Nella serata conclusiva del 32° Festival dei Giovani, il Nunzio Pezzuto ha sollecitato lo slancio e l’impegno dell’annuncio di Cristo

data: 07.08.2021.

“Anche quest’anno siamo arrivati ​​al momento finale del Festival. Questo è un momento molto importante, perché insieme all'Eucaristia, alla quale avete partecipato in tutti questi giorni, vivremo finalmente il consueto evento della missione.

E infatti, la gioia intima dell’incontro diretto con Gesù, che certamente avete vissuto da domenica sera fino ad oggi, vi spinge necessariamente a gridarla al mondo, per rendere il mondo compartecipe della vostra gioia e della vostra speranza”, ha detto Mons. Pezzuto affermando che tutti i presenti possono dire: “ho incontrato Gesù e ora non posso fare a meno di annunciarlo al mondo”.

La santa Messa serale, celebrata sull’altare esterno della chiesa di San Giacomo a Medjugorje, è iniziata con l’offerta di un telo sul quale i partecipanti al Festival nei giorni scorsi hanno scritto le loro preghiere, intercessioni, ringraziamenti, pensieri spirituali. Il telo è stato portato sull'altare dai giovani della parrocchia di Medjugorje.

"Questo telo, lungo un centinaio di metri, è completamente riempito dalle vostre preghiere", ha detto il parroco di Medjugorje, padre Marinko Šakota, mentre il telo veniva portato sull’altare.

Dopo l’offerta del telo con le preghiere, mons. Pezzuto ha affermato che “la festosa conclusione del Mladifest coincide provvidenzialmente con il ricordo di un evento straordinario di carattere mariano che, secondo la tradizione, è accaduto a Roma il 5 agosto del 358. Che cosa è avvenuto? È avvenuto che la Vergine Maria, apparendo in sogno a Papa Liberio, chiese di edificare una chiesa, in Roma, in Suo onore, là dove, quel 5 agosto (estate piena), sarebbe caduta la neve. Quella nevicata, in piena estate, ci fu realmente sul colle Esquilino di Roma, ove fu edificata la Basilica di Santa Maria Maggiore, in obbedienza al sogno di Papa Liberio”.

Ha anche commentato il messaggio di Papa Francesco ai partecipanti del Festival.

“Papa Francesco, nel lungo e bellissimo Messaggio di quest'anno ai giovani di Medjugorje, definisce il Festival come una 'settimana di preghiera e di incontro con Gesù'.

Pertanto, in quanto Pastore della Chiesa e come Rappresentante del Papa nella terra ove la Provvidenza ha voluto dispiegare una presenza speciale del soprannaturale, sento il dovere di sollecitare, specialmente da parte di voi più giovani, lo slancio e l’impegno dell’annuncio di Cristo al mondo, altroché alle vostre comunità cristiane di appartenenza”.

Mons. Pezzuto poi ha concluso: “La Chiesa intera, insieme con tutti i Pastori qui presenti, affida voi tutti alla materna intercessione della Vergine Maria. E noi tutti devotamente ci poniamo sotto la protezione del suo manto, supplicandola fortemente che accolga la nostra preghiera e venga in soccorso a tutte le nostre necessità. Amen”.

Con il Nunzio Pezzuto hanno concelebrato i Vescovi Guido Gallese e Wieslaw Lechowicz, e il Provinciale padre Miljenko Šteko insieme ad altri 319 sacerdoti.

Questa giornata è iniziata con la preghiera mattutina sotto un grande acquazzone che non è riuscita a far muovere i giovani dallo spazio antistante l’altare esterno, ma hanno pregato ad alta voce, ascoltato con attenzione catechesi, testimonianze...

"Quando torni a casa e ti chiedono: ‘Cosa hai imparato di buono? Cosa ti hanno detto a Medjugorje?’. Rispondi: ‘Abbiamo superato l'esame!’. Dite di aver imparato tre cose: amare l'Eucaristia. Così diceva il cardinale Sarah ‘amare l'Eucaristia’. Secondo, amare Maria. Quindi quale uomo starebbe sott’acqua così per la sua ragazza oggi, e tu sei sotto la pioggia qui per la Madonna. Quindi ami Maria. Questo è il secondo test che hai superato. E il terzo esame: hai recitato il rosario? Hai quindi imparato le tre cose buone che devi fare tutta la tua vita per essere santo. Portate a casa queste tre cose'', ha detto nella sua catechesi padre Goran Azinović, che ha messo davanti ai giovani i modelli: san Giovanni Paolo II e san Massimiliano Kolbe.

Il veggente Jakov Čolo, che aveva dieci anni quando la Madonna è apparsa la prima volta, ha testimoniato della sua vita, e ha fatto riferimento in particolare all'associazione umanitaria ‘Mani di Maria’, che lui guida e con cui aiuta i bisognosi. Ha detto che i messaggi della Madonna sono la preghiera, la conversione, la pace, la penitenza, il digiuno e la santa Messa.

"Se l’abbiamo portato da Medjugorje, se lo mettiamo nella nostra vita, abbiamo capito cos'è Medjugorje. Non importa quando torni a casa gridando ad alta voce: ‘Eravamo al Festival dei Giovani, è stato bello’. Dimostriamolo con il nostro esempio, con la nostra vita, che anche gli altri possano riconoscere in noi lo spirito di Medjugorje, che possano riconoscere come Dio opera attraverso di noi. Pregherò per voi, e vi invito anche a pregare per noi, a pregare per le ‘Mani di Maria’, perché quelle mani siano sempre tese e aperte", ha detto Jakov Čolo.

Prima della Santa Messa serale, Mons. Guido Gallese, Vescovo della Diocesi di Alessandria in Italia, ha parlato della sua vita e della sua vocazione sacerdotale, ma anche di come è arrivato a Medjugorje con i suoi genitori a 20 anni, nel 1982.

Dopo la santa Messa serale c'è stata l'Adorazione Eucaristica e al termine dell'Adorazione i sacerdoti sono scesi tra i giovani e hanno pregato con le mani tese su di loro.

Alla fine della serata c’era Missione. I rappresentanti dei paesi che hanno partecipato al  Festival, hanno ricevuto in dono un rosario dall'arcivescovo Luigi Pezzuto e da padre Miljenko Šteko. (FOTO)