Monsignor Arjan Dodaj: da quarant’anni la Regina della Pace parla con Dio per il popolo e con il popolo per Dio

data: 06.04.2022.

«Ringraziamo il Signore che ci riunisce in questo luogo benedetto, come figli di Dio, come figli della Regina della Pace. Dieci giorni fa il Papa ha consacrato l’umanità, la Russia e l’Ucraina al Cuore Immacolato della Regina della Pace. Ed ecco l’invito più grande all’inizio di questa celebrazione. Questa è la chiamata che la Madonna ci invia nei suoi primi messaggi qui a Medjugorje: pace, pace, pace. Pace tra Dio e l’uomo e pace tra gli uomini.

Pertanto, ringrazio il Signore di poter celebrare qui per la prima volta la celebrazione Eucaristica. Grazie per l’invito di monsignor Aldo Cavalli, custode di questo luogo sacro nel nome del Papa. Lo ringrazio e lo saluto. Saluto anche il mio compagno del pellegrinaggio, monsignor Luigi Bonazzi, Nunzio Apostolico in Albania. Ringraziamo dunque la Madonna, con cuore grato, convinti che la Regina della Pace risponderà alle nostre preghiere. E rivolgiamoci al Suo Cuore Immacolato perché offra a Gesù le nostre pene, i nostri dolori e la nostra ribellione all’amore e tutti i nostri peccati», ha detto monsignor Arjan Dodaj, Arcivescovo Metropolita dell'Arcidiocesi di Tirana-Durazzo in Albania la sera del 5 aprile 2022, nell’introduzione alla santa Messa.

Nella chiesa di S. Giacomo a Medjugorje hanno concelebrato gli arcivescovi Bonazzi e Cavalli e altri dieci sacerdoti.

Nell’omelia ha fatto riferimento alla lettura odierna del Libro dei Numeri (Num 21,4-9) in cui il Signore ha inviato al suo popolo serpenti velenosi, ma ha sottolineato che «il Signore non abbandona il suo popolo». Ha parlato anche di Mosè, che guidò il popolo eletto per 40 anni.

«Allo stesso modo la Regina della Pace, apparsa 40 anni fa, parla a Dio per il popolo. E parla al popolo per Dio, affinché i serpenti velenosi del nostro tempo vedano il segno, ma quel segno conduce a un segno più alto, un segno che non passa. Dio dice a Mosè: “Fatti un serpente e mettilo sopra un'asta; chiunque sarà stato morso e lo guarderà, resterà in vita”. Dio ha provveduto un farmaco per le persone, che sono state avvelenate. Dio provvederà un farmaco per una nazione che è avvelenata in ogni momento. Dio ci lascia anche nelle farmacie un segno visibile di questo farmaco contro il veleno, che è il serpente», ha detto l’arcivescovo Dodaj nella sua omelia, invitandoci ad affidare a Gesù tutti i morsi di quei serpenti che vivono nelle nostre menti, nella nostra memoria, nel nostro cuore, nella nostra anima...

«E da questo luogo di grazia torniamo capaci di mantenere la visione che Maria ci riporta qui a Gesù. Torniamo alle nostre case con questo compito: qui ho imparato a vedere il segno. Ho visto Gesù attraverso gli occhi di Maria perché i miei occhi erano impuri. La mia mente era ferita. Il mio cuore era appesantito, ma con Maria ho fatto il salto verso Dio», ha concluso monsignor Arjan Dodaj, Arcivescovo Metropolita dell'Arcidiocesi di Tirana-Durazzo.