Omelia di S.E. Mons. Luigi Pezzuto, Nunzio Apostolico in Bosnia Erzegovina, a Medjugorje nella Giornata Mondiale della pace

data: 01.01.2019.

Martedì 1° gennaio 2019, Solennità di Maria Santissima Madre di Dio e Giornata Mondiale della pace, S.E. Mons. Luigi Pezzuto, Nunzio Apostolico in Bosnia Erzegovina, ha presieduto la Santa Messa delle ore 11:00 nella chiesa di san Giacomo a Medjugorje. Riportiamo di seguito la sua Omelia:

 

Eccellenza Reverendissima,

Carissimi confratelli nel sacerdozio,

Carissimi Religiosi e Religiose,

Amati fratelli e sorelle nella fede,

 

All’inizio del nuovo anno, vogliamo prendere coscienza del fatto che, per il credente, il tempo è dono di Dio; per questo deve essere vissuto con senso di responsabilità, perché nel tempo che si giocano le nostre scelte, e anche nel tempo si fa esperienza del proprio limite, che viene, però, superato dalla Provvidenza che proviene dal Padre, il quale trasforma tutto tempo di salvezza.

 

Infatti, anche nel tempo che siamo chiamati ad accogliere e far fruttificare insieme il grande dono della pace, sul quale vogliamo oggi meditare, guidati da Papa Francesco che anche quest’anno, ci consegna il suo Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace,  dal titolo: La buona politica al servizio della Pace.

 

In questo messaggio, il Papa va alla radice dell’impegno per il bene comune. Una “missione” – spiega – che non può prescindere dal “salvaguardare il diritto” e dall’incoraggiare “il dialogo tra gli attori della società, tra le generazioni e tra le culture”.

 
Una presa d’atto, meglio un richiamo, che mentre sottolinea come “la responsabilità politica appartenga a ogni cittadino”, aggiunge che questo principio vale “in particolare per chi ha ricevuto il mandato di proteggere e governare”. Spetta a loro farsi carico di impegni, azioni, misure, in grado di rafforzare la comunità, di mettere in dialogo componenti anche molto distanti, di lavorare perché si comprendano tra loro. Lontano dai pregiudizi, nella fraternità. Non c’è pace infatti senza fiducia reciproca. “E la fiducia ha come prima condizione il rispetto della parola data”. No alle vane promesse allora, quelle prefigurate già sapendo che non potranno essere mantenute. Sì ad azioni capaci di coinvolgere ogni attore sociale nella costruzione del bene comune.

 

“Conforme alla propria vocazione, come ha scritto Paolo VI nelle Lettera Apostolica "Octogesima adveniens", il potere politico deve sapersi disimpegnare dagli interessi particolari per considerare attentamente la propria responsabilità nei riguardi del bene di tutti, superando anche i limiti nazionali. Prendere sul serio la politica nei suoi diversi livelli - locale, regionale, nazionale e mondiale - significa affermare il dovere dell’uomo, di ogni uomo, di riconoscere la realtà concreta e il valore della libertà di scelta che gli è offerta per cercare di realizzare insieme il bene della città, della nazione, dell’umanità”. La politica dunque come materia fragile e potente insieme, da non bistrattare in ossequio a logori luoghi comuni ma da rispettare sempre. Come vocazione e impegno. Come più alta forma di carità, per riprendere un’immagine di Papa Montini citata spesso da Papa Francesco, perentorio invece nel bocciare senza appello teorie, azioni, interventi pensati e realizzati solo per costruire muri, per far prevalere l’uno sull’altro, per rafforzare divisioni culturali, sociali, politiche.

 

Il Messaggio per la Giornata del 1° gennaio 2019 porta invece con sé i germogli buoni della comunità che si fonda sull’amicizia sociale, che valorizza le peculiarità, che si traduce in impegno personale e collettivo per il bene di tutti. San Giovanni XXIII nell’enciclica "Pacem in terris” (1963) ha ricordato: “Quando negli esseri umani affiora la coscienza dei loro diritti, in quella coscienza non può non sorgere l’avvertimento dei rispettivi doveri: nei soggetti che ne sono titolari, del dovere di far valere i diritti come esigenza ed espressione della loro dignità; e in tutti gli altri esseri umani, del dovere di riconoscere gli stessi diritti e di rispettarli (7)”

Siamo pertanto chiamati “a portare e ad annunciare la pace come la buona notizia di un futuro dove ogni vivente verrà considerato nella sua dignità e nei suoi diritti”.

 

E’ molto significativo che in tale contesto, Papa Francesco dedica l’art. 5 del messaggio ai giovani e alla politica: “La buona politica promuove la partecipazione dei giovani e la fiducia nell’altro. Questo è particolarmente importante in Bosnia ed Erzegovina dove possiamo osservare non una migrazione, ma proprio l’esodo dei giovani all’estero. “Quando, invece, la politica si traduce, in concreto, nell’incoraggiamento dei giovani talenti e delle vocazioni che chiedono di realizzarsi, la pace si diffonde nelle coscienze e sui volti. Diventa una fiducia dinamica, che vuol dire “io mi fido di te e credo con te” nella possibilità di lavorare insieme per il bene comune”. Uno dei motivi dell’esodo non sono soltanto le questioni economiche ma anche la mancanza della fiducia. Giovanni non hanno fiducia nei politici, nelle istituzioni e nel futuro. Da parte dei responsabili per il bene comune questa fiducia dovrebbe essere mostrata in maniera più convincente.

 

La mancanza della fiducia fa nascere la paura, che si esprime contro tutto che è diverso. Il vostro Paese si trova in una situazione molto particolare. Di un lato è la terra da dove molti vanno all’estero e di un altro lato, la terra di passaggio di tanta gente che va in ricerca della vita migliore. Spesso la malintesa e la disperazione è la fonte dell’incomprensioni. Nel Suo messaggio, il Santo Padre dice: “Non sono sostenibili i discorsi politici che tendono ad accusare i migranti di tutti i mali e a privare i poveri della speranza. Va invece ribadito che la pace si basa sul rispetto di ogni persona, qualunque sia la sua storia, sul rispetto del diritto e del bene comune, del creato che ci è stato affidato e della ricchezza morale trasmessa dalle generazioni passate”.

 

Alla fine, il Santo Padre, affida la politica della pace alla Madonna. E con lui, ci affidiamo anche noi.

Ci assista in quest’opera, oggi e sempre, la materna protezione ed intercessione della Madre del Signore, Madre della Chiesa e Madre nostra e Regina della Pace.