I vescovi a Medjugorje e a proposito di Medjugorje nel 2005

Aprile 2005

Mons. Girolamo Grillo (Civitavecchia)

Intervista con Mons. Girolamo Grillo da Civitavecchia - «L'albero si riconosce dai frutti». Monsignor Girolamo Grillo cita il Vangelo per rispondere a chi gli chiede, dieci anni dopo, un giudizio sulla vicenda della Madonnina che piangeva sangue. Una piccola statua di Nostra Signora comprata a Medjugorje che iniziò dieci anni fa a piangere lacrime di sangue a Pantano, un piccolo paese vicino a Civitavecchia. 60 Km da Roma.

Tanti ne sono passati, infatti, dal 2 febbraio 1995, quando il fenomeno si manifestò per la prima volta. E il vescovo di Civitavecchia, che il successivo 15 marzo fu testimone diretto di una delle lacrimazioni, oggi salta a pie' pari tutti i discorsi sul «vero o falso», e ricorda un colloquio avuto proprio in quei giorni con il cardinale Joseph Ratzinger. «"Eminenza" - gli dissi - se non si tratta di un fatto soprannaturale tutto si sgonfierà da sé. Ma se lo fosse, nessuno potrà fermare la Madonna». E lui mi rispose: «Sì è proprio così».

In un intervista al quotidiano Avvenire (giornale della Conferenza Episcopale Italiana) il vescovo Grillo valuta cos’è successo nella sua diocesi durante gli scorsi 10 anni.

Che cosa è accaduto, dunque, in questi dieci anni?

«Giudichi lei stesso. Da allora la presenza dei pellegrini non solo non è mai venuta meno, ma si è purificata da ogni scoria di sensazionalismo. Le persone che vanno a Pantano sono spinte da un grande bisogno di conversione. E lo sta a dimostrare il fatto che ho dovuto provvedere alla presenza continua di cinque confessori. I quali mi raccontano di aver potuto riconciliare con Dio tanta gente che era lontana anche da moltissimi anni, non di rado anche delinquenti. Circa un migliaio di famiglie dissestate, a causa di divorzi o separazioni si sono ricomposte ed al giorno d'oggi non è un fatto certamente usuale. Tante donne hanno ottenuto la maternità desiderata e poi vengono a battezzare lì il loro bambino. Molti, infine, hanno chiesto il battesimo, anche ex musulmani. E allora perché non far conoscere al mondo questi frutti positivi?»

Avete in mente qualche iniziativa particolare per il decennale?

«È stato preparato un Dossier, che sarà pubblicato tra breve a livello nazionale. E poi ci sono i 44 registri, pieni di firme e di pensieri dei visitatori, che a mio parere raccolgono tutte le angosce del nostro tempo. Ma anche tutte le speranze di chi si rivolge a Maria».

E in questi giorni è prevista una celebrazione particolare?

«Ogni anno, nella notte tra l'uno e il 2 febbraio, i fedeli partono dal centro della città e raggiungono la località Pantano, percorrendo a piedi i 12 chilometri del tragitto. Quest'anno erano 1500 e hanno sfidato il freddo intenso. Tenga presente che fino a 20 anni fa Civitavecchia era considerata "la Stalingrado del Lazio": il 60 per cento di comunisti, una città anticlericale e anarchica. Oggi credo che questo fatto abbia lasciato il segno. Certo, se è davvero la Madonna che ha pianto, non credo abbia pianto solo per Civitavecchia».

Dal punto di vista pastorale che cosa ha rappresentato per lei questo evento?

«Come vescovo sono molto contento perché la parrocchia di Sant'Agostino a Pantano è diventata un centro di evangelizzazione non solo per la città, ma per l'Italia e il mondo intero. Nell'ultimo registro delle presenze, che riguardava i mesi di novembre e dicembre 2004, ho contato 12 pellegrinaggi esteri, dallo Sri Lanka all'America Latina. Noi ci sforziamo di indicare la vera devozione a Maria, che è colei che porta a Cristo. E credo che questo insegnamento sia ampiamente recepito. Del resto, penso che queste cose abbiano bisogno di sedimentazione, attesa e grande pazienza. Il soprannaturale, specie in un mondo che non crede in Dio e che ha perduto i valori, non si può dimostrare se non dai frutti».

E per il vescovo Grillo quali frutti ha portato?

«Dopo quella mattina del 15 marzo sono rimasto sotto shock per due o tre anni. La Madonnina ha scombussolato la mia vita e mi ha spinto a una maggiore interiorizzazione, ha aumentato da parte mia lo sforzo di essere attento e aperto alle necessità dei fedeli. Per questo mi sono dedicato molto di più alla direzione spirituale, oltre che al lavoro pastorale».

Ha mai parlato della Madonnina con Giovanni Paolo II?

«Nel corso dell'ultima visita ad limina il Santo Padre mi ha chiesto dell'eventualità di costruire un santuario. Gli ho detto che ero pronto a farlo, ma gli ho anche chiesto di aiutarmi ad aprire a Civitavecchia una casa delle suore di Madre Teresa di Calcutta. Vorrei, infatti, che i frutti spirituali e materiali di un santuario vadano anche e soprattutto a favore dei poveri».

Maggio 2005

Mons. Hieronymus Herculanus Bumbun, O.F.M. Cap., arcivescovo di Pontianak (Indonesia)

L'Arcivescovo Hieronymus Herculanus Bumbun, O.F.M. Cap, arcivescovo di Pontianak (Indonesia) è stato a Medjugorje il 13 ed il 14 maggio 2005. È venuto in pellegrinaggio con un gruppo di Giakarta.

L'arcivescovo Hieronymus Herculanus Bumbun ha detto che è venuto a Medjugorje per via della sua devozione alla Beata Vergine Maria. E' stato molto impressionato dal messaggio di Medjugorje dato ai 6 veggenti. Pensa che sia un bene che la gente segua questi messaggi, perché conducono alla pace, alla speranza ed alla fede. Li vede come base della formazione cattolica per le famiglie. Dice che sarebbe bene che le famiglie prestassero più attenzione a questi messaggi. Nella sua diocesi di Pontianak in Indonesia, hanno aumentato lo spirito della Comunità. I messaggi di Medjugorje possono essere applicati molto bene alla filosofia di vita in Indonesia. Sono collegati strettamente alla vita della gente e della chiesa. Nell'attuale globalizzazione del mondo, che sta interessando i rapporti nella famiglia, questi messaggi possono aiutare la famiglia a sentirsi come la cellula base della chiesa.

Circa le sue impressioni qui, l'arcivescovo Hieronymus Herculanus Bumbun ha detto che è stato molto toccato dal senso di accoglienza con cui la gente offre ospitalità ai pellegrini a Medjugorje. Ciò che dicono non è esagerato, non è promozione; è semplice e reale.

Circa la preghiera nella chiesa, ha detto che è facile da vedere la forte vita spirituale. È impressionato, ringrazia il Signore per la possibilità di essere qui a vedere con i suoi occhi e sentire con i suoi orecchi.

Papa Giovanni Paolo II scrisse positivamente di Medjugorje

Il 25 Maggio il sito web www.kath.net ha pubblicato un testo nel quale si diceva: “Le apparizioni di Medjugorje erano credibili per il Papa, come si può vedere dalla sua corrispondenza privata con il famoso giornalista Polacco Marek Skwarnicki e sua moglie Zofia”.

Merek e Zofia Skwarnicki hanno pubblicato quattro lettere scritte dal Papa stesso il 30.03.1991, il 28.05.1992, l’8.12.1992 e il 25.02.1994. Questi sono i primi documenti scritti da Giovanni Paolo II a riguardo di Medjugorje ad essere stati pubblicati. “Ringrazio Zofia per tutto ciò che è collegato a Medjugorje”, scrive Giovanni Paolo II nella sua lettera datata 28.05.1992 “Sono unito a tutti coloro che pregano là e da là ricevono la chiamata alla preghiera. Oggi comprendiamo meglio questa chiamata”.

Nella sua lettera datata 25.02.1994, Giovanni Paolo II scrive riguardo alla guerra nell’ex Jugoslavia: “Adesso possiamo capire meglio Medjugorje. Ora che abbiamo dinanzi agli occhi la proporzione di questo grande pericolo, possiamo capire meglio questa insistenza materna”.

Marek Skwarnicki, che conosce Karol Wojtyla dal 1958 è l’editore del settimanale cattolico “Tygodnik Powszechny” e del mensile “Znak” che viene pubblicato a Cracovia. E’ membro del Pontificio Consiglio per i Laici ed è stato presente a numerosi viaggi del Papa.

Giugno 2005

Il Santo Padre Giovanni Paolo II venerò la Madonnina di Civitavecchia (Medjugorje)

Il Messagero, Mercoledì 1 Giugno 2005 – “‘Apertura’ di Ratzinger: Papa Wojtyla venerò la Madonna di Civitavecchia”, di Orazio Petrosillo

Città del Vaticano – “La Madonna di Civitavecchia farà grandi cose” è stato l'auspicio espresso da Benedetto XVI nel salutare il vescovo Girolamo Grillo, al termine dell'incontro di lunedì con la CEI. Esattamente il 1 aprile scorso, giorno precedente alla morte di Giovanni Paolo II, il vescovo di Civitavecchia consegnò un dossier di studi al dicastero della Dottrina della fede presieduto dal cardinale Ratzinger. Una commissione sotto l'egida del dicastero aveva emesso il verdetto secondo il quale non constava della soprannaturalità delle lacrimazioni. Cosa peraltro detta pubblicamente, durante una trasmissione di "Porta a porta", dal cardinale Tarcisio Bertone, gia collaboratore di Ratzinger.

Monsignor Grillo, in un incontro avuto ieri, ci ha ricordato la grande venerazione che Giovanni Paolo II ha avuto per la Madonnina di Civitavecchia e del suo desiderio che non venisse reso noto quel verdetto sfavorevole, in attesa di migliori approfondimenti. Ripetendo cose in parte gia dette ma aggiungendo altri particolari inediti, Grillo ha raccontato che una sera della fine del febbraio 1995 portò la statuina miracolosa in Vaticano, dove Giovanni Paolo II la venerò, pregò dinanzi ad essa ed al termine pose sul capo della Vergine una corona che egli aveva portato.

Il racconto minuzioso della serata e della venerazione mostrata dal Pontefice si trova nel diario di mons. Grillo il quale, temendo di non essere creduto dopo la sua morte circa l'effettivo svolgimento dei gesti compiuti da papa Wojtyla, chiese al segretario mons. Stanislao Dziwisz una sorta di testimonianza dello stesso Pontefice. Una copia delle pagine del diario furono mandate in Vaticano e il Papa le autenticò con la firma: “Joannes Paulus PP II” e la data: 20 ottobre 2000.

Come si ricorderà la statuina, che raffigura la Madonna di Medjugorje, lacrimò sangue (provato quale sangue umano maschile da esami clinici) 13 volte a casa dei Gregori dal 2 al 6 febbraio 1995 in presenza di decine di testimoni, anche pubblici ufficiali, ed una 14.ma in casa del vescovo il 15 marzo successivo. Una commissione di teologi si pronuncio per l'origine soprannaturale degli eventi; l'altra costituita sotto l'egida del dicastero ne negò la soprannaturalità.

Mons. Salvatore Boccaccio, vescovo della diocesi di Frosinone, vicino a Roma

Mons. Salvatore Boccaccio, vescovo della diocesi di Frosinone, vicino a Roma, è stato in pellegrinaggio privato a Medjugorje dal 4 al 7 giugno 2005. Durante il suo soggiorno, ha visitato i luoghi di preghiera ed ha partecipato al programma liturgico e di preghiera nella chiesa parrocchiale. Ha anche incontrato i francescani di Medjugorje. A riguardo dei motivi del suo pellegrinaggio a Medjugorje, ha detto: "Nella mia diocesi ho giovani che si sono convertiti e la cui vita è cambiata a Medjugorje. La loro testimonianza è stata per me un segno della presenza grande di Dio a Medjugorje. Ho letto anche ciò che Rene Laurentin ha scritto sulle apparizioni di Nostra Signora ed anche questo ha avuto un'influenza, ma soprattutto sono stato ispirato dalle testimonianze personali dei pellegrini. Mi congratulo con i francescani che servono instancabilmente i pellegrini e pazientemente e umilmente sopportano tutti gli attacchi e le provocazioni ", ha detto Mons. Salvatore Boccaccio, riempito visibilmente di gioia per la sua visita a Medjugorje.

Mons. Geevarghese Mar Divannasios Ottathengil, Vescovo della Diocesi di Bathery (India)

Mons. Geevarghese Mar Divannasios Ottathengil, (54 anni) Vescovo Cattolico Indiano di Rito Siro Melchita , Vescovo della Diocesi di Bathery da Kerala (India) è stato in pellegrinaggio a Medjugorje in occasione del 24° anniversario delle apparizioni. E’ venuto a Medjugorje con un gruppo di 25 pellegrini dalla Svizzera.

La sua testimonianza riguardo a Medjugorje:

Ho sentito parlare per la prima volta di Medjugorje circa 15-20 anni fa, ma dubitavo, non ero molto interessato a venire, ma un mio amico, un Sacerdote Svizzero, mi parlò di Medjugorje e della sua esperienza. Dopo la sua venuta a Medjugorje, il suo comportamento come Sacerdote è incredibilmente cambiato. Ha cominciato a pregare bene e nelle relazioni con gli altri è diventato molto umano. E’ un vero prete ora! Questo mi ha fatto pensare: ci deve essere qualcosa a Medjugorje!? Roman Gruether mi disse che Medjugorje era diversa dagli altri luoghi di pellegrinaggio, che conserva una atmosfera naturale e che le persone pregano davvero qui. L’anno scorso ho deciso di venire e vedere. Ora sono venuto con un gruppo dalla Svizzera guidato da Sylvia Keller.

La mia esperienza corrisponde alle mie aspettative. Questi 3 giorni sono una conferma. Uno può sentire lo spirito familiare qui. Le persone che sono impegnate nel servizio fanno anche il più piccolo servizio con amore e con gioia. Questo luogo ci da anche l’esperienza della famiglia universale. Ognuno qui si sente a casa, come nella casa materna. Ho incontrato i veggenti; ho visitato Marija, Ivan e Vicka. Credo che siano veri veggenti. Medjugorje sarà riconosciuto, non c’è dubbio! Oggi o domani, forse un po’ più tardi, al 100% sicuramente sarà riconosciuto!

Questi messaggi sono necessari. Preghiera, Santa Messa, penitenza, confessione, digiuno, conversione. In ogni epoca questi sono stati i fondamenti della vita spirituale. Senza Gesù non c’è vita spirituale. Rinnegare se stessi, vivere per Dio e per gli altri. Spesso nell’epoca moderna siamo tentati di competere con Dio, ma dobbiamo comprendere che gli esseri umani sono limitati. Le catastrofi ci aiutano a capire i nostri limiti. L’11 Settembre o lo Tsunami… Comprendiamo quanto siamo piccoli.

Medjugorje è una reale chiamata di Dio per il nostro tempo. Le persone che vivono qui sono fortunate. Avete una vocazione speciale. Dovete proteggere questa fraternità universale. Questo non è solo per questa parrocchia, questa regione, questa Diocesi. E’ per tutto il mondo. Dovete promuovere questo spirito universale.

Agosto 2005

Mons. Domenico Pecile, Vescovo Emerito di Latina, attualmente Vicario della Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma

Mons. Domenico Pecile, Vescovo Emerito di Latina, attualmente Vicario della Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma, è venuto in pellegrinaggio privato a Medjugorje nell’Agosto 2005. E’ stato ordinato Vescovo nel 1984 ed è Emerito dal 1998. Questa è la sua testimonianza:

“Ho sentito parlare di Medjugorje per la prima volta all’inizio delle apparizioni della Madonna. Fin dall’inizio ero interessato positivamente a questi eventi. In generale, riguardo a questo tipo di eventi, la mia attitudine personale è sempre venire e vedere personalmente, osservare l’evento. Così, alcuni anni dopo l’inizio delle apparizioni a Medjugorje, sono venuto qui con altre due persone. Mi sono presentato come Vescovo solo al Parroco di Medjugorje. Ho concelebrato insieme agli altri Sacerdoti, come uno di loro. Questa mia prima visita a Medjugorje è rimasta impressa nel mio cuore. Qualcosa dentro di me mi diceva che era impossibile che questi eventi non fossero autentici. Ho avuto l’opportunità di tornare due anni fa.

Nella storia della Chiesa la Madonna è intervenuta molte volte perché lei ama l’umanità e perché Dio stesso l’ha mandata per ricordarci il Suo Amore. Ho sentito profondamente in me, specialmente durante la mia seconda visita due anni fa, precisamente questo: l’amore di Dio! Gesù Cristo è colui che manda la Madonna. Gesù, che lei chiama suo Figlio. A volte, mi piacerebbe dire al Signore: “Signore, vieni tu stesso a noi!”. Ma lui manda la Madonna. In un certo senso noi siamo più aperti e più pronti ad accogliere lei. Ci sentiamo meno distanti da lei, perché lei non è soltanto nostra Madre, ma anche nostra Sorella. A causa della mia responsabilità come Vescovo della Chiesa Cattolica, sono venuto personalmente per vedere se questo evento è reale, se è accettabile. Dalla prima volta che sono venuto a Medjugorje la mia convinzione è che questi eventi sono autentici.

Medjugorje è una realtà. Io lo vedo come un luogo che ha ricevuto un grande dono. La Madonna viene qui, come è venuta in tanti altri posti e forse in futuro lei andrà in qualche altro posto. Non è né strano né misterioso che la Madonna appaia. Lei appare sempre per aiutarci a tornare a Dio. Questa volta, qui a Medjugorje, la Madonna viene in un modo molto potente, un modo particolare, diverso dalle altre sue venute. E’ impossibile non vedere qui il Signore nostro Dio. Impossibile! Sono venuto qui per pregare la Madonna, per sentire la sua presenza, non solo perché ne sento il bisogno, ma perché questo mi da una consolazione sul cammino, una forza per continuare, per camminare con una ragione in più, con la convinzione che Dio veramente ama tutti noi.

Gradualmente ho conosciuto tutti i veggenti. La mia impressione è che queste persone abbiano ricevuto un grande dono, ma non lo mettono in mostra. Sono semplici, persone normali come chiunque altro. Bisogna parlare con loro per capire che hanno ricevuto una grazia speciale e ciò mi piace molto. Quando sono venuto per la prima volta a Medjugorje ho incontrato Jakov, il più giovane di loro. Ho parlato con lui nel giardino vicino alla sua casa. Ho visto questo giovane semplice, gli ho fatto alcune domande e lui mi ha risposto. Qualcuno potrebbe forse dire che lui non ha nessuna educazione superiore, ma io ho visto il contrario: è stato molto preciso nelle sue risposte, confessando la sua fede e custodendo nel suo cuore il dono che ha ricevuto, senza metterlo in mostra in nessun modo particolare. Ho avuto la stessa impressione ogni volta che ho incontrato qualcuno di loro. Parlano con grande chiarezza. Hanno grandi doni nei loro cuori. E’ impossibile per noi anche solo immaginare cosa c’è nei loro cuori, nelle loro vite, e tutto è così semplice. Secondo la mia opinione, proprio questa è la cosa più forte. Ho l’impressione che Dio voglia che loro compiano la missione che lui chiede loro, senza metterlo in mostra esteriormente. Loro sono nostri fratelli, persone come ognuno di noi ed essi non mettono in mostra il dono speciale che Dio ha dato solo a loro. Si sentono semplicemente portatori di un messaggio, un messaggio di cui anche loro stessi hanno bisogno. Ecco come li vedo.

Negli altri luoghi di pellegrinaggio dove la Madonna è apparsa sono avvenuti alcuni miracoli e questo è meraviglioso. Ma qui, per un tempo così lungo, la Madonna sta dando messaggi, sta continuando a parlare. Vorrei dire che qui la Madonna continua a parlare all’umanità. Non lo sta facendo dal pulpito ma come una Madre. Coloro che vogliono ascoltare e obbedire ascoltano, coloro che non vogliono non ascoltano. La Madonna sta continuando a parlare qui. Penso che questo sia perché il tempo nel quale viviamo è potente e importante come nessun altro tempo prima. Nel nostro tempo la Madonna sta osservando come Madre, sta guardando la nostra realtà e viene per aiutarci a pensare di nuovo al nostro cammino di vita e al mondo in cui viviamo.

Quando leggiamo i messaggi, possiamo discernere se ci possono aiutare, se sono in armonia con l’insegnamento della Chiesa Cattolica. Ora, questo è perfetto! I messaggi sono semplici, così che tutti possono capirli e sono perfettamente in accordo con la verità del Vangelo e l’insegnamento della Chiesa.

I pellegrini che vengono a Medjugorje non vengono a fare una visita, ma a incontrare la Madonna che parla loro attraverso i suoi messaggi. La Madonna parla ai loro cuori se essi sono aperti ad ascoltare in preghiera. Se preghi qui, se vieni qui in silenzio e tenti di capire la tua vita, se preghi e approfondisci la tua vita Cristiana, accade qualcosa di grande e di buono per l’umanità.

In questi giorni, ero molto gioioso e glorificavo Dio. Ho gioito specialmente ascoltando le Confessioni. A Medjugorje ascoltare le Confessioni è un’esperienza straordinaria. Qui sta accadendo qualcosa di speciale, è differente da qualsiasi altro posto. I penitenti sono coscienti dei loro peccati. Sono coscienti del fatto che il peccato è il vero male del mondo e non è così facile giungere a tale comprensione. Questo è uno dei più bei frutti di Medjugorje.

Nelle Celebrazioni Eucaristiche ho visto qualcosa di straordinario: i pellegrini erano attenti, concentrati, anche se la Santa Messa veniva celebrata nel salone delle conferenze. Niente li poteva distrarre, sperimentavano qualcosa di profondo dentro di loro. La presenza del mistero può quasi essere percepita anche nell’aria qui. Anche negli altri luoghi i fedeli vanno in Chiesa, ma li si vede parlare. Ma non Qui! Qui sono attenti. In tutte le nostre Chiese del mondo, dovrebbe essere come qui a Medjugorje.

Sono anche andato a un’apparizione con Ivan. Come parlare di questo? Non è facile. Non so. Dicevo alla Madonna: “Tu sei qui e questo è sufficiente per me!”.

Settembre 2005

Mons. José Luís Azcona Hermoso, O.A.R., Vescovo della Diocesi di Marajó (Brasile)

Mons. José Luís Azcona Hermoso, O.A.R., Religioso Agostiniano, nato a Pamplona in Spagna, Vescovo della Diocesi di Marajó, area di missione in Brasile, è stato in pellegrinaggio privato a Medjugorje per la Festa della Natività di Maria.

“Conosco persone del Nord del Brasile, professori ed industriali, che erano atei e si sono convertiti a Medjugorje circa 15 anni fa. Ora essi vanno a Messa ogni giorno e sono molto attivi nella Chiesa. C’è una grande differenza tra i pellegrini che vengono qui e quelli che vanno in qualche altro luogo. L’esperienza di Medjugorje è un’esperienza di conversione. Di altri posti i pellegrini parlano in modi diversi. Qui le vite vengono cambiate. Ho visto l’autenticità delle conversioni di Medjugorje. La ragione della mia venuta, la mia speranza, e la grazia che desidero ricevere qui è la mia conversione personale, l’approfondimento della mia conversione personale”.

Riguardo alla sua posizione su Medjugorje e sui messaggi della Gospa, Mons. Azcona ha detto: “Penso che il primo messaggio sia la conversione. Tutto deriva dalla conversione: la trasformazione della società, la pace con Dio, coi nostri vicini, con la natura, con l’ambiente. La vita eterna. Gesù viene, prepariamo noi stessi! Come Sacerdote, come Vescovo, successore degli Apostoli, desidero dire: Miei cari Cattolici, prendete con forza e con gioia la Croce di Gesù perché in Lui c’è la salvezza e la gioia. La Gospa desidera questo da tutti noi. Il Concilio ci dice che la vera devozione alla Madonna guida a Gesù, Gesù crocifisso, e così all’amore ed al Padre”.

Mons. Bruno Tommasi, Arcivescovo Emerito dell’Arcidiocesi di Lucca (Italia)

Mons. Bruno Tommasi, Arcivescovo Emerito dell’Arcidiocesi di Lucca (Italia) è venuto, per la seconda volta in pellegrinaggio privato a Medjugorje nel Settembre 2005. Mons Tommasi ha visitato il Santuario, i luoghi di preghiera ed ha passato ore nel confessionale, sentendo le confessioni dei pellegrini italiani.

“Molti anni fa ho conosciuto un Sacerdote e alcuni laici che erano stati a Medjugorje e che si erano trasformati interiormente, convertiti. Questo mi ha colpito. Se un luogo è in grado di trasformare, convertire le persone, significa che è un luogo di grazia. L’anno scorso ho avuto la possibilità di venire qui insieme a due Sacerdoti che mi hanno accompagnato anche quest’anno. Allora ho avuto l’occasione di conoscere Marija e quest’anno ho incontrato Vicka. Anche se per adesso non c’è una posizione ufficiale dell’Autorità sull’autenticità di queste apparizioni, grazie all’incontro con queste persone, sono convinto che non mentono, sono sincere, ed hanno una vera esperienza di grazia.

Le apparizioni durano già da 24 anni. Credo che questo sia un evento eccezionale. Ricordo che una volta è stata posta alla Gospa una domanda riguardo a ciò. Lei ha risposto: “Vi siete già stancati?”. Queste apparizioni sono diverse da quelle di Lourdes, di Fatima o altrove. Vedremo alla fine…

Alle persone che mi pongono domande riguardo a Medjugorje dico che questo è un luogo di preghiera, un luogo in cui le persone si convertono. Per il resto attendiamo che l’Autorità Ecclesiastica responsabile emetta il suo giudizio. Penso che per il momento Medjugorje è diventato Santuario. Quindi non vedo nessun comportamento o riflessione che possa essere in contrasto con la fede. Questa è un percorso di fede, di preghiera, di penitenza. La scelta della Santissima Vergine di apparire qui, nel contesto e nel periodo comunista, è un avvenimento speciale. E’ davvero opportuno che sia apparsa qui e non altrove dove regna la libertà.

Penso che di Medjugorje si possa parlare come di uno stimolo per il rinnovamento della Chiesa. Un rinnovamento che viene dal basso, attraverso il cambiamento delle persone.

Credo che il fatto che tanti qui si confessino sia molto positivo. Nei paesi occidentali molti si comunicano, ma molto pochi si confessano. Si potrebbe dire che si è perso il sentimento del peccato e quindi anche il bisogno di andare a confessarsi.

Dobbiamo accogliere con fede i messaggi della Gospa”.

Mons. Hermann Raich, S.V.D., Vescovo di Wabag (Papua Nuova Guinea)

Mons. Hermann Raich, S.V.D., Vescovo di Wabag (Papua Nuova Guinea), è stato per la terza volta in pellegrinaggio privato a Medjugorje dal 12 al 15 Settembre 2005.

Mons. Issam John Darwish, BSO, DD, eparca della Chiesa Cattolica Melchita di Australia e Nuova Zelanda

Mons. Issam John Darwish, BSO, DD., Eparca della Chiesa Cattolica Melchita di Austria e Nuova Zelanda, è venuto in pellegrinaggio privato a Medjugorje dal 12 al 19 Settembre 2005. Ha celebrato a Medjugorje il 33° anniversario di Sacerdozio.

Subito prima di venire a Medjugorje Mons. Darwish ha visitato, a Castelgandolfo, il Santo Padre Benedetto XVI. Ha detto al Papa che sarebbe venuto in pellegrinaggio a Medjugorje. Benedetto XVI ha risposto: “Molto bene, che Dio la benedica e l’accompagni”.

Ecco le sue impressioni su Medjugorje:

“Domenica scorsa sono stato a Castelgandolfo con il mio gruppo di pellegrini e abbiamo pregato l’Angelus col Papa. Dopo l’Angelus sono andato a visitare il Santo Padre come era stato programmato. Per quell’incontro avevamo un programma prestabilito. Alla fine del colloquio ho pregato il Santo Padre di benedire il gruppo che l’indomani – lunedì – sarebbe andato a Medjugorje. Se avete incontrato qualche volta il Papa sapete che ha un bel sorriso. Ha sorriso con grande bontà e ha detto: “Che Dio vi protegga e benedica”.

Tra i nostri parrocchiani c’è una grande devozione verso Maria. Sono venuti da me e mi hanno chiesto di accompagnarli a Medjugorje quest’anno. Ho molto lavoro, ma ho accettato subito. Più tardi ho pensato che forse avrei dovuto dire di no, ma ora sono soddisfatto di essere venuto. Ogni giorno col gruppo meditiamo la vita di Maria dall’inizio alla Croce. Per me questo è un ritiro spirituale mariano. Ho voluto trasmettere ai fedeli ciò che la nostra Chiesa bizantina dice su Maria. Tutte le preghiere sono state finalizzate a una migliore conoscenza del ruolo di Maria nella nostra vita. Per me e per tutto il gruppo la venuta qui è una benedizione. Vediamo Maria come la persona che ci guida verso Gesù. Lei gioca un ruolo importante nella nostra vita. Ci guida a Gesù e approfondisce la nostra fede.

Il numero di pellegrini che vengono a Medjugorje è un segno di Dio. L’atmosfera di preghiera che i Sacerdoti che sono qui diffondono è molto profonda. Credo che Medjugorje sia un luogo di attesa e pone una domanda alla nostra fede: Come approfondire la fede? La preghiera davanti alla Croce, l’Adorazione, l’Eucaristia tutto ciò da ai pellegrini una profonda spiritualità Questo è un luogo di preghiera.

Penso che il ruolo dei Sacerdoti che seguono i pellegrini sia molto importante. Perché ci siano i frutti il Sacerdote deve seguire i pellegrini. Il suo ruolo è aiutarli ad andare oltre la ricerca di segni. Ho detto ai miei pellegrini che abbiamo già i segni: il Santissimo Sacramento dell’altare e gli altri Sacramenti. Bisogna vivere tutti i Sacramenti: il Sacramento della Penitenza, dell’Eucaristia, bisogna scoprire il loro ruolo spirituale. La Gospa parla a ciascuno di noi. Non è necessario vedere la Gospa. Possiamo vederla con gli occhi interiori, con gli occhi della fede.

Penso che i Sacerdoti di qui diano un indirizzo molto buono ai pellegrini, ma i Sacerdoti che seguono i pellegrini dovrebbero prestare più attenzione alla Dottrina della Chiesa. I Sacerdoti di qui potrebbero dare ai Sacerdoti che vengono coi pellegrini consigli su come si vive profondamente una conversione interiore. E che il Signore lavori nelle anime dei fedeli. Ci sono persone che hanno bisogno di sentimenti, ad altri non sono necessari. Questa è la vita Cristiana.

I messaggi di Medjugorje sono i messaggi del Vangelo. Non vedo niente altro. L’Eucaristia, la penitenza, la preghiera, questo è il Vangelo. Le apparizioni? Non so. Non ho una idea chiara, ma penso che Dio può fare tutto ciò che vuole.

Scriverò un opuscolo sulle mie impressioni su Medjugorje. Incoraggerò i fedeli a venire in pellegrinaggio, a vivere qualche giorno di preghiera e conversione interiore. Li incoraggerò. Incoraggerò anche i Sacerdoti a venire con loro.

Ho un desiderio: che Medjugorje si apra ai vicini, agli ortodossi ed ai musulmani, che diventi un centro di dialogo con loro”.

Mons. José Domingo Ulloa Mendieta, O.S.A., Vescovo ausiliario a Panama

Nel Settembre 2005 è venuto a Medjugorje in pellegrinaggio privato con 17 pellegrini Mons. José Domingo Ulloa Mendieta, O.S.A., Vescovo Ausiliare dell’Arcidiocesi di Panama.

“Il Sacerdote Fancisco Verar, con il quale ho studiato Teologia mi aveva già parlato di Medjugorje. Ora era arrivato il momento di venire personalmente. Quello che ho vissuto è al di sopra di tutte le mie aspettative. L’incontro con così tanti pellegrini è un’esperienza straordinaria. Vedo il loro desiderio di conversione e cambiamento. Per me è molto importante ricordare l’opera sociale praticata qui a Medjugorje. Pone l’accento su ciò che Maria sta facendo: vale a dire essere sempre pronti a aiutare gli altri. I miei pellegrini sono venuti qui preparati. Medjugorje li ha colpiti e rimarrà sempre in loro il ricordo di questa massa di gente che viene qui a pregare.

Nel mio paese è molto sviluppata la devozione proposta a Medjugorje e desideriamo particolarmente fare partecipare i bambini. La Chiesa Parrocchiale di Maria Regina della Pace, fondata da P. Francisco Verar, è stata costruita sul modello della Chiesa di San Giacomo a Medjugorje. Ci sono molti gruppi di preghiera basati sui messaggi della Gospa.

La semplicità di questi messaggi attrae. I messaggi di Medjugorje sono la chiamata evangelica alla conversione e alla pace, in essi non c’è nulla di apocalittico. Senza la preghiera, senza digiuno ed Eucaristia, ma questi sono fondamenti del Cristianesimo, non possiamo rispondere alla chiamata alla santità che Maria ci rivolge. Le persone che vengono a Medjugorje desiderano accogliere la chiamata evangelica che ci viene dal Signore, in particolare attraverso l’Eucaristia e il Sacramento della Riconciliazione. Ho sentito da molti che essi scoprono il bisogno di cambiamento e questo all’interno della Chiesa e attraverso i Sacramenti. L’uomo non può andarsene da Medjugorje senza questo forte desiderio di cambiare la sua vita e di cominciare di nuovo. Molti gruppi vengono accompagnati dai loro Sacerdoti, essi li aiutano, e questo è per loro l’inizio di una vita nuova.

Le persone all’inizio hanno bisogno di sperimentare qualcosa, la curiosità umana è naturale ma l’atmosfera che si crea nei gruppi di giorno in giorno durante il pellegrinaggio aiuta a far diminuire questo desiderio e si sveglia il desiderio che la persona stessa sperimenti e realizzi un cambiamento interiore. Il miracolo più grande è la guarigione spirituale che le persone vivono.

La particolarità di Medjugorje è il dono della pace che qui si riceve. Questo è ciò che l’umanità oggi cerca, ma questo dono si riceve a Medjugorje attraverso la Madre Maria. Non si tratta solo della pace personale, ma della scoperta che siamo tutti fratelli e che i conflitti e la violenza non sono la soluzione. Bisogna condividere questa pace con gli altri.

Tutti i veggenti di Medjugorje sono persone di famiglia, cosa che mi rallegra molto perché ciò significa che la chiamata alla santità vale per tutti gli uomini. La famiglia è una via di santità, la santità non è solo per i sacerdoti e i religiosi. Dio chiama tutti gli uomini. I Cristiani sono chiamati a testimoniare, a vivere nel mondo ma a non appartenere al mondo. Siamo chiamati a testimoniare la gioia.

Non possiamo tacere ciò che abbiamo visto, né tacere ciò che la Gospa chiede. A Medjugorje i pellegrini trovano la pace incontrando Gesù e cambiano la loro vita. Verso coloro che sono come pecorelle smarrite, noi dobbiamo essere come Gesù perché le persone possano tornare a Lui e ricevere da Lui tutto il bene che Egli da. Diventiamo come Maria, guardiamo ciò di cui gli uomini hanno bisogno, quali sono le loro sofferenze e aiutiamoli. Diveniamo testimoni del grande dono di vivere la fede sotto la protezione della nostra Santa Madre Chiesa.

Mons. Stanislas Lukumwena Lumbala, O.F.M., Vescovo della Diocesi di Kole (Repubblica democratica del Congo)

Mons. Stanislas Lukumwena Lumbala, O.F.M., Vescovo della Diocesi di Kole nella Repubblica democratica del Congo, è venuto per la seconda volta in pellegrinaggio privato a Medjugorje nel Settembre 2005. E’ venuto da solo a Medjugorje per alcuni giorni di preghiera personale e di rinnovamento spirituale. Ha passato molte ore ad ascoltare le Confessioni in Francese ed in Italiano.

"Sono venuto a Medjugorje a cercare la pace interiore. Un Vescovo in Africa è come un costruttore; ripara strade, getta ponti, costruisce scuole. Un Vescovo fa di tutto e ci sono momenti in cui realmente ha bisogno di un rinnovamento spirituale. Ecco perchè sono venuto qui, per ritirami per alcuni giorni, per pregare insieme ai pellegrini.

Ciò che mi sembra molto buono è che qui posso sentire le Confessioni. Ieri ho passare quattro ore nel confessionale. Nella mia diocesi, non ho spesso l'occasione per farlo. È splendido vedere quanta gente viene qui per le confessioni; ciò mi attrae molto.

Ultimamente la chiesa insiste molto sul sacramento dell’Eucaristia e sul sacramento della Riconciliazione. Qui troviamo precisamente questi due sacramenti fondamentali. All'inizio è stato detto molto sulle apparizioni ed ora ancor di più sulla spiritualità. Una grande spiritualità si sta sviluppando qui. Il messaggio è stato dato, il messaggio di pace e di conversione, ed ora deve essere vissuto. La gente ama il sensazionale. Quando qualcuno parla di messaggi e di veggenti la gente corre, ma ora, sempre meno si parla delle apparizioni e sempre di più si entra nel profondo. La gente ha bisogno di un solido supporto spirituale. La vita interiore deve essere basata su valori evangelici solidi. Ecco perchè sto dicendo che l'approfondimento del messaggio, quindi della preghiera, dell’Eucaristia e della Confessione, sono le basi per l'approfondimento della vita spirituale della persona.

Parlo di Medjugorje su base puramente personale. Sono il vescovo di un'altra diocesi e non desidero parlare delle cose che non mi competono. Vengo per mia devozione personale. Non dovremmo preoccuparci per il riconoscimento. Il riconoscimento certamente verrà. I Vescovi stanno venendo; vengono a pregare. C’è qualcosa qui che li attrae, che li impressiona. A poco a poco Medjugorje sarà riconosciuta. Lasciate che ognuno viva la sua devozione.

Nella diocesi di Kole stiamo preparando il lancio di una stazione radiofonica, che sarà una nuova possibilità per fare conoscere meglio Medjugorje."

Ottobre 2005

Mons. Michael Pearse Lacey, Vescovo ausiliario benemerito di Toronto (Canada),

Mons. Michael Pearse Lacey, Vescovo ausiliario benemerito di Toronto (Canada), è stato a Medjugorje, per il suo quarto pellegrinaggio privato, dal 9 al 17 ottobre 2005. È venuto con un gruppo di pellegrini canadesi. Ha seguito l'usuale programma per i pellegrini ed ha ascoltato le Confessioni.

Novembre 2005

Quattro Vescovi a Medjugorje

Venerdì 4 Novembre quattro Vescovi hanno visitato, assieme a numerosi pellegrini, il Santuario della Regina della Pace a Medjugorje. Tre di loro venivano dal Malawi: Mons. Thomas Msusa, attuale Vescovo Diocesano della Diocesi di Zomba, il suo predecessore il Vescovo Emerito Mons. Allan Chamgwera e Mons. Remi Joseph Gustave Saint-Marie della Diocesi di Dedza. Il Vescovo canadese, Mons. Joseph Faber MacDonald, è Vescovo Diocesano della Diocesi di St. John, New Brunswick.

Tutti e quattro i Vescovi hanno un’opinione positiva su Medjugorje e sono contenti di trovarsi in questo Santuario della Madonna conosciuto in tutto il mondo. Nella casa parrocchiale di Medjugorje si sono incontrati con il Parroco Dr. Fra Ivan Sesar e con gli altri Francescani. I Vescovi stranieri hanno messo in evidenza specialmente il significato di Medjugorje quale più grande confessionale del mondo.

Mons. Thomas Msusa, Vescovo Diocesano della Diocesi di Zomba (Malawi)

“Ho sentito parlare di Medjugorje molto tempo fa ed ho letto su Medjugorje quando ero un seminario. Il mio rettore intendeva mandarmi a Medjugorje, ma non fu possibile. Recentemente, ho incontrato una signora che è incaricata del Centro della Pace di Medjugorje in Malawi. Mi chiese se desiderassi andare a Medjugorje ed accettai. Il mio desiderio era di pregare qui, perché in Malawi sono molto occupato ed ho pochissimo tempo per la preghiera. Sono molto entusiasta della mia venuta qui. Ho visto pellegrini provenienti da ognidove, tutti uniti nella preghiera. Mi rallegro nel vedere la devozione qui: le persone prendono molto seriamente il sacramento della confessione, la Santa Comunione, sono così stupito… Non ho parole per descrivere che cosa sento. Mi chiedo perchè Medjugorje è così lontano dal Malawi. Abbiamo bisogno di un luogo così e la mia gente non ha fondi per venire a Medjugorje. Ho ricevuto la risposta: Sono colui che deve diffondere notizie su Medjugorje. Un'altra cosa ancora sono le esperienze della gente che sta venendo qui. Ho letto di questo in libri, ma ora l’ho sperimentato personalmente. L’ho notato anche nel mio gruppo, con altri tre vescovi. Ci siamo uniti e questo mi dice che ciò è un regalo di Dio. Dio ci sta dicendo: dovete essere apostoli.

(un Santuario di Medjugorje nel Malati) Tutto è cominciato con la direzione del Centro della Pace in Malawi, quando hanno cominciato a parlare della spiritualità di Medjugorje. L'idea era dare ai Malawaiani qualche cosa di simile. Quindi ci fu una telefonata dalla Gran Bretagna: un uomo d'affari molto ricco, che ha desiderava in primo luogo fare lo stesso nel suo paese, stava cercandolo un paesaggio simile a quello di Medjugorje, ma non riusciva a trovarlo. Allora ha trovato un luogo così nel Malawi ed ha proposto una donazione per l’inizio dei lavori. Abbiamo capito che Nostra Signora ha desiderato avere un luogo così nel nostro paese. Siamo andati allora a chiedere il permesso al nostro arcivescovo ed ha accettato, perché aveva un atteggiamento positivo nei confronti di Medjugorje.

Le stazioni della Via Crucis e la Croce sulla nostra montagna - la stessa del Krizevac - sono già finite. Le fondamenta della Chiesa, identica alla chiesa di Medjugorje, sono fatte. Il benefattore è venuto con noi in questo pellegrinaggio e desidera continuare a finanziare la costruzione.

La costruzione di questo centro approfondirà la nostra spiritualità. Ho visto quanto è forte la spiritualità qui. Credo che possiamo trasmettere questa esperienza nel Malawi. La difficoltà per i credenti è come vivere la parola di Dio nelle proprie vite. La costruzione del centro li aiuterà ad approfondire la loro fede ed a ritornare a Dio. I cattolici nel mio paese sono sparsi ed esposti ad attacchi ed il centro può aiutarli ad essere più uniti.

La chiesa sarà l’ultima a pronunciare un giudizio su Medjugorje. Nel frattempo, l'esperienza dei fedeli è essenziale. Tuttavia, vedo che l'atteggiamento della chiesa è positivo, perché non sta impedendo a nessuno di venire. Al contrario, la chiesa permette che la gente vada a Medjugorje. Ufficiosamente possiamo dire che la chiesa ha già accettato Medjugorje. Per quanto riguarda il giudizio ufficiale, dovremo attendere un po' più di tempo … Penso sempre alle parole dell'angelo alla Vergine Maria, quando gli ha detto di non avere paura. La gente dovrebbe avere speranza e fede. Incitati dalle parole di Nostra Signora, dobbiamo pregare soprattutto per la conversione, perché ciò che sta accadendo a Medjugorje aiuti anche la chiesa ad avanzare. Non credo che la chiesa rifiuti mai le conversioni, ecco perchè credo che, un giorno, la chiesa riconoscerà Medjugorje.

Quando ho sentito un veggente parlare dei messaggi di Nostra Signora, stava accennando al digiuno, alla preghiera, alla conversione, all’Eucaristia, alla confessione. Sono rimasto stupito, perché è lo stesso di Lourdes o di Fatima. Questi messaggi stanno venendo dalle Sacre Scritture. Realmente abbiamo bisogno di qualcuno che ci ricordi di cosa dobbiamo vivere e Nostra Signora ci sta ricordando ciò che Suo Figlio ci ha detto tempo fa. Non vedo nulla nuovo nei messaggi, ma noto che Nostra Signora sta ripetendo diverse volte i suoi messaggi. Ciò è il segno che dobbiamo prendere seriamente la nostra fede.

Vorrei ringraziare i parrocchiani di Medjugorje per il loro benvenuto e la loro bontà, che mi hanno aiutato ad avvertire la presenza di Nostra Signora qui. Pregare per i sacerdoti, che si sviluppino nella fede e trovino la strada verso Gesù attraverso Maria, Nostra Madre.