen Gentium, recita: ‘Perciò il martirio, col quale il discepolo è reso simile al suo maestro che liberamente accetta la morte per la salute del mondo, e col quale diventa simile a lui nella effusione del sangue, è stimato dalla Chiesa come dono insigne e suprema prova di carità’ (n. 42), ha detto il cardinale Sarah. Ha concluso la sua conferenza con la domanda: “‘Come si può credere in Dio oggi?’ Vi invito a pensare a questa frase di sant'Agostino: ‘Si comprehendisti, non est Deus’, che significa: ‘Se hai compreso, significa che non è Dio’. In effetti, se pensi di aver capito chi è Dio, se lo hai imparato in un modo che viene avvicinato e compreso da una formula matematica o dalla fisica nucleare, allora significa che non stai parlando di Dio”. Alla fine ha pregato con i giovani e li ha benedetti tutti.

La parte pomeridiana del programma è iniziata alle 17 con le testimonianze dei membri dell’organizzazione umanitaria Mary’s Meals, alle 18 con la preghiera del Rosario ha avuto inizio il programma liturgico di preghiera serale, proseguito con la santa Messa, presieduta da mons. Tadeusz Wojda, arcivescovo di Danzica, e concelebravano il vescovo Guido Gallese e altri 346 sacerdoti.

L’Arcivescovo Wojda, nella sua omelia, riferendosi al Vangelo, tra l’altro ha detto ai giovani: “Spesso, quando dobbiamo affrontare prove simili, discutiamo con Dio. Facciamo fatica ad accettarle, ci ribelliamo, le rifiutiamo e facendo così, ci priviamo dell’opportunità di far crescere e maturare la nostra fede. È necessario intraprendere la traversata del mare, dove si incontrano le onde della violenza e del male che colpiscono con durezza, dove si sperimenta l’impotenza e la debolezza di fronte al vento di eventi travolgenti e incomprensibili, dove bisogna affrontare la marea di compiti e di sfide che ci incutono paura e terrore.

In queste situazioni, dobbiamo capire che noi non siamo soli. Egli è accanto a noi. Quando affrontiamo le onde e il vento delle avversità, Egli veglia su di noi, ci sostiene e ci accompagna con la sua preghiera. La nostra impotenza ci getta tra le braccia di Gesù e fa nascere una coscienza di fede. Ci rende più responsabili delle nostre azioni e delle nostre decisioni. Ci rende più coscienti che senza di Lui non andremo da nessuna parte, che dovremo sempre decidere se continuare a chiedere il suo aiuto, o tornare indietro e accontentarci di ciò che abbiamo già realizzato e che ci consente di accomunarci alla mentalità di questo mondo... Ma allora è così che dovrebbe essere la nostra vita!?

Da noi, credenti, Gesù si aspetta una testimonianza di fede, di una fede forte, decisa, di una fede che non teme onde minacciose o venti contrari! Gesù attende da noi la fede, che è fiducia che Lui non ci abbandona, soprattutto quando il vento contrario comincia a minacciare la stabilità della nostra barca umana, che Lui è sempre con noi. Se permette le avversità, è perché la nostra fede ha ancora bisogno di essere purificata, rafforzata e approfondita.

Il problema è che non sempre siamo in grado di riconoscerLo quando viene da noi. Invece di terrore e urla, non dovremmo vergognarci di chiedere come Pietro: ‘Signore, se sei tu, comanda che anch’io venga da te sull'acqua’, o ancora di più: ‘Signore, salvami, Signore, aumenta la mia fede’. Le difficoltà fanno crescere la fede, ma solo quando rivolgiamo lo sguardo a Gesù Cristo e Gli facciamo spazio nel nostro cuore”.

Ha concluso la sua omelia la terza sera del 32° Festival della Gioventù a Medjugorje con la preghiera: “Gesù, ti chiediamo, rafforza i nostri passi, e quando la nostra fede viene meno, stendi la tua mano a noi, come a Pietro, e sii nostro salvatore.”

Dopo la santa Messa ha seguito la processione con la statua della Madonna.

“L’obiettivo di questa processione è Gesù. Maria ci conduce a Gesù! Gesù è al centro! L'Eucaristia è al centro! Qui si compiono le parole di Maria alle nozze di Cana: ‘Fatte tutto quello che vi dirà’”.

“Vivi questa processione dal di dentro, con il tuo cuore... Affidati a Maria. Lei vuole condurti da suo Figlio Gesù... Allora guardaLa... La Madre posò una mano sul proprio cuore e tese l’altra verso di te. Anche tu tendi la mano verso Maria. Chiedi alla Madre di guidarti e insegnarti a pregare con il tuo cuore... Come Maria prega nel silenzio del suo cuore: ‘Eccomi, Signore, avvenga a me secondo la tua parola...’, ha detto nella meditazione durante alla processione il parroco di Medjugorje, P. Marinko Šakota. La processione è stata seguita dall’Adorazione Eucaristica. (FOTO)