Si è tenuto a Medjugorje il secondo seminario internazionale per medici e personale paramedico

data: 02.06.2014.

Con la Celebrazione Eucaristica di Sabato 31 maggio, si è concluso a Medjugorje il secondo seminario internazionale per medici e personale paramedico, a cui hanno partecipato centodieci persone provenienti da diciotto paesi: Russia, Lituania, Ucraina, Francia, Polonia, Repubblica Ceca, Austria, Italia, Puerto Rico, Paraguay, Colombia, Inghilterra, Caraibi, Irlanda, Slovacchia, USA, Croazia e Bosnia Erzegovina. Il seminario si era aperto mercoledì 28 maggio ed i relatori sono stati P. Kornelije Marko Glogović, Provinciale della provincia paolina croata, e fra Marinko Šakota, parroco di Medjugorje. Il tema del secondo seminario internazionale per medici e personale paramedico è stato: “Un rinnovamento spirituale per l’anima e per il corpo”. Oltre a prendere parte alle relazioni ed a scambi di esperienze, i partecipanti hanno anche partecipato al consueto programma liturgico di preghiera della parrocchia di Medjugorje. L’infermiera Katarina Pandžić di Osijek ha partecipato al seminario. Ci ha detto di essere venuta con cuore aperto, anzitutto in quanto cristiana e poi come infermiera: “Sarebbe necessario che ci fossero più seminari di questo genere, perché sempre più spesso dobbiamo confrontarci con lo stress, con delle grandi aspettative, ed è davvero difficile conservare l’umanità che abbiamo in noi. Vengo a Medjugorje molto spesso. Porto nel cuore in modo speciale la Regina della pace”. Anche Nada Rimac, un’infermiera di Osijek, ha partecipato al seminario di quest’anno. Ha sottolineato che viene a Medjugorje ogni anno: “Desidero fare un cammino più profondo verso Dio, e la Madonna è Colei che mi guida, perché io possa conoscere meglio me stessa e Dio, contribuendo così alla qualità della vita che sto vivendo. Considero Medjugorje la mia seconda casa, amo venire qui. Mi trovo ad ascoltare P. Marko per la prima volta. Sono entusiasta, ha detto molte cose sulle quali una persona deve meditare e che si devono tornare a fare, perché tutti possiamo diventare persone migliori”.