I vescovi ed arcivescovi a Medjugorje ed a proposito di Medjugorje

LEVISITE DEI VESCOVI

Dal 12 al 15 ottobre ha soggiornato a Mexugorje Monsignor Joseph Das della diocesi indiana di Berhampur. Domenica 15 ottobre ha celebrato la Santa Messa per i pellegrini di lingua inglese ed ha anche tenuto l’omelia. Questa P stata la sua prima visita a Mexugorje.

Il 26 ottobre, recandosi a Dubrovnik a seguito di don Ante LuburiF, cancelliere della diocesi di Mostar-Duvanj, P venuto in visita a Mexugorje anche il vescovo messicano Monsignor Florencio Olvera Ochoa della diocesi di Tabasco. Ha affermato che era grande il suo desiderio di visitare Mexugorje perché numerosi sono i pellegrini che si recano in questo luogo. Alla fine di ottobre sono venuti a Mexugorje altri quattro vescovi. Grazie all’organizzazione di un’agenzia americana, insieme a circa 700 pellegrini, questi quattro vescovi hanno visitato per varie settimane i santuari mariani di mezza Europa. Mexugorje P stato uno dei luoghi in cui si sono fermati a pregare. I vescovi sono: Monsignor Leo Drona della diocesi di San Jose, Filippine; Monsignor Nestor CariZo, segretario generale della Conferenza Episcopale delle Filippine, Monsignor Cirilo Almario, vescovo a riposo della diocesi di Malolos nelle Filippine e Monsignor Nicodemus Kirima, arcivescovo di Nyeria in Kenia.

LA VISITA DEL VESCOVO ITALIANO

A fine settembre P giunto per una visita di due giorni a Medjugorje il vescovo a riposo Monsignor Janez Moretti. Monsignor Moretti, prima di essere messo a riposo, ha prestato servizio come nunzio apostolico a Bruxelles, in Belgio.

IL VESCOVO DI SAINT VINCENT E GRANADA AI GIOVANI

Di recente si P concluso l’11° incontro internazionale di preghiera dei giovani dedicato al tema: “La parola si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”. Uno dei docenti P stato Monsignor Robert Rivas, vescovo di Kingstown, Saint Vincent e Granada. In questa occasione egli si P rivolto ai giovani presenti con le seguenti parole :

"Cari ragazzi!

Vi scrivo nello spirito del grande anno Giubilare. E’ un grande privilegio essere con voi qui a Mexugorje in occasione dell’Incontro Internazionale di preghiera dei giovani. Grazie per aver ascoltato e risposto all’invito della Vergine di incontrarvi in quest’oasi di pace, devozione e rinnovamento spirituale. Mi colpisce il fatto che veniate da continenti diversi per rendere testimonianza della vostra fede in Gesj Cristo, il Figlio di Maria. Grazie per essere venuti ad incontrare Gesj in quest’anno giubilare.

La nostra grande confessione di fede giubilare si concentra su Cristo, nel mistero della sua Incarnazione. San Giovanni, l’apostolo prediletto, ci invita ad analizzare profondamente il mistero dell’Incarnazione e della Nascita di Cristo, quando scrive nel Vangelo: ‘La parola si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.‘ Queste sono parole di vita. Ci rivelano quanto Dio sia venuto vicino a noi. Il divino ha toccato l’umano. Tutti quelli che aspettavano, tutto il creato, hanno fatto salti di gioia all’annuncio della nascita di Cristo. Si tratta di un grande evento che celebriamo appunto in questo anno giubilare. Ragazzi, possa il vostro cuore saltare di gioia oggi, perché il vostro Dio P in mezzo a voi.

‘ La parola si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi ‘ (Gv 1,4)

Maria P al centro di questo grande mistero della fede. Ella ha detto “ sX ” a Dio e ci ha donati a Cristo. La nascita di Cristo apre le porte al pij grande discorso d’amore che sia mai stato scritto o pronunciato. Ancora una volta San Giovanni ci introduce al centro di questo discorso : ‘Dio infatti ha tanto amato il mondo, che ha dato il Figlio suo Unigenito affinché chiunque creda in Lui non perisca, ma abbia la vita eterna.‘ (Gv 3,16) Maria porta questo amore incarnato. Il suo messaggio a voi, cari giovani, P quello di essere portatori di questo amore ai vostri amici ed ai giovani della vostra generazione all’inizio del nuovo millennio. Noi tutti siamo partecipi di questo grande discorso d’amore che deve essere vissuto e ripetuto fino alla fine dei tempi. Gesj ha promesso che sarebbe rimasto con noi per sempre. Questo P amore, un amore che dura in eterno. La nostra fede in Gesj Cristo P il “ dono ” pij prezioso che possiamo condividere con gli altri. Ricordatevi sempre delle parole che la Madre vi ha rivolto: ‘Fate tutto quello che Lui vi dirB!‘

‘ La parola si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi ‘ (Gv 1,4)

Gesj ha ‘annichilito se stesso‘ (Fil 2,7) e si P identificato in tutto con noi, ad eccezione del peccato (Eb 4,14-16). Percib Gesj sa in cosa P con noi. E qual P il nostro rapporto con Gesj ? Il nostro Santo Padre, Papa Giovanni Paolo II, dice che Gesj si aspetta grandi cose dai giovani. Effettivamente, agli inizi di questo nuovo millennio, avete tra le mani una grande responsabilitB : Accogliere la fede, proteggere la fede e consegnarla alla vostra generazione ed a quelle future. Non potete dunque aspettare di vedere quello che faranno gli altri. Voi dovete essere luce ! Voi, giovani cristiani e cristiane, avete una visione di come andare avanti ? Avete un piano per risvegliare e rafforzare il vostro impegno nei confronti di Cristo ? Il rapporto con Gesj P un impegno che richiede l’energia e l’ardore della vostra giovinezza. Donate oggi a Cristo il vostro ardore giovanile ! ‘Annichilite voi stessi‘ nel servizio e nell’amore verso gli altri. Voi potete realizzare grandi cambiamenti nella Chiesa e nella societB.

Non abbiate paura di diventare i santi del nuovo millennio! (15° giornata mondiale dei giovani, messaggio del Santo Padre, N°3), non abbiate paura di essere uomini e donne di speranza. I vostri vescovi contano su di voi ! La Chiesa conta su di voi. Nel suo messaggio in occasione della Giornata Mondiale dei giovani di quest’anno, il Santo Padre vi indica Cristo come colui che P qui per voi ed al quale bisogna andare. Il Papa vi dice : ‘Non andate da altri se non da Cristo. Non cercate nient’altro se non quello che solo Lui pub darvi.‘ (N°3)

Impegnatevi perché ovunque, in tutto ed in tutti troviate il Cristo. Riconoscetelo nei volti deformi dei ragazzi della vostra generazione. Udite il suo grido nelle grida dei poveri, degli emarginati e di coloro che sono piegati dalla sofferenza. Ascoltate l’invito alla giustizia e prendetevi cura degli altri. Incontrate il Cristo ogni giorno nella sua Parola ed amatelo nell’Eucarestia. Possa la vostra preghiera essere nutrita dall’adorazione eucaristica. Le nostre vite sono vuote senza un rapporto personale con Cristo. Possa questa essere una delle vostre prioritB giovanili. Cristo vuole che siate felici. Vivete dunque gioiosamente la vostra vita. Gesj non P venuto per togliervi la gioia per perché in Lui conosciate la vera gioia.

‘ La parola si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi ‘ (Gv 1,4)

Ragazzi, vi invito a scegliere Dio per tutta la vostra vita ; possa questa essere la vostra scelta di vita. Diventate missionari della vita. Sentite, come Maria, lo stimolo dello Spirito Santo ed andate prontamente lX dove Cristo ha bisogno di voi come suoi rappresentanti. Non abbiate paura. Ges j , la Parola che si P fatta carne, il Pane di vita, il vostro fratello, P con voi !

Benedico le vostre famiglie, i vostri sacerdoti, i religiosi ed i vostri amici.

Vergine nostra, Regina della Pace, prega per noi! Meðugorje, 3 agosto 2000"

LA VISITA DEL VESCOVO BELGA

Verso la metB di luglio P venuto in visita a Mexugorje il vescovo della cittB belga di Namour, Monsignor Leonard Andre - Mutien. Egli ha soggiornato a Medjugorje per tre giorni. In questa occasione fra Slavko BarbariF ha intervistato Monsignor Leonardom per “Glas mira”. Riportiamo qui di seguito una parte del loro colloquio

AML: Ho conosciuto Mexugorje attraverso i miei seminaristi. Quando ero rettore del seminario di St-Paul a Louvain-la-Neuve, nel 1982 e 1983, alcuni dei miei seminaristi sono venuti a Mexugorje. Tutto cib avveniva proprio all’inizio delle apparizioni. Non ne avevo mai sentito parlare prima. Alcuni seminaristi vennero da me per chiedere il permesso di recarsi a Medjugorje durante il periodo delle feste. Io non sapevo nulla a riguardo e chiesi quale fosse la posizione della Chiesa nei confronti di Medjugorje. Mi dissero che non c’era, che tutto era iniziato da poco e che sembrava che la Vergine apparisse in quel luogo. Mi fecero leggere un articolo ed io dissi loro: andate a vedere, andate a vedere ! Me ne parlarono pij volte e nel 1984 anch’io decisi di andare a vedere. Noi quattro sacerdoti ed i seminaristi venimmo a Medjugorje nel mese di giugno 1984. Devo dire che tutto quello che vidi nella chiesa parrocchiale nel 1984, la devozione popolare, il modo in cui si recita il Rosario, si celebra l’Eucarestia, l’incontro che ebbi con i veggenti per due volte durante l’ “apparizione” in sacrestia, tutto questo mi P sembrato molto positivo, soprattutto il modo in cui qui si pregava.

GM: Quante volte P giB venuto a Mexugorje?

AML: Questa P la mia seconda volta. La prima fu appunto nel 1984. Mi sono fatto un’impressione molto favorevole di tutto quello che ho visto qui. Successivamente mi sono informato. Ho letto dei libri di Padre Laurentin, non tutti, ma molti. Ho letto alcuni articoli e mi sono interessato. In modo particolare, mentre ero professore a Louvain, tra gli studenti ne ho visti alcuni che erano stati a Medjugorje e qui avevano scoperto la preghiera, la confessione, l’Eucarestia ed il digiuno e ricordo che in seminario ho iniziato regolarmente a digiunare il venerdX, seguendo l’esempio di alcuni miei seminaristi e di altri studenti che avevo incontrato all’universitB e che avevano iniziato a digiunare in seguito al loro pellegrinaggio a Medjugorje. Quando sono diventato vescovo, ho incontrato molti fedeli della mia diocesi che digiunavano il venerdX e che avevano scoperto i sacramenti grazie all’incontro con Medjugorje. Ho potuto constatare che tra i seminaristi ce n’erano alcuni che avevano vissuto la conversione e ricevuto la vocazione grazie a Mexugorje. Ora ho una trentina di seminaristi, tra i quali ce ne sono alcuni che qui hanno vissuto un’esperienza spirituale che ha caratterizzato la loro vocazione. A me interessano questi frutti. La logica mi insegna che da premesse sbagliate possiamo trarre conclusioni corrette. Il fatto che tante manifestazioni positive avvengano proprio grazie a Medjugorje, P una prova a favore di Medjugorje stessa. Io quindi ho continuato ad informarmi e dicevo sempre che un giorno sarei voluto tornare a Medjugorje. Nel 2000 ho pensato che avrei potuto approfittare del Giubileo per fare un breve pellegrinaggio. Il fatto che al momento in Francia ed in Belgio vi sia molta opposizione nei confronti degli avvenimenti di Medjugorje e libri che la criticano, mi ha spinto a venire a vedere con i miei occhi. Non voglio giudicare le cose, le situazioni e le persone da lontano, solo basandomi su libri ; preferisco piuttosto guardare di persona. Dopo aver informato il vescovo di Mostar della mia venuta, mi sono recato qui come un pellegrino, per pregare, ma anche per convincermi e devo dire che tutto quello che vedo nella chiesa parrocchiale, per quanto riguarda il pastorale, P molto positivo: la preghiera del Rosario, l’Eucarestia, l’adorazione, una solida devozione, profondamente ispirata. Per quanto riguarda gli avvenimenti di Medjugorje, non sta a me chiarirli. Questo P di competenza del vescovo locale, dei vescovi della Bosnia-Erzegovina i quali, dopo un’analisi dettagliata della situazione, devono formulare un giudizio sulla veridicitB o meno delle apparizioni. Questa non P una questione che interessa me ! In ogni caso, accetterb il giudizio ufficiale della Chiesa.

GM: Perché nella Chiesa si indugia quando si vedono dei frutti positivi ?

AML: Io penso che la Chiesa, nella sua saggezza, voglia innanzitutto individuare i fatti all’interno di questi fenomeni e poi i frutti. Penso sia questa la regola elaborata giB dal cardinale Šeper quando era prefetto della Congregazione per la dottrina della fede. Innanzitutto si accertano i fatti e poi frutti. L’accertamento dei frutti non P sufficiente. E’ necessario valutare i fatti, ma l’abbondanza dei frutti P di per sé un elemento positivo sebbene mi sembri che, come in tutte le questioni umane, vi siano anche frutti cattivi. Laddove ci sono gli uomini, ci sono anche questioni umane, che talvolta vanno anche oltre l’uomo. CosX come avvenne per i 12 apostoli …

GM: Da dove viene l’opposizione ?

AML: Capisco che si pongano domande sui fenomeni di Medjugorje e che vi siano obiezioni nei confronti delle apparizioni che qui avvengono. Comprendo che ad esempio si pongano le seguenti domande: molte apparizioni, il fatto che essere siano in un certo senso prevedibili, si conosce la data. Comprendo che vi sia una certa opposizione. Personalmente non do alcun giudizio aprioristico su quello che la Santissima Vergine dovrebbe o non dovrebbe fare. Io preferisco accettare le cose, anche se non sono in sintonia con le mie idee personali, ma capisco che ci si ponga delle domande e credo, in base a quello che ho potuto vedere, che in questo fenomeno di Medjugorje ci siano cose vere, ma anche dei parassiti. Credo che esistano cose fondamentali, ma anche casuali: le prime sono positive, le seconde negative. A Lourdes sono stato profondamente colpito dalla testimonianza di Bernarda, che considero veritiera al 100%. Mi sembra che qui, attorno all’avvenimento centrale, ci siano stati dei parassiti. Comprendo che ci si possa porre delle domande. Mi sono informato anche sugli interrogativi che si pongono coloro che non sono favorevoli a Mexugorje. Bisogna ascoltarli e per questo ho letto il libro di Joachim Boufflet, dall’inizio fino alla fine. E’ scritto in un tono polemico che mi sembra fuori luogo, ma si pone interrogativi legittimi che un giorno dovranno essere chiariti e ricevere una risposta storicamente confermata. Dunque accetto queste domande, ma voglio rimanere aperto dinanzi agli eventi. Conosco alcuni amici vescovi la cui regola di condotta P la seguente: “Attenzione, se siamo aperti dinanzi agli avvenimenti di Medjugorje forse possiamo incoraggiare un qualcosa che non P affidabile”. Il rischio esiste. Io sono invece sensibile piuttosto al rischio opposto e dico: “E’ anche possibile che il cielo abbia parlato agli uomini in questo luogo e non voglio correre il rischio di precludermi a priori questa grazia”. Esistono due rischi: il rischio che ci sbagliamo su Medjugorje ed il rischio di passare vicino ad un grande dono di grazia.

GM:Il dono del Cielo?

AML: Desidero che coloro che possiedono la grazia e la competenza, il vescovo locale, la conferenza episcopale della Bosnia-Erzegovina, le commissioni teologiche e dottrinali, continuino ad analizzare questo fenomeno, che un giorno formulino il giudizio della Chiesa su quanto P qui accaduto. Sino a quel momento, tra i due rischi, io preferisco correre il rischio di essere aperto, piuttosto che quello di precludersi a priori la grazia di Dio che pub operare in questo luogo. Dunque assumo una posizione di apertura nella ragionevolezza.

GM:Noi francescani, in attesa del giudizio definitivo, ci mettiamo al servizio delle persone che vengono qui. Il vescovo ci considera “disubbidienti” a causa delle “apparizioni”, ma non abbiamo una grande scelta: se le persone vengono qui, noi dobbiamo metterci al loro servizio…

AML: In base a quello che posso vedere, la vostra opera pastorale nella chiesa parrocchiale non si fonda sulle apparizioni in quanto tali. Mi sembra che non si parli delle apparizioni quando si celebrano l’Eucarestia ed i sacramenti. Di tanto in tanto sento dire : “ Tutti i frutti di Medjugorje derivano semplicemente dal fatto che si celebra l’Eucarestia, che si adora l’Eucarestia, che ci si confessa, che si prega. I frutti quindi, se ce ne sono, non derivano dalle apparizioni, ma dai sacramenti della Chiesa ”. Talvolta sento dire tutto questo.

GM:Alcuni dicono: “LX dove c’P la preghiera, ci sono grazie e miracoli”.

AML: Questa logica non mi sembra del tutto esatta. La veritB P che dove c’P la preghiera, l’Eucarestia, la confessione, ci sono anche i frutti. Ma ci sono molti altri posti nel mondo dove si prega, ci si confessa, si celebra l’Eucarestia, ma non vi sono frutti cosX evidenti!

GM: Lei dunque pensa che questa dimensione sia attribuibile alle apparizioni ?

AML: Credo si tratti di un’indicazione che merita un ulteriore approfondimento, un’indicazione che induce alla riflessione. Incontro regolarmente dei giovani che pensano al sacerdozio o che hanno avuto un’esperienza profonda di conversione venendo qui, molto pij che in altri luoghi, e questo mi fa porre delle domande. Non posso accettare senza riserve che i frutti di Medjugorje siano legati soltanto ai sacramenti, poiché questi ultimi vengono vissuti anche altrove. Qui esiste un qualcosa che fa porre delle domande. Non sta a me esprimermi in merito alla veridicitB di questi fondamenti, ma vi sono degli interrogativi ai quali non ci si pub sottrarre.

GM: Al termine di questo colloquio, vuole inviare un suo messaggio al mondo ?

AML: Penso che viviamo in un’epoca che, a livello spirituale, richiede urgenza. Sono convinto, come Papa Giovanni Paolo II, che il momento del Giubileo sia un momento di grazia particolare che prepara, come Giovanni Paolo II ha pij volte ripetuto, ad una nuova effusione dello Spirito Santo sulla Chiesa. Quello che mi attendo da Medjugorje P che contribuisca alla preparazione di questa nuova effusione dello Spirito, della quale la Chiesa ed il mondo hanno bisogno. Pertanto ritengo che sia necessario concentrarsi innanzitutto sulle cose essenziali, cosX come voi fate qui, in questa parrocchia : concentrarsi sull’Eucarestia, che P la sorgente della vita cristiana ; per quanto riguarda tutto il resto, ritengo che sia necessario possedere il dono della grazia e che tutti i chiarimenti su Medjugorje avvengano nel miglior clima possibile, per il bene della Chiesa.

GM:Pregheremo per Lei. Ci benedica! Grazie!”

LA VISITA DEL VESCOVO DEL BRASILE

Dall’1 al 4 giugno a Medjugorje ha soggiornato Monsignor Waldemar Chaves de Araujo con un gruppo di pellegrini brasiliani. Prima del suo arrivo a Medjugorje fra Slavko Barbaric ha parlato con Monsignor de Araujo. Riportiamo integralmente il loro colloquio.

S.B.: Eccellenza, dica ai nostri lettosi qualcosa di sé.

WCH: Sono Monsignor. Waldemar Chaves de Araujo, vescovo della diocesi di Sao Joao del Rei in Brasile. La situazione nella mia diocesi P buona. Ho instaurato buoni rapporti con i miei sacerdoti, religiosi e laici ed abbiamo vari gruppi di persone attive che operano a vari livelli. In questo periodo organizziamo soprattutto incontri nelle comunitB parrocchiali, nella diocesi ed anche a livello regionale. Nella mia diocesi ci sono circa 300.000 fedeli, con 304 comunitB. Sono venuto in pellegrinaggio qui con un piccolo gruppo del Brasile, che P venuto in pellegrinaggio in questo luogo dedicato alla presenza di Maria. Preghiamo insieme, meditiamo e rimaniamo in silenzio. Questa P la prima volta che vengo a Medjugorje.

S.B.: Quando e come ha sentito parlare per la prima volta di Medjugorje e qual P la sua esperienza a riguardo?

WCH: Ho letto relazioni sulle apparizioni di Medjugorje e su tutto quello che qui accade, ho parlato con la gente che P venuta qui in pellegrinaggio. Io credo che la Madonna qui appaia. Ella P la Madre di Gesj e Madre nostra e vuole aiutarci. Ecco perché sono venuto con un gruppo e viviamo questi giorni consapevoli che Ella sia presente in modo speciale come una Madre in mezzo a noi. In base alla mia esperienza posso dire che questo P realmente un luogo di preghiera. Posso dire che ho sempre avuto una speciale devozione per Maria, ma qui l’ho rinnovata ed approfondita. Non ci sono davvero difficoltB a credere che Ella appaia qui. Dio agisce come vuole e quando vuole e cosX ha deciso di operare a Medjugorje.

S.B.: Ha un messaggio particolare per i parrocchiani, i pellegrini e la gente in generale?

WCH: Il mio messaggio da Medjugorje P un messaggio di speranza. Chi sceglie una vera devozione per Maria e fa quello che Lei dice, incontrerB Gesj e GesJ.D.na la speranza. Chi vuole iniziare a vivere i sacramenti, come ho visto che qui vengono vissuti, la celebrazione della Messa, la confessione, l’adorazione e la preghiera, riempirB la propria vita di speranza e pace. Insieme a Maria il nostro cammino P sicuro. Accettate quello che dice, Ella conosce il cammino, conosce il suo Figlio e ci aiuterB lungo la nostra strada fino alla patria celeste. Dio vi benedica ed io pregherb per tutti voi.

LA VISITA DEL VESCOVO TEDESCO

Dal 18 al 23 marzo a Medjugorje ha soggiornato Monsignor Franziskus Eisenbach, vescovo ausiliario di Mainz. Ecco le sue impressioni:

"Sono qui in veste di pellegrino. Voglio conoscere Medjugorje e pregare qui. Già da anni la seguo e la conosco ed avrei voluto venire prima, ma ho atteso un segno certo per decidere di venire a Medjugorje. Questa volta sono stato esplicitamente invitato e per questo sono venuto. La prima impressione è stata quella di una chiesa sempre piena, durante tutte le Messe, e soprattutto durante l'adorazione. E' evidente che molte persone abbiano compreso che questo è soprattutto un luogo di preghiera. Molti riferiscono che qui il loro modo di pregare migliora e che compiono un'esperienza di preghiera comune. Conosco molte persone che a Medjugorje hanno rinnovato la propria fede ed hanno imparato di nuovo a pregare. Ora anch'io ho potuto sperimentare come Medjugorje possa essere di aiuto in questo senso. La seconda esperienza, per me molto importante, è stata che a Medjugorje non ci si occupa soltanto di preghiera e la preghiera porta frutti all'uomo, soprattutto delle persone in difficoltà Vorrei ricordare in modo particolare il "Majèino selo", presso cui trovano rifugio madri con bambini, donne abbandonate ed orfani di guerra ed il tutto è collegato ad un grande asilo dove vi sono incontri tra i bambini di famiglie sane e bambini che, per i motivi più diversi, non hanno più una famiglia normale. Ho visto che qui i bambini abbandonati hanno la possibilità di imparare a vivere e questo è molto importante. Mi ha inoltre colpito in modo particolare la comunità di Suor Elvira dove i tossicodipendenti e coloro che sono dipendenti da altre forme di male trovano un luogo di rifugio e guarigione. Con loro ho celebrato la Santa Messa ed abbiamo pregato insieme al mattino. E' stato molto bello vedere con quanta forza preghino e con quale gioia celebrino la Santa Messa. Ho capito che il metodo migliore per guarire è quello di approfondire la propria fede e vivere la comunità nella preghiera e nel lavoro.

Per me è stato molto importante sentir parlare dell'iniziativa padrini-bambini, ovvero l'azione di sostegno in favore dei figli di difensori della patria morti, a cui partecipano numerose famiglie tedesche, inviando mensilmente un contributo in denaro alle famiglie sofferenti ed ai loro bambini. Questo amore concreto verso i bisognosi mi dimostra che a Medjugorje c'è un vero spirito di preghiera. L'amore verso Dio che si rivela nella preghiera ha portato dei frutti che si manifestano nella cura verso gli uomini.

Volevo inoltre comprendere meglio il fenomeno delle apparizioni e per questo motivo ho cercato di incontrare almeno una delle persone che parlano delle proprie esperienze e sostengono di vedere la Vergine. Ho incontrato una delle veggenti, ho parlato con lei e sono stato presente all'apparizione. Durante il primo incontro con Marija a casa sua, l'ho trovata in giardino a lavorare con gli stivali di gomma. E' una donna perfettamente normale, giovane e con tre figli. Parlando con lei ho compreso che è molto sveglia, sa porre delle domande e parlare delle proprie esperienze; sa distinguere bene le cose e si rende conto di quello che è bene e di quello che non lo è. Mi ha invitato a partecipare alla preghiera a casa sua, quando si prepara all'incontro con la Madonna, che dura ormai da più di 18 anni. Abbiamo pregato nella cappellina della sua casa e qui, per l'occasione, si erano riunite molte persone. Abbiamo recitato il Rosario in varie lingue ed abbiamo atteso il momento dell'apparizione. Marija ci ha avvertiti che il momento si stava avvicinando e dopo la preghiera, da lei guidata, è rimasta in silenzio. Tutti abbiamo capito che in quel momento vedeva la Vergine. Dopo l'apparizione ci ha detto che la Madonna aveva pregato per noi e ci aveva benedetti. Ancora una volta ci ha chiesto di pregare. L'incontro con Marija mi ha fatto capire che è perfettamente normale, una giovane donna, che sta con i piedi sulla terra e che si prende cura dei suoi figli. Ho visto che ha un buon rapporto con la sua famiglia e con i pellegrini. E' semplice e naturale, chiara e comprensibile quando parla delle sue esperienze. In definitiva si può dire che sia una donna alla quale si può credere, degna di fiducia e per questo non ho difficoltà nel credere a quello che dice, soprattutto in quello che vede. Per me è stata un'esperienza molto interessante e sono giunto alla conclusione che questo luogo di preghiera si fonda sull'esperienza che questi giovani hanno ricevuto in dono e che trasferiscono agli altri.

Maria viene venerata a Medjugorje come Regina della Pace. Tale appellativo e quello che Ella chiede avrebbero dovuto preparare il mondo alla spaventosa esperienza della guerra. Dieci anni dopo la prima apparizione in Croazia, Bosnia ed Erzegovina scoppiò la guerra. Medjugorje è un luogo dove si prega continuamente per la pace. Il messaggio di Medjugorje a tutto il mondo è chiaro: bisogna superare le guerre ed i conflitti con la forza dell'amore. Si ha l'impressione che Medjugorje tocchi completamente l'uomo: cuore, anima e corpo. Le preghiere ed il luogo di preghiera catturano l'uomo. Per questo motivo Medjugorje, in questo senso, porta il messaggio a tutta la Chiesa: permettere a Dio ed alla Madonna di toccarci nella nostra realtà umana e permettere a Maria di donarci il suo amore per imparare ad amare con tutto il cuore. Possiamo dunque dire che nessuno deve aver paura di Medjugorje, sebbene non sia stata ancora riconosciuta ufficialmente dalla Chiesa. Qui si prega davvero in un modo che cambia l'uomo. Per questo motivo qui arriva una moltitudine di fedeli che vuole imparare a pregare. Io desidero portare questo messaggio anche in Germania perché noi tedeschi siamo più inclini al razionalismo che al sentimento. Qui viene inviato un messaggio a tutti gli uomini e di questo abbiamo realmente bisogno.

LA VISITA DEL VESCOVO DEI CARAIBI

Come già preannunciatovi nel Bollettino n. 137, a febbraio è venuto in visita privata a Medjugorje Monsignor Robert Rivas. A Medjugorje arrivano numerosi pellegrini e tra di essi è sempre crescente il numero dei sacerdoti, religiosi e religiose. Naturalmente è in aumento anche il numero dei vescovi. Secondo la dichiarazione di Zara del 1991, i vescovi devono seguire gli avvenimenti di Medjugorje per sapere dove si rechino i loro fedeli. Abbiamo approfittato dell'occasione per parlare con Monsignor Robert Rivas, vescovo di St. Vincent e Grenadines nei Caraibi, che ha soggiornato a Medjugorje per una decina di giorni. Gli siamo grati per la sua disponibilità nel condividere con noi la sua testimonianza. Fra Slavko Barbaric ha parlato con il vescovo Rivas e qui di seguito riportiamo degli stralci della loro conversazione:

SB: Si presenti ai nostri lettori!

RR: Mi chiamo Robert Rivas. Sono nato nel mese di giugno 1946 a Trinidad-Tobago. A 18 anni sono entrato nell'ordine domenicano. Ho portato a termine il noviziato e gli studi teologici in Irlanda. Sono stato ordinato sacerdote nel 1971. Successivamente mi sono recato a Roma e qui ho studiato all'Angelicum, dove ho conseguito il diploma di teologia.

Poiché mi interessava molto il lavoro in radio e televisione, in Irlanda ho studiato comunicazione. Quando, dopo quasi nove anni, sono tornato a Trinidad, i miei superiori mi dissero che mi ero assentato a lungo e che dovevo riacquistare familiarità con i problemi di Trinidad. Ho lavorato per sette anni in tre comunità parrocchiali. Poi sono stato per due anni il responsabile di un servizio di comunicazione. Per dieci anni sono stato insegnante dei novizi. In quel periodo di 10 anni, per sei anni sono stato anche sacerdote degli studenti. In seguito sono stato incaricato di organizzare ed unire varie comunità domenicane nei Caraibi; all'epoca ce n'erano sei, ma non era ancora stata istituita la provincia. Ho lavorato per quattro anni in quel campo e poi sono diventato vescovo di St. Vincent, un'isola nel mar dei Caraibi.

SB: Quando e come ha sentito parlare per la prima volta di Medjugorje?

RR: A Trinidad succedono molte cose che sono legate a Medjugorje, sin dai primi giorni delle apparizioni. Alcuni pellegrini mi avevano chiesto di venire in veste di sacerdote. Nel 1988 risposi a quell'invito. Fui molto felice e soddisfatto della mia prima visita a Medjugorje, perché riscontrai un rinnovamento della fede e della vita nella fede dei pellegrini. La grazia speciale di Medjugorje è che i sacerdoti che vengono con i gruppi hanno la possibilità di operare come sacerdoti, mettendosi a disposizione per la confessione ed i colloqui. La confessione è la grazia più grande di Medjugorje. Venendo a Medjugorje i pellegrini acquisiscono prontezza nelle loro parrocchie, dal punto di vista della preghiera, della vita sacramentale e delle attività parrocchiali in genere. Proprio per tutto quello che ho potuto vedere nella gente devo dire che qui esiste una grazia speciale e che Maria è presente. Io credo davvero che la Vergine parli qui.

SB: Cosa l'ha convinta ed aiutata in modo particolare ad accettare Medjugorje?

RR: Lo ripeto: i pellegrini che qui hanno iniziato a cambiare la propria vita ed hanno scelto una vita di fede.

SB: Questa è la sua seconda volta a Medjugorje, non come sacerdote, ma come vescovo. Cosa può dirci ora?

RR: Questa volta avevo deciso di venire e di rimanere in silenzio, in "incognito". Voglio fare qui i miei esercizi spirituali e rimanere in silenzio. Tuttavia le cose non sono andate così perché i pellegrini mi hanno chiesto di confessarli ed io l'ho fatto. Ho capito che il mio ruolo di sacerdote è cambiato. Mi ha colpito profondamente l'amore dei fedeli nei confronti del vescovo. Chi ama il vescovo, ama la Chiesa. Qui lo Spirito Santo è all'opera. Qui la Vergine è all'opera. Io personalmente desidero essere sempre sotto la sua protezione. SB: Desidera raccomandare qualcosa da Meðugorje?

RR: Quello che cerco di realizzare nella mia vita è la semplicità. Credo di aver appreso la semplicità nella sofferenza del mio sacerdozio ed in me si è sviluppato un amore profondo nei confronti di Dio, della Vergine, della Chiesa ed anche una totale devozione a Cristo. Tutto quello che desidero è compiere la volontà di Dio e agire per Lui. Il mio messaggio alla comunità parrocchiale, ai veggenti, ai sacerdoti della parrocchia ed a tutti i pellegrini è quello di essere pronti a dedicare completamente la propria vita a Dio e a liberarsi per l'amore, per poter vivere il Vangelo in una totale semplicità e bellezza. Voglio che tutti riconoscano che Gesù è il Re della nostra vita. Noi cattolici dobbiamo essere pronti a mostrare al mondo la bellezza della nostra fede con l'aiuto della Madonna. Raccomando a tutti di venire a Medjugorje perché qui riscopriranno la propria fede nella Chiesa e nella Vergine e diventeranno gioiosi testimoni della lieta novella. Ed a Medjugorje la lieta novella è: Pace.

SB: Grazie per l'intervista e le promettiamo le nostre preghiere.

LA VISITA DEL VESCOVO DEL BRASILE

Dal 3 a 5 marzo è venuto in visita privata a Medjugorje Monsignor Joao E. M. Terra, vescovo ausiliario di Brasilia in Brasile. Questa è la sua seconda visita a Medjugorje.

LA VISITA DEL VESCOVO DEI CARAIBI

Come già preannunciatovi nel Bollettino n. 137, a febbraio è venuto in visita privata a Medjugorje Monsignor Robert Rivas. A Medjugorje arrivano numerosi pellegrini e tra di essi è sempre crescente il numero dei sacerdoti, religiosi e religiose. Naturalmente è in aumento anche il numero dei vescovi. Secondo la dichiarazione di Zara del 1991, i vescovi devono seguire gli avvenimenti di Medjugorje per sapere dove si rechino i loro fedeli. Abbiamo approfittato dell'occasione per parlare con Monsignor Robert Rivas, vescovo di St. Vincent e Grenadines nei Caraibi, che ha soggiornato a Medjugorje per una decina di giorni. Gli siamo grati per la sua disponibilità nel condividere con noi la sua testimonianza. Fra Slavko Barbaric ha parlato con il vescovo Rivas e qui di seguito riportiamo degli stralci della loro conversazione:

SB: Si presenti ai nostri lettori!

RR: Mi chiamo Robert Rivas. Sono nato nel mese di giugno 1946 a Trinidad-Tobago. A 18 anni sono entrato nell'ordine domenicano. Ho portato a termine il noviziato e gli studi teologici in Irlanda. Sono stato ordinato sacerdote nel 1971. Successivamente mi sono recato a Roma e qui ho studiato all'Angelicum, dove ho conseguito il diploma di teologia.

Poiché mi interessava molto il lavoro in radio e televisione, in Irlanda ho studiato comunicazione. Quando, dopo quasi nove anni, sono tornato a Trinidad, i miei superiori mi dissero che mi ero assentato a lungo e che dovevo riacquistare familiarità con i problemi di Trinidad. Ho lavorato per sette anni in tre comunità parrocchiali. Poi sono stato per due anni il responsabile di un servizio di comunicazione. Per dieci anni sono stato insegnante dei novizi. In quel periodo di 10 anni, per sei anni sono stato anche sacerdote degli studenti. In seguito sono stato incaricato di organizzare ed unire varie comunità domenicane nei Caraibi; all'epoca ce n'erano sei, ma non era ancora stata istituita la provincia. Ho lavorato per quattro anni in quel campo e poi sono diventato vescovo di St. Vincent, un'isola nel mar dei Caraibi.

SB: Quando e come ha sentito parlare per la prima volta di Medjugorje?

RR: A Trinidad succedono molte cose che sono legate a Medjugorje, sin dai primi giorni delle apparizioni. Alcuni pellegrini mi avevano chiesto di venire in veste di sacerdote. Nel 1988 risposi a quell'invito. Fui molto felice e soddisfatto della mia prima visita a Medjugorje, perché riscontrai un rinnovamento della fede e della vita nella fede dei pellegrini. La grazia speciale di Medjugorje è che i sacerdoti che vengono con i gruppi hanno la possibilità di operare come sacerdoti, mettendosi a disposizione per la confessione ed i colloqui. La confessione è la grazia più grande di Medjugorje. Venendo a Medjugorje i pellegrini acquisiscono prontezza nelle loro parrocchie, dal punto di vista della preghiera, della vita sacramentale e delle attività parrocchiali in genere. Proprio per tutto quello che ho potuto vedere nella gente devo dire che qui esiste una grazia speciale e che Maria è presente. Io credo davvero che la Vergine parli qui.

SB: Cosa l'ha convinta ed aiutata in modo particolare ad accettare Medjugorje?

RR: Lo ripeto: i pellegrini che qui hanno iniziato a cambiare la propria vita ed hanno scelto una vita di fede.

SB: Questa è la sua seconda volta a Medjugorje, non come sacerdote, ma come vescovo. Cosa può dirci ora?

RR: Questa volta avevo deciso di venire e di rimanere in silenzio, in "incognito". Voglio fare qui i miei esercizi spirituali e rimanere in silenzio. Tuttavia le cose non sono andate così perché i pellegrini mi hanno chiesto di confessarli ed io l'ho fatto. Ho capito che il mio ruolo di sacerdote è cambiato. Mi ha colpito profondamente l'amore dei fedeli nei confronti del vescovo. Chi ama il vescovo, ama la Chiesa. Qui lo Spirito Santo è all'opera. Qui la Vergine è all'opera. Io personalmente desidero essere sempre sotto la sua protezione. SB: Desidera raccomandare qualcosa da Meðugorje?

RR: Quello che cerco di realizzare nella mia vita è la semplicità. Credo di aver appreso la semplicità nella sofferenza del mio sacerdozio ed in me si è sviluppato un amore profondo nei confronti di Dio, della Vergine, della Chiesa ed anche una totale devozione a Cristo. Tutto quello che desidero è compiere la volontà di Dio e agire per Lui. Il mio messaggio alla comunità parrocchiale, ai veggenti, ai sacerdoti della parrocchia ed a tutti i pellegrini è quello di essere pronti a dedicare completamente la propria vita a Dio e a liberarsi per l'amore, per poter vivere il Vangelo in una totale semplicità e bellezza. Voglio che tutti riconoscano che Gesù è il Re della nostra vita. Noi cattolici dobbiamo essere pronti a mostrare al mondo la bellezza della nostra fede con l'aiuto della Madonna. Raccomando a tutti di venire a Medjugorje perché qui riscopriranno la propria fede nella Chiesa e nella Vergine e diventeranno gioiosi testimoni della lieta novella. Ed a Medjugorje la lieta novella è: Pace.

SB: Grazie per l'intervista e le promettiamo le nostre preghiere.

LA VISITA DEL VESCOVO DEL BRASILE

Dal 3 a 5 marzo è venuto in visita privata a Medjugorje Monsignor Joao E. M. Terra, vescovo ausiliario di Brasilia in Brasile. Questa è la sua seconda visita a Medjugorje.

VISITE-DICHIARAZIONI DEI VESCOVI

Nel n. 129 del Press Bulletin abbiamo parlato delle visite dei vescovi che hanno soggiornato a Meðugorje alla fine di ottobre. In questo numero riferiamo anche le loro impressioni.

Dopo aver trascorso alcuni giorni a Meðugorje, Monsignor Stanislas Lukumwena del Congo, tra le altre cose, ha dichiarato: "La prima mattina del mio arrivo mi sono recato a pregare sulla Collina delle Apparizioni. Mi ha profondamente colpito perché ho incontrato molta gente che pregava con devozione e raccoglimento. Per me è stata un'esperienza importante anche il programma di preghiera serale al quale partecipa molta gente. Tante persone, provenienti da paesi diversi, che parlano lingue diverse, che pregano insieme, mi hanno fatto provare una gioia profonda ed inesprimibile. Sono venuto qui in visita privata e per questo accolgo ufficialmente la posizione la Chiesa, ma la mia esperienza personale è qualcosa di totalmente diverso. Personalmente posso dire che mi è chiaro che tutto quello che qui avviene, e soprattutto la moltitudine di persone, non possono essere interpretati in altro modo se non come una straordinaria impresa divina. Per quanto riguarda l'autenticità delle apparizioni, dobbiamo lasciare il giudizio a quelle persone che, all'interno della Chiesa, sono state chiamate proprio a questo. Personalmente prego perché il momento del riconoscimento giunga quanto prima. La Madonna ci ha sempre detto di pregare per la pace. Oggi il mondo è diviso e non ci sono né pace, né amore. Raccomando a tutti di pregare in umiltà, con tutte le proprie forze, perché la pace giunga quanto prima in mezzo agli uomini. A tutte le comunità dove non ci sono vocazioni, raccomando di venire qui e, con lo spirito che qui regna e con cui si prega, sicuramente avranno delle vocazioni. A tutti voi che vivete qui voglio dire di continuare a lavorare secondo lo spirito di S. Francesco, come fate già ora. Continuate a sperare perché giungerà il momento del riconoscimento e tutti ne gioiremo.

Msgr. Jose de Jesus Nunez Viloria, vescovo di Gayana in Venezuela è venuto insieme ad un gruppo di pellegrini ed ha soggiornato proprio come un pellegrino a Meðguorje dal 24 al 28 ottobre 1999. Ecco le sue impressioni:

"Dopo questi giorni trascorsi a Medjugorje le mie impressioni sono estremamente favorevoli. Mi è chiaro che in questo luogo c'è qualcosa di molto forte e soprannaturale. Senza questa soprannaturalità, tali avvenimenti non potrebbero avere luogo e diffondersi in tutto il mondo. So che sempre più persone arrivano da tutto il mondo e che qui pregano molto e si convertono. Questa è una grande realtà soprannaturale come i fatti stessi dimostrano. I veggenti riferiscono semplicemente quello che dice la Madonna e si tratta di appelli della Bibbia: pace, conversione, preghiera, digiuno ed i fedeli li accolgono e continuano la propria vita sulla base di tali messaggi. Ascoltando una delle veggenti mi sono reso conto che alcuni pellegrini fanno delle domande spinti dalla curiosità, ma la veggente risponde molto semplicemente: ella può dire soltanto quello che le dice la Vergine; le altre cose bisogna chiederle ai sacerdoti. La mia opinione su tutto quello che qui accade è estremamente positiva. Mi sono piaciuti particolarmente il programma di preghiera, il Rosario, la Santa Messa e l'adorazione.

E' questa la vera via della conversione.

L'unica cosa che posso dire fraternamente è che voi che lavorate qui dovete essere pazienti con le persone che arrivano. Essi giungono da lontano, non sanno molte cose e, per quanto possibile, bisogna ascoltarli ed aiutarli sempre. Ai veggenti, ai sacerdoti e ai pellegrini raccomando di accogliere Maria che oggi ci aiuta in modo particolare a giungere a Cristo, che è l'unico mediatore e Salvatore. Gesù le ha detto dalla croce: Ecco tuo figlio, ma al discepolo ha detto: Ecco tua Madre! Sono convinto che sia questo il motivo delle apparizioni che dà a Maria il diritto ed il dovere di apparire e di aiutarci ed il nostro compito è quello di accoglierla. Quello che qui si annuncia è l'essenza del Vangelo e per questo motivo dobbiamo accettarlo. Si tratta dunque di rinnovare la propria vita sulla base del Vangelo. Lo spirito di devozione e l'ardore che qui si vede servirà davvero ad una nuova evangelizzazione. Mi raccomando in modo particolare alle vostre preghiere, come a quelle dei sacerdoti e di tutto il mondo e prometto di pregare per tutti."

La penultima settimana di ottobre ha soggiornato in visita privata a Medjugorje anche Monsignor Emilio L. Bataclan, vescovo delle Filippine. Prima di partire da Medjugorje ha dichiarato quanto segue:

"Io credo che la Madonna appaia qui. Ella è madre e si preoccupa per noi. Credo che sia sempre con i suoi figli, soprattutto quando soffrono ed hanno molti problemi. Non ho difficoltà a credere che qui ci sia la Madonna perché il "sensum fidelium" (sentimento popolare) mi dice che la Vergine è qui ed anche la mia esperienza venticinquennale, prima come sacerdote e parroco ed ora come vescovo, mi aiuta a riconoscere i segni speciali della presenza di Maria qui, che si prende cura di tutti i suoi figli. Vorrei dire a tutti: Maria è una Madre che ama e vuole davvero venire in questo mondo. Ella viene e ci dice cosa fare perché si preoccupa per noi. Spero che il mondo apra il suo cuore e la sua anima alla buona Madre. Preghiamo per la grazia per tutti gli uomini, affinché il loro cuore si apra. Preghiamo gli uni per gli altri. Che Dio vi benedica."

LA VISITA DEI VESCOVI

Durante il mese di ottobre hanno soggiornato a Medjugorje in forma privata anche quattro vescovi: Monsignor Joseph Mugeny Sabiti e Monsignor. Christopher Kakooza giunti dall'Uganda, Monsignor Stanislas Lukumwena del Congo e Monsignor Emilio L. Bataclan delle Filippine.

In questo numero del Press Bulletin riportiamo le impressioni dei due vescovi ugandesi. Monsignor Joseph Mugeny, tra le varie cose, ha detto:

" Qui nulla è un problema. Quello che realmente accade a Medjugorje è molto significativo. Vediamo persone provenienti da tutto il mondo. L'epoca in cui viviamo è un'epoca speciale. Dio, per mezzo di questo luogo, ci dona grazie particolari. Molti credenti che hanno difficoltà con la propria fede dovrebbero venire qui, a Medjugorje. Medjugorje è un'opportunità, un privilegio, un dono speciale di Dio che, per mezzo della Beata Vergine Maria, ci aiuta. Il mondo attraversa un momento molto difficile ed è un bene che ci siano luoghi come Medjugorje. Le guerre, le lotte tra fratelli, la droga ed altre forme di dipendenza sono tutte cose brutte. Abbiamo bisogno di un luogo nel quale poter conoscere il vero amore, la vera pace e la vera fede. Non vi sono dunque inganni in quello che qui accade. Qui l'esperienza è più forte che altrove. La gente che vive qui possiede lo spirito della preghiera. Penso che chi è a capo della Chiesa debba venire qui a sperimentare questo luogo.

Ciò può aiutarci a vivere meglio ed a guidare gli altri verso il bene e verso Dio.

Ecco le impressioni di Monsignor Christopher Kakooza:

"La Beata Vergine Maria appare in molti luoghi. Sono molto importanti i suoi inviti al confronto, alla preghiera ed alla penitenza. Gli inviti della Vergine alla santità di vita, alla conversione, alla vita con Dio sono inviti con i quali possiamo guadagnarci l'eternità. Penso che la conversione e la preghiera siano messaggi che tutto il mondo deve fare propri per poter tornare a Dio. In tal modo l'uomo si apre la via che conduce all'eternità."

LA VISITA DEL VESCOVO AUSTRIACO

Dopo aver partecipato il 19 settembre all incontro dei fedeli con il Santo Padre a Maribor (Slovenia), Monsignor Georg Eder, arcivescovo di Salisburgo, Austria, il 20 settembre venuto in visita a Medjugorje. In quest occasione, tra le altre cose, egli ha dichiarato quanto segue:

E la mia seconda volta a Medjugorje, ma in modo non ufficiale, poiché un vescovo non può venire in pellegrinaggio in questo luogo in modo ufficiale. Sono venuto a Medjugorje in giornata per motivi personali. Io credo molto in Maria a Medjugorje. In veste di vescovo ho numerosi pesi da portare e per questo motivo ci si reca lì dove si cerca e si trova aiuto. Tutti i bambini intelligenti vanno dalla mamma. Anche un vescovo ha bisogno di aiuto. All inizio di quest anno in questo luogo ho trovato un grande aiuto e spero che neppure questa volta andrò via a mani vuote.

Tutto quello che accade qui non è né sbagliato, né falso, ma è positivo. Quando si riconosce la veridicità di questi avvenimenti, cosa ne sarà di coloro che non hanno creduto. Non ci sono dubbi: quello che qui accade è buono. Qui si verifica quello che dovrebbe avvenire nella Chiesa: la preghiera, la Santa Messa, la confessione, l adorazione, la conversione, i gruppi di preghiera che nascono, le vocazioni che fioriscono. Tutto è alla luce degli avvenimenti che Maria guida e prepara per noi in vista del nuovo millennio. Gran parte di quello che accade è un qualcosa che nella Chiesa abbiamo dimenticato. Maria ci chiama e ci insegna. Della Chiesa in Austria posso dire che abbiamo dimenticato molto di tutto ciò e dobbiamo ricominciare a fare tutto quello di cui Maria parla a Medjugorje.

Dall inizio delle apparizioni sono trascorsi già 19 anni. Qui ci sono 6 veggenti. E interessante come essi siano rimasti saldi in tutto quest arco di tempo e come non si siano mai contraddetti. Questo è un vero miracolo. A Lourdes c era soltanto una veggente, a Fatima tre veggenti ed il tutto ha avuto una breve durata. Qui è completamente diverso. La Vergine non parla di quello che accade ora. Qui c è stata una guerra spaventosa. Ora mi rendo conto del fatto che questo è molto saggio: se iniziasse a parlare di quello che accade nel mondo, si correrebbe il pericolo di complicare tutto. Quando ho chiesto al veggente Ivan perché la Vergine non parli dei problemi del mondo di oggi, egli mi ha risposto semplicemente che la Madonna ci dice quello che dobbiamo fare, ovvero pregare da soli, in famiglia e all interno dei gruppi di preghiera. Anch io vedo che è proprio così. La causa della guerra e di ogni altra calamità va ricercata in noi. Quando gli uomini trovano la pace in Dio allora possono anche essere mediatori. Ecco perché Maria ha ragione. Qui gli uomini sperimentano la gioia, la pace e la serenità. Lo vedo. Sebbene ci siano molte cose negative al mondo, il modo migliore per risolverle è tendere al bene.

All inizio, devo riconoscerlo, i messaggi mi sembravano troppo semplici. Noi teologi siamo fatti così. Vorremmo qualcosa di grandioso. E stato così fino alla mia prima visita. Da allora vivo la cosa in modo diverso. Tutte le sere leggo un messaggio. La prima volta che lo leggo, mi sembra sempre molto semplice, ma quando lo rileggo una seconda volta mi rendo conto che esso ci dice in modo semplice quello di cui abbiamo bisogno. Noi vogliamo sempre i grandi capovolgimenti, cose strabilianti e dimentichiamo che tutto inizia dalle cose semplici, nel cuore di ciascuno di noi: innanzitutto la pace, la via della santità e poi la gioia. Maria è la Madre e parla in modo semplice. Molto spesso ripenso alle parole che diceva mia madre: quante volte ve lo devo dire? Eppure continuava sempre a ripetere le stesse cose per educarci. Così quello che la mamma diceva è entrato nel cuore. Mi ricordo che ci rammentava di pregare e di confessarci. Ad esempio ogni primo venerdì doveva sempre ricordarci di confessarci. Maria a Medjugorje ha scelto il modo giusto per aiutarci ed io Le sono grato di tutto.

Sono venuto molto volentieri a Mešugorje, anche se per un solo giorno, e devo riconoscere che durante questa visita ho pensato anche a me. Vi ringrazio di tutto e possa Dio benedirvi in tutto quello che fate.

IMPRESSIONI DEL PELLEGRINAGGIO A MEDJUGORJE DI MONSIGNOR RADEUSZ WERNO

Medjugorje è visitata da un numero sempre crescente di vescovi provenienti da vari paesi del mondo. Tra questi anche Monsignor Tadeusz Werno, vescovo della città polacca di Koszalina, della cui visita abbiamo dato notizia già nel numero 124 del Press Bulletin. Dopo alcuni giorni trascorsi a Medjugorje, tra le varie cose dette a riguardo, ecco le sue impressioni.

"Quest'anno celebro il venticinquesimo anniversario della mia nomina a vescovo. Si tratta di una data lieta. Sono venuto qui per la prima volta su raccomandazione del parroco di Podstrzela, nella parte settentrionale della Polonia, il quale è stato profondamente colpito dallo spirito di Medjugorje. Quando una volta ne abbiamo parlato, mi ha convinto a venire a Medjugorje, mi ha posto in questo stato d'animo e così sono venuto.

Le esperienze delle persone che vengono a Medjugorje confermano che questo è un luogo di particolare grazia. In molti si convertono e tornano sulla strada della verità. Ammetto che anch'io recito il Rosario ma mi stanco già dopo la prima parte. Qui forse per la prima volta ho recitato tutte le parti che compongono il Rosario. La gente prega in varie lingue, ma ciò non infastidisce ed è anzi bello da ascoltare. Ho visto numerose persone confessarsi, tornare alla Santa Messa, fare la Comunione, essere in comunione con Dio che qui è in mezzo a noi. Sono davvero contento perché vedo che qui a Medjugorje i francescani, nostri fratelli, per mezzo della Vergine conducono la gente a Gesù. Io sono loro molto grato di ciò. Mi ha colpito in modo particolare la devozione della via crucis sul Krizevac. E' qualcosa di stupendo. Ho incontrato anche una delle veggenti ed abbiamo parlato. Mi sono recato nella comunità di suor Elvira, che aiuta tutti i giovani che hanno problemi di tossicodipendenza. Questo è realmente un frutto straordinario degli eventi di Medjugorje. Inoltre ieri ho osservato la gente nel momento della Santa Messa. Ragazzi, ragazze, adulti e bambini pregano, adorano per ore, si confessano. Questo è quello di cui abbiamo bisogno. Io credo in Gesù e non ho bisogno delle apparizioni né a Lourdes, né a Fatima, né a Medjugorje, ma ho bisogno del nutrimento a cui le apparizioni ci chiamano ed a cui ci conducono. In questo luogo si pone in risalto la Santa Messa come fulcro di vita. Bisogna dire quello che ha detto Gesù Cristo: Accogliete lo Spirito Santo, Spirito di Verità, di amore, siate miei testimoni in ogni parte del mondo, in famiglia, per la strada, a scuola ovunque. Abbiate il coraggio di farvi il segno della croce, di gioire e rallegrarvi.

Infine a voi francescani auguro di perseverare in questo mirabile impegno, di continuare ad essere uno strumento nelle mani di Dio. Sono convinto che il Papa benedica il vostro servizio a Medjugorje, che pensi a voi nel suo cuore poiché egli ama moltissimo la Madonna. Dovete perseverare. E' meraviglioso."

L 'ARCIVESCOVO DI SEUL A MEDJUGORJE

L'arcivescovo di Seul Paul Kim Tehang-Ryeol ha visitato Medjugorje dal 6 al 10 agosto in compagnia di tre sacerdoti della sua diocesi (Rhee Dae Won, Chang Dae Ik e Chang Keung Sun). Seguendo le migliaia di coreani che ogni anno vengono in pellegrinaggio a Medjugorje, egli ha avuto l'opportunità di conoscere questo luogo di pellegrinaggio, di preghiera e di vita liturgica dei pellegrini. Da pellegrino, egli ha pregato in modo particolare per la sua Chiesa e perché cessi la tensione tra i coreani, divisi in due stati.

LA VISITA DEL CARDINALE E DEL VESCOVO A MEUGORJE

Come preannunciatovi nello scorso numero del Press-Bulletin, dal 26 al 28 giugno sono giunti in visita privata a Medjugorje il cardinale Bernardino Echeverria Ruiz, arcivescovo in pensione di Guayaquila ed il vescovo Victor Maldonado, entrambi dell' Ecuador.

Dal 27 al 29 giugno, anch'essi in visita privata, hanno qui soggiornato due vescovi dell'Ecuador: Monsignor German Pavon Puente, vescovo di Tulcan, e Monsignor Carlos Altamirano, vescovo ausiliario di Quita.

Queste sono le loro impressioni, manifestate durante il colloquio con fra Slavko Barbaric:

Cardinale Bernardino Echeverria Ruiz:

P.B.: Quando ha sentito parlare per la prima volta di Medjugorje?

B.E.R.: Molto tempo fa. Ho immediatamente provato il grande desiderio di venire qui, ma fino ad ora non mi era stato possibile. Sono quindi felice di essere venuto. Per quanto riguarda i messaggi, ci sono ben noti, perché sono pienamente biblici. La cosa che mi ha attirato è il desiderio di vivere questa comunità parrocchiale e di incontrare i fratelli francescani che qui svolgono un lavoro meraviglioso. Questa è la vera evangelizzazione. Quando ieri ho partecipato alla Santa Messa serale, per me è stata un'esperienza grandiosa. Qui c'è tempo per la preghiera, per la celebrazione della Messa. Ho avvertito una profonda devozione quando abbiamo recitato il Rosario prima della S. Messa. Ciò mi ha colpito profondamente. Ho capito che, oltre ai messaggi che la Vergine ha inviato, qui la sua presenza è molto importante. Qui Dio parla per mezzo d Maria non soltanto a voi, ma a tutti i popoli e le culture. Qui non si viene per fini turistici, ma per la confessione e per incontrare Dio. Questo è un momento divino per il mondo. Oltre ai messaggi ed alla presenza di Maria, è importante tutto il lavoro che qui si svolge. Io personalmente qui colgo l'inizio della conversione di tutta l'Europa. Ho visto molte persone attendere la confessione. Una moltitudine di fedeli prende la comunione e celebra la Santa Messa. Questa deve essere per noi la cosa principale e la più importante nel pastorale, per poter essere a disposizione degli uomini. Ciò è quanto qui accade. Sono grato a Dio per aver qui incontrato i fratelli francescani, il popolo croato e per aver sentito la vostra fede.

Monsignor Victor Maldonaldo:

P.B.: Che impressione si è fatto di Medjugorje?

V.M.: Posso confermare quanto già detto dal cardinale Bernardino Echeverria: Medjugorje è il luogo dell'incontro tra Dio e l'uomo. Qui si trova la vera fonte della salvezza. Quando si arriva qui, si comprende immediatamente che abbiamo tutti bisogno della conversione. In questi giorni abbiamo incontrato la veggente Marija. Abbiamo pregato insieme a lei nel momento dell'apparizione ed abbiamo parlato. Abbiamo realmente bisogno della conversione per poter svolgere il nostro compito ed aiutare gli altri lungo il cammino della conversione. Devo ammettere che la mia venuta qui mi ha aperto gli occhi sotto molti aspetti e molto ha fatto per altri compiti della mia vita.

P.B.: Al suo ritorno, cosa dirà a quanti le sono stati affidati?

V.M.: Qui ho compreso meglio il ruolo di Maria nella vita dei cristiani. Ritengo che questo sia un grande dono ed una grande grazia. Proprio di questo parlerò alla gente.

LA VISITA DELL'ARCIVESCOVO DI PANAMA

Nell'ultimo numero del Press Bulletin abbiamo riportato la notizia del soggiorno a Medjugorje dell'arcivescovo di Panama Jose Dimas Cedeño Delgado di Panama. Riportiamo un estratto della sua conversazione con fra Slavko Barbaric.

S.B. Ci dica brevemente qualcosa di Lei!

J.D. Sono arcivescovo di Panama, in centro America. Sono anche il presidente della conferenza episcopale. La lingua parlata in questa zona è lo spagnolo. Panama ha circa un milione di abitanti ed è interessante far notare che è stata la prima diocesi costituita in America ed ora ce ne sono 8. Io sono il 47. vescovo da quando esiste questa diocesi. La situazione nella nostra Chiesa è buona. Abbiamo abbastanza vocazioni è questo è molto importante perché abbiamo molti movimenti laici e laici attivi che contribuiscono con la propria corretta spiritualità all'attività della Chiesa. Abbiamo motivi per essere speranzosi.

S.B. Cosa può dirci a proposito del suo soggiorno a Medjugorje?

J.D. Questa è la prima volta che vengo a Medjugorje. Sono venuto insieme ad una ventina di pellegrini. In questi giorni ho visto e vissuto una profonda devozione e fervore nella preghiera. Lo si avverte in tutti i gruppi di pellegrini. La disponibilità alla preghiera è incredibile. Lo spirito di fede che si avverte nella preghiera stimola ad un rinnovamento della fede nei cuori di coloro che si recano qui.

S.B.: I frutti di Medjugorje sono evidenti a Panama?

J.D. Certamente sì, grazie a Dio. Abbiamo una comunità parrocchiale guidata da Francesco Verar. Egli viene spesso a Medjugorje ed ha organizzato la Chiesa come quella qui a Medjugorje. Francesco ha costituito anche una comunità che si chiama Sorelle della Regina della Pace. Tutte le sere svolgono lo stesso programma di Medjugorje. Sono molto attivi.

S.B.: Questa comunità è stata già riconosciuta dalla Chiesa?

J. D. Sì. Io l'ho riconosciuta a livello episcopale quando ho visto come vive ed opera, che la loro attività principale è quella di pregare per la pace e quando ho sentito la loro spiritualità.

La comunità esiste già da alcuni anni. Hanno delle valide esperienze. Ho incontrato il parroco, che li conosce bene, e quando egli mi ha dato nuovamente conferma di tutto, il 25 giugno 1998 ho riconosciuto la comunità. Questo è l'anniversario delle apparizioni. Sono perfettamente convinto che si tratti di un frutto di Medjugorje.

L'ARCIVESCOVO IN PENSIONE DI SPALATO - MAKARSKA A MEDJUGORJE

Nella conversazione per l'" Orizzonte Culturale" l'arcivescovo in pensione di Spalato-Makarska, Mons. Frane Franic, ha trattato anche gli avvenimenti di Medjugorje:

Alla domanda: "Per lei la mediazione di Maria è indubbia. Qual è il ruolo di Maria nel mondo contemporaneo? Cosa pensa del suo ruolo a Medjugorje?", Mons. Franic ha risposto:

"E' un dato di fatto che i santuari mariani siano numerosi presso tutti i popoli cattolici. I più famosi e più visitati oggi sono quelli di Lourdes, Fatima e Medjugorje. Nella Chiesa io sono un seguace ed un sostenitore di numerosi carismi che San Paolo cita nelle sue lettere, profezie, guarigioni fisiche miracolose e celebrazione di Dio in altre lingue, come in questi giorni ho letto anche nell' enciclica papale "Fides et Ratio" (fede e ragione) nella sua traduzione italiana. Qui si parla del misticismo e della necessità di un rinnovamento della metafisica in filosofia e teologia. Per me non è stato difficile, dopo le mie esperienze personali, riconoscere la presenza della Madonna a Medjugorje, la quale parla già da diciotto anni per mezzo dei suoi veggenti eletti, e quindi non è stato difficile neppure riconoscere l'autenticità di queste manifestazioni di Maria. Ma bisogna proteggersi anche da false visioni perchè i falsi profeti ci sono sempre stati e sempre ci saranno."

"Vecernji list. 13, n. 250, Zagabria 14-2-1999.

LA VISITA DEL VESCOVO AUSTRIACO

Sempre più spesso a Medjugorje giungono anche alti prelati. All'inizio di dicembre è venuto l'arcivescovo di Salisburgo, Monsignor Georg Eder. La sera prima della sua partenza gli abbiamo chiesto di rilasciare una dichiarazione. A proposito delle sue impressioni tra le varie cose ha detto:

"Ho sentito parlare degli avvenimenti di Medjugorje non molto tempo dopo il loro inizio. Negli ultimi tempi si parla molto di apparizioni e come vescovo quasi ogni settimana sento parlare di apparizioni, visioni e dichiarazioni. Devo dire che durante il periodo del comunismo in Jugoslavia sono spesso venuto in vacanza in Istria, ma non sono mai andato più a sud, sebbene potessi farlo. Non c'era nulla che mi stimolava a farlo. Poi mi sono sempre più spesso posto una domanda: perchè questi messaggi così semplici che continuano a ripetersi? Sempre questo invito alla preghiera, al digiuno, al pentimento, alla preghiera per la pace. Mi sono detto: tutto questo deve avere un senso. Cosa fa una madre, come educa i suoi figli? L'ho vissuto anche a casa: ripete sempre le stesse cose, spesso ha detto io sono con voi! Così come io non posso smettere di dire: pregate o fate questo, anche Maria a Medjugorje si comporta nello stesso modo. Ella parla sempre allo stesso modo ai ragazzi che ora sono diventati persone adulte. E cos'altro dovrebbe fare un parroco nella sua parrocchia? Egli invita sempre alla preghiera. Una volta Giovanni Paolo II ha detto che i sacerdoti devono essere i primi a pregare e ad insegnare a pregare. Maria, come una brava Madre, lo fa. Ella insegna a pregare e lo fa in modo molto semplice. Devo dire che per me vale davvero la parola di Cristo come segno distintivo: Li riconoscerete dai loro frutti!

Le mie impressioni qui non sono sorprendenti. So che i gruppi vengono spesso da Salisburgo a Medjugorje, che continuano a creare gruppi di preghiera e che ci sono sempre più persone che dicono: "A Medjugorje ho avuto la vocazione! Penso: noi dimentichiamo tre cose che si trovano a Medjugorje: pentimento, conversione e vocazione. In Austria attendiamo inutilmente queste cose. Di conversione non si parla neppure più perchè la gente non ne ha bisogno; la confessione da noi si sta spegnendo, fatta eccezione per i santuari e le chiese dove si vive e si cerca questo sacramento; le vocazioni spirituali diminuiscono sempre più. A Medjugorje tutto questo avviene di continuo: confessioni, conversione e vocazione spirituale!

Mi chiedo questo: cosa dobbiamo fare perchè qualcuno si converta? Spesso ho detto ai componenti di associazioni popolari che nei loro programmi manca la conversione. Siamo forse noi quelli che non hanno bisogno della conversione, come dice Gesù nel Vangelo. La conversione viene meno, si perde la confessione, ci sono sempre meno vocazioni spirituali. Ci chiediamo come sia possibile mantenere i seminari. A Medjugorje si trova tutto questo, troviamo proprio quello che da noi manca.

Ho ancora un altro desiderio: che qui ci sia pace tra i francescani ed il vescovo e che Medjugorje possa davvero svilupparsi come Maria desidera. Io credo nella veridicità di Medjugorje. Ci credo già da tempo. Volevo venire a vedere. Quando i pellegrini mi hanno chiesto di venire con loro a Medjugorje ho risposto: Io da tempo sono più vicino spiritualmente a Medjugorje di altri! Le mie impressioni si sono rinsaldate grazie alla semplicità dei veggenti e del programma serale. Tutto è conforme allo spirito della chiesa, molto, molto semplice ed allo stesso tempo c'è tanta devozione, molta fede e, al di sopra di tutto, un forte desiderio di conversione e reale rinnovamento."

LA VISITA DEL VESCOVO AMERICANO

Come avevamo annunciato nel precedente numero del Press Bulletin, il vescovo ausiliario di Portland, nello stato americano dell?Oregon, e parroco di St. Mary?s Corvallis, monsignor Kenneth Steiner, per la prima volta è veuto in visita privata a Medjugorje dal 7 al 12 novembre 1998.

Ecco cosa ha detto a proposito delle sue impressioni su Medjugorje:

?La gente è ansiosa di scoprire una dimensione spirituale nella propria vita che la televisione, il secolarismo ed il materialismo uccidono e molte persone hanno davvero perso questa dimensione. Venendo a Medjugorje i pellegrini scoprono tale dimensione spirituale e tornando a casa aiutano gli altri a prenderne coscienza. E? davvero un miracolo quello che qui la gente vive e porta con sé, nelle proprie famiglie e comunità parrocchiali. Molti non possono venire qui per vari motivi e quindi hanno bisogno di testimoni che li aiutino a scoprire la pace interiore ed a trovare Dio. Parecchie persone tornando a casa prendono coscienza di quello che Dio ha donato loro qui e posso dire la stessa cosa anche a proposito d me stesso. Anch?io ho acquisito maggiore consapevolezza della presenza di Dio nei sacramenti, nella Chiesa, nelle Sacre Scritture e negli uomini in genere.

A Medjugorje ho ricevuto una nuova motivazione spirituale. Qualcuno forse pensa che noi vescovi e sacerdoti non abbiamo bisogno di questo rinnovamento, ma non è vero, perché anche per noi questo rinnovamento èindispensabile. Ho incontrato molti sacerdoti che sono venuti a Medjugorje e qui hanno compreso meglio il significato della propria vocazione. Questo è quanto io ripeterò continuamente a me stesso. Dirò alla gente che Medjugorje è un luogo nel quale recarsi per rinnovare la propria fede. Qui ho incontrato tanta gente con una fede profonda e che prega con fervore. Ho capito che le persone, nonostante le pesanti sofferenze, sono rimaste fedeli a Dio.

Qui ho riscoperto Dio e questa è una prova della presenza della Madonna in tale luogo. E? proprio questo il suo compito. A volte la gente viene qui per cercare Maria ed invece trova Dio. Questo è un suo desiderio poiché Ella non vuole niente per sé, ma fa di tutto perché gli uomini conoscano meglio suo Figlio Gesù. La Madonna vuole diffondere la pace di Dio in mezzo agli uomini, in mezzo ai suoi figli.

Io invito tutte le persone che vengono qui a diventare un esempio per gli altri al loro ritorno a casa. Possano essi diventare un richiamo alla pace, alla preghiera ed alla conversione. Chiunque venga qui ha già incontrato qualche altra persona che gli ha fornito una testimonianza favorevole su Medjugorje e che gli ha dimostrato come la sua vita sia cambiata in meglio. Tutti noi dobbiamo essere testimoni ed evangelizzare gli altri. E? questa la nostra missione: portare agli uomini la lieta novella di Dio che salva. Dobbiamo portare Gesù e la Madonna in questo mondo ed aiutare gli uomini a capire che la vita in Dio è necessaria a questo mondo e ad ognuno di noi. Dobbiamo essere testimoni per coloro che Dio ha mandato nella nostra vita.

Io pregherò per voi tutti. Dio vi benedica.?

LA VISITA DI DUE VESCOVI DI HAITI

Dal 16 al 23 novembre, insieme ad un gruppo di 33 pellegrini, a Medjugorje sono venuti in visita anche 2 vescovi di Haiti: Louis Kebreau, vescovo di Hinche, e Joseph Lafontant, vescovo ausiliario della capitale di Haiti. In occasione di questa visita, monsignor Louis Kebreau ha detto quanto segue a proposito delle sue impressioni:

?Molte persone ci hanno parlato di Medjugorje. Ci hanno inviato libri, foto, medagliette e video. Tutti e due noi abbiamo un amico comune in America che ci ha informato su tutto quello che qui accade. Questo amico ci ha offerto anche questo viaggio. Abbiamo accettato ed eccoci qui a Medjugorje.

Io vivo Medjugorje con fede. Nel Vangelo leggiamo che Gesù si reca a Nazaret e legge nella sinagoga. Molti si stupiscono per le sue parole, alcuni protestano dicendo di conoscere la sua famiglia, sua madre e suo padre. Io credo che sia necessario venire qui, trovare il tempo, vedere, vivere la fede. In tal modo potremo conoscere Medjugorje. Non è facile parlare di Medjugorje. Si tratta di un?esperienza profonda, intima, personale. Qui si sperimenta la pace interiore, la riconciliazione. Si scopre facilmente la vera fede cristiana. Per me questo è un momento di rinnovamento. Per dirla con parole semplici, bisogna venire qui, vedere, incontrare ed ascoltare le persone, bisogna andare sui monti, partecipare al programma serale, trovare il tempo per una preghiera personale in silenzio. Ho esperienze personali di riconciliazione con me stesso. In tutti noi esiste una parte che non conosciamo, una parte pagana. Poiché si tratta di liberazione interiore, di riconciliazione, talvolta è possibile avvertire in modo più forte gli attacchi di satana, ma si trova anche la forza. La Vergine Maria porta con sé una luce che ci aiuta a vedere il suo cammino ed a comprendere meglio il nostro compito. Ella ci segue lungo il nostro cammino e vuole guidarci fino alla vita con Dio. Medjugorje ci apre davvero la strada alla Santissima Trinità. E? questo quello che fa Maria qui ed io le sono grata.?

In occasione della sua prima visita anche Monsignor Joseph Lafontant tra le altre cose ha detto:

Sono quasi dieci anni che sento parlare di Medjugorje. Mi interessava sempre più e così ho accettato di partecipare a questo pellegrinaggio. Soprattutto perchè c'è anche monsignor Louis.

Io mi sono spesso recato in pellegrinaggio a Fatima, a Lourdes ed in altri luoghi. Qui ho notato una grande differenza rispetto a quei luoghi. Non ci sono stereotipi, è tutto diverso rispetto agli altri posti. Ognuno vive le proprie esperienze personali, sebbene si trovi in mezzo a molta gente. La cosa che stupisce è che chiunque viene qui come pellegrino è disposto ad accettare tutto.

L'incentivo principale che mi ha spinto a venire a Medjugorje è stato la visita del veggente Jakov Colo a settembre. Molte persone vi hanno partecipato. Proprio allora ho preso coscienza di quanti fedeli ad Haiti conoscano Medjugorje. Egli si è incontrato con i fedeli in due chiese. Durante la sua permanenza è stato evidente il desiderio di riconciliarsi con se stessi e con gli altri. C'erano molte persone che in quei giorni chiedevano di confessarsi, molte più del solito. Io ho partecipato ad entrambi gli incontri. Durante uno di questi ho celebrato la Messa, mentre l'altra è stata celebrata da monsignor Louis. E' stata una vera esperienza di fede. La venuta qui lo ha confermato. Tutti hanno bisogno di questa esperienza: si tratta di un'esperienza di conversione, di ritorno a se stessi ed a Dio, come esperienza di riconciliazione con gli altri. La Madonna aiuta tutti i suoi figli a trovare loro stessi. La Vergine vuole sentire, toccare e guidare tutti. Nel profondo di se stessi nessuno si sente forzato e la libertà viene profondamente rispettata. Un croato che vive in America all'aeroporto mi ha detto che all'inizio non credeva, ma che venendo qui aveva trovato la pace e da allora crede nella presenza della Madonna. Ora lo capisco. Qui la gente trova la pace e si riconcilia.

Entrambi i vescovi hanno concluso la conversazione con le seguenti parole:

"Che la benedizione di Dio e la protezione della Regina della pace vi accompagnino."

LA VISITA DEI VESCOVI

Nel mese di ottobre 1998 sono venuti in visita a Medjugorje anche due vescovi, uno brasiliano e l'altro polacco. Quest'ultimo è monsignor Albin Malysiak che ha 81 anni, come egli stesso dice, e lavora come fa da 15 anni. Interessante è la sua collaborazione con il Santo Padre Giovanni Paolo II per 20 anni. A proposito di questo periodo della sua vita dice:

"Anche dopo che è diventato Papa siamo rimasti amici e ci incontriamo per quanto possibile. Ad esempio, sarò con il Papa all'inizio di novembre di quest'anno e nuovamente all'inizio di marzo del prossimo anno. Per dieci anni ho collaborato con lui come parroco e professore di teologia e per dieci anni come vescovo ausiliario. Lavorare con lui è stata per me una grande gioia. Si tratta di un grande uomo, onesto e sincero. Ha sempre avuto una grande comprensione per gli altri. E' stato docente presso l'università cattolica di Lublin. Ha insegnato etica sociale e si è occupato della problematica dei poveri e degli abbandonati. Sono sempre stato un suo stretto collaboratore. Insieme abbiamo sofferto a causa del comunismo e questo ci ha uniti in modo particolare.

S.B.ene la visita di Monsignor Malysiaka a Medjugorje sia stata privata, egli ha detto quanto segue in merito alle proprie impressioni:

"Verrò molto volentieri qui, quando la Chiesa riconoscerà Medjugorje, poichè tutti noi aspettiamo la posizione ufficiale del Vaticano. Io personalmente ritengo che i veggenti abbiano apparizioni reali. Ne ho incontrati alcuni. Stamattina ho visto Vicka: è così felice ed ispira pace. Credo che questo sia un luogo di apparizioni, ma innanzitutto si tratta di un posto di grande preghiera. E' questo che mi ha colpito in modo particolare. Sono stato sul Krizevac, ho visto molte persone pregare in modo davvero devoto ed in raccoglimento dinanzi alla croce. Ho contato un gruppo. C'erano 70 persone sedute attorno alla croce sui sassi e pregavano in silenzio. Era pomeriggio e faceva molto caldo, ma il caldo non li infastidiva. Il silenzio e lo spirito della preghiera mi hanno ispirato e tornerò a casa con l'immagine nel cuore di costoro che pregano.

Ammiro i francescani che qui operano, sono sempre con la gente, pregano con loro e sono a disposizione per colloqui e confessioni. Mi chiedo dove trovino tanta forza. In chiesa si sente la preghiera del popolo. Quando abbiamo recitato insieme il Padre Nostro è stato meraviglioso udire tutte quelle lingue pregare all'unisono ed anche la lingua polacca si distingueva in modo spiccato. Mi fa piacere che vengano molti pellegrini con i sacerdoti.

In Polonia parlerò di Medjugorje. Parlerò della devozione e della fede di coloro che ho incontrato. Ne parlerò durante i miei incontri con la gente e nelle omelie. In Polonia si parla già molto di Medjugorje ed è per questo motivo che sono venuto.

Alla fine vorrei dire anche questo: sono ispirato dall'opera dei francescani a Medjugorje. Per quanto riguarda la devozione mariana, mi fa piacere vedere che sono fedeli alla dottrina della Chiesa ed agli inviti del Santo Padre. L'amore verso la Madonna che qui si vede nella gente aiuta quanti vengono a crescere nella fede. Tutti dobbiamo cercare di accogliere e vivere i messaggi che la Vergine ci manda. Si tratta della pace nel mondo e quindi dobbiamo scegliere l'amore degli uni verso gli altri e l'amore genererà pace. Qui si pone l'accento in modo particolare sull'invito, ma anche sulla risposta alla preghiera. Tutto quello che si trova nei messaggi concorda con la dottrina della Chiesa. E' forte l'invito a vivere nella fede e secondo i sacramenti. Spero che questi messaggi si diffondano sempre più e che sempre più persone vengano e recepiscano il messaggio mentre tutti insieme attendiamo che il Vaticano riconosca Medjugorje. Vi benedico e vi auguro la pace."

LA VISITA DELL'ARCIVESCOVO DR. FRANE FRANIC

Venerdì 9 ottobre 1998 fra Ivan Landeka, parroco di Medjugorje, e fra Slavko Barbaric hanno fatto visita al Dott. Frani Franic, arcivesco in pensione di Spalato-Makarska. Ecco quanto si sono detti in quell'incontro:

"L'incontro, il colloquio ed il convivio sono stati davvero cordiali. Nonostante la sua età avanzata, l'arcivescovo trascorre il proprio tempo leggendo o scrivendo e trascorre il pomeriggio in preghiera ed adorazione. Con un sorriso e profonda convinzione riconosce di averlo imparato a Medjugorje e di rimanere fedele agli inviti della Madonna alla preghiera. Si è ricordato anche di quello che ha detto al termine della sua Messa di diamante: che ogni sacerdote deve pregare tre volte, i vescovi quattro e gli arcivescovi in pensione cinque volte. Ha promesso di venire di nuovo a Medjugorje che accetta così come nel 1982, quando in incognito venne a vedere quello che accadeva. Per la prima volta egli visitò Medjugorje sentendosi responsabile della fede del suo popolo e voleva avere un'esperienza personale a Medjugorje per poter assumere una posizione responsabile. Dalla prima esperienza di Medjugorje è divenuto un grande fautore e difensore degli eventi che qui avvengono. Ci ha confidato anche una sua esperienza verificatasi durante un'apparizione. In occasione di una sua visita a Medjugorje fu presente ad un'apparizione dopo la quale la veggente Marija gli affidò il messaggio che la Vergine aveva rivolto. Questo messaggio per l'arcivescovo rappresenta ora una profezia, poichè successivamente si verificò alla lettera. Poichè si tratta di qualcosa che la veggente non poteva sapere, per l'arcivescovo questo è un ulteriore motivo per credere nella veridicità delle apparizioni. Abbiamo ringraziato l'arcivescovo per tutto quello che con la sua posizione ha fatto per Medjugorje auspicando una sua visita a Medjugorje quanto prima."

LA VISITA DEL VESCOVO BRASILIANO

Durante la prima settimana di giugno di quest'anno il vescovo brasiliano in pensione Don Silverio Jarbas Paulo de Albuquerque è venuto in visita a Medjugorje. Appartiene all'ordine dei francescani e dal 1970 al 1995 ha guidato la diocesi di Feira de Santana. Ha trascorso a Medjugorje una settimana a seguito di un sacerdote della sua diocesi.

Ha riferito brevemente le impressioni sul suo soggiorno a Medjugorje: "L'impressione per me più forte è stata la semplicità della preghiera e la forza della fede di coloro che ho incontrato. Qui non c'è alcuna forma di fanatismo. Ho visto davvero molti giovani che qui si radunano. I santuari mariani svolgono un ruolo fondamentale nella vita della Chiesa".

LA VISITA DELL VESCOVO BRASILIANO

Monsignor Tomasin è venuto in visita a Medjugorje ed a proposito di questa esperienza ha detto: "Credo di essere venuto lì per la prima volta nel 1984. Mi spinse un amico il quale mi disse che lì aveva ricevuto una particolare grazia spirituale. Venimmo lì con mezzi propri; mi ricordo ancora delle postazioni di polizia comuniste. Arrivammo a Mostar, dove pernottammo. Il giorno successivo raggiungemmo Medjugorje. Il paesaggio mi colpì moltissimo. Prima di tutto ci recammo in chiesa. Non c'era molta luce. Mi stupì come prima di sera, prima dell'inizio della preghiera serale, la chiesa si fosse riempita. Vidi soprattutto molti giovani. Sentii una profonda devozione, che nulla aveva a che fare col fanatismo. Vidi molte persone confessarsi. Questo fatto attirò la mia attenzione in modo particolare. Durante la Messa non capii nulla, ma vidi che c'era una profonda devozione. Mentre in chiesa molti recitavano il Rosario, fui invitato a recitare il Rosario con i veggenti. Fui presente all'apparizione, rimasi colpito dalla sua semplicità. Il giorno seguente mi alzai presto e mi recai sulla collina delle apparizioni. Pregai per me stesso, per la mia comunità e per tutta la Chiesa. Nel frattempo sulla collina erano giunti parecchi fedeli che pregavano devotamente. Mi recai in chiesa e per quasi tutto il giorno rimasi in preghiera. Trascorsi così le mie giornate a Medjugorje. Non parlai con nessuno dei francescani o dei veggenti. Tornato a casa mi sentii profondamente rinnovato spiritualmente. Capii meglio Maria e la accettai meglio come mia Madre. Capii che grazie a Lei la Chiesa si rinnova.

Quando fui nuovamente eletto all'ordine generale, tornai a Medjugorje. Passai per Ancona e feci il viaggio con il vescovo locale, Monsignor Zanic che, in quella occasione, mi parlò delle sue difficoltà. Lo ascoltai. Ero a conoscenza della situazione legata alla commissione ed ai vari punti di vista. Anche quella volta si ripetè la mia esperienza spirituale. Tornai con la profonda convinzione che lì accadono molte cose che non si possono spiegare nè con la filosofia, nè con la psicologia. Scoprii l'autenticità della fede ed i suoi frutti. La fede e le apparizioni sono due realtà. Nessuno può mettere in discussione i frutti della fede a Medjugorje. La presenza di Dio e la Sua misericordia sono evidenti e davanti agli occhi della Chiesa la Sua grazia giunge per mezzo della misericordia della Madre, Madre dei peccatori, che è stata vicino alla croce. Per me questa autenticità è innegabile. Per quanto riguarda le apparizioni, oltre alla conversione ed ai buoni frutti della fede, ci deve essere qualcosa di più e per questo bisogna attendere."

L'ESPERIENZA DI MEDJUGORJE DEL VESCOVO GERARD DIONN

A Medjugorje giungono continuamente vescovi provenienti da ogni parte del mondo, attirati dalle significative parole della Vergine. Alla fine di aprile è venuto a farci visita Gerard Dionn di Edmonson, New Brunswick, in Canada. In questa occasione ha dichiarato quanto segue:

"Sono in visita a Medjugorje, della quale ho sentito parlare dai francescani che lavorano nella mia diocesi in Ontario, per la prima volta. Negli ultimi diciassette anni ho sentito dire, e non solo da loro, che qui la Vergine appare tutti i giorni. Per me è stata una scoperta incredibile e non sapevo se crederci o meno, poiché questi avvenimenti non sono ancora stati ufficialmente riconosciuti.

Quest'anno celebro il cinquantesimo anniversario della mia ordinazione sacerdotale. Un gruppo di pellegrini che desiderata venire a Medjugorje mi ha pregato di essere la loro guida spirituale durante questo viaggio. Per è stato un dono davvero bello, poiché già da tempo desideravo constatare con i miei occhi quello che qui accade.

Tutto quello che ho visto durante la mia permanenza mi ha colpito profondamente. E' difficile trovare qualcosa di simile da qualche altra parte. Mi ha profondamente toccato la fede della gente del posto, la partecipazione alla Santa Messa e lo spirito di sacrificio. Ho visto moltitudini di persone salire verso il monte al quale non è semplice accedere, confessarsi e pregare. Venivano da ogni parte del mondo. E' difficile quindi giungere alla conclusione che tutto questo sia un caso, che questo sia un luogo normale e che qui non sia accaduto nulla. A mio giudizio solo la fede può condurre qui questa gente, una fede divenuta qualcosa di concreto. Tutto questo può essere paragonato a Lourdes e Fatima. Naturalmente io non posso esprimere un giudizio definito, ciò compete solo al vescovo locale. Tuttavia, in base ai frutti che vedo, posso dire seriamente che qui accade qualcosa di speciale. Non sono i francescani ad attirare la gente. Anche nella mia parrocchia ci sono i francescani, ma non vi accade nulla di speciale. E' Dio ad attirare qui questa gente.

Spesso ho parlato con persone che erano venute a Medjugorje. Alcuni sono venuti più volte, sebbene il viaggio sia lungo e molto costoso. Hanno cercato di rendere testimonianza della propria fede con un nuovo ardore. Dio nei loro cuori e nei cuori degli altri, per mezzo di sua Madre, fa nascere una nuova speranza. Credo che Ella appaia qui. Non saprei spiegare altrimenti il fenomeno che qui si vive. Non è possibile che satana sia in azione perché qui la gente prega. Allo stesso modo non può essere una truffa. Si può ingannare la gente per un po' di tempo, ma non per ben diciassette anni e non milioni di persone. Proprio per i frutti che vedo credo che qui accada qualcosa di speciale. Non ci possono essere frutti così buoni su un albero cattivo.

Osservando la vita liturgica nella parrocchia di Medjugorje, non ho scorto nulla di particolare. Questa è la normale vita di tutti i giorni della Chiesa. Si celebra la Messa come da altre parti. Qui non c'è nulla di speciale. Ieri sera abbiamo avuto l'adorazione dinanzi al Santissimo Sacramento dell'Altare. Tutto è stato molto semplice: alcune parole, alcuni canti, proprio come vuole la Chiesa. Le persone sono così attratte da essere disposte a trascorrere ore in ginocchio. Anche noi facciamo la stessa cosa nelle nostre chiese, ma la gente non accorre così numerosa. Perché? Non posso rispondere in altro modo se non dicendo che qui Dio è presente in modo speciale.

Vorrei che la parrocchia di Medjugorje continuasse ancora a rendere testimonianza della propria fede per mezzo della preghiera e del digiuno. Se essa sarà pronta a rispondere all'invito della Vergine, lo faremo più facilmente anche noi che veniamo da ogni angolo del mondo. La responsabilità che essa ha è davvero grande. Spero che sarà all'altezza e che rimarrà semplice come ora. Molti pellegrini che sono venuti qui portano nel proprio cuore il ricordo della fede e dell'ospitalità che hanno conosciuto nella parrocchia di Medjugorje. E' un grande onore per questa parrocchia che la Vergine le abbia fatto visita in modo speciale e che abbia parlato in lingua croata. Spero che la parrocchia di Medjugorje e tutto il popolo croato non lo dimentichino mai.

LA VISITA DI DUE VESCOVI

Prima di Pasqua sono venuti in visita a Medjugorje anche due vescovi: John Dew, dalla Nuova Zelanda, e Monsignor Donald Montrose, dagli Stati Uniti. Ecco cosa hanno detto in quella occasione sulle proprie impressioni:

" Ho sentito parlare per la prima volta di Medjugorje dai miei parrocchiani. Quelli che sono venuti a Medjugorje sono tornati con buoni frutti: preghiera dello spirito, digiuno, sono tornati alla vita sacramentale e sono divenuti membri attivi della comunità parrocchiale. Hanno costituito molti gruppi di preghiera. Io sono venuto con un gruppo di pellegrini che ha visitato anche la Terra Santa. Questi avvenimenti di Medjugorje hanno lasciato in me un profondo effetto. Tutto mi sembra molto normale e naturale. Non vedo nulla di strano. La gente parla delle apparizioni in modo semplice ed un gran numero di credenti cerca di vivere i messaggi della Vergine. Per me personalmente sono state molto utili le esperienze di digiuno e preghiera. Cercherò soprattutto di trovare il tempo di pregare prima della Santa Messa e cercherò di offrire tutto questo anche alle parrocchie della mia diocesi. Voi qui, nella parrocchia di Medjugorje, pregate, digiunate e siete apostoli dell'amore nella vita di tutti i giorni. Questa è la preparazione di tutti noi alla celebrazione del Grande Giubileo" ha detto Monsignor John Dew, vescovo ausiliario di Wellington in Nuova Zelanda.

" Sono venuto per la prima volta a Medjugorje prima di diventare vescovo ausiliario. Ora sono venuto su invito di un gruppo di pellegrini. Qui avverto in modo particolare la presenza della Vergine. Vedo un gran numero di credenti che sono venuti in visita a Medjugorje e che tornano con una fede rinnovata, una rinnovata esperienza di preghiera, digiuno, confessione, S. Messa ed adorazione. Un popolo che è fedele alla Vergine, è fedele anche alla Chiesa. La devozione alla Madonna è molto importante. Il mio messaggio a voi della parrocchia di Medjugorje è: vivete i messaggi, amate la Madonna, amate l'Eucarestia, non trascurate la confessione, trovate il tempo per la preghiera, recitate tutti i giorni almeno una parte del Rosario. A tutti voi prometto la mia preghiera e benedizione. Desidero pregare in modo particolare per i francescani, perché quanto accade qui è grandioso ed i francescani hanno una grande responsabilità. Sono consapevole di tutte le vostre sofferenze e difficoltà, ma perseverate nel bene" ha detto Monsignor Donald Montrose, vescovo di Stockton, negli Stati Uniti.

LA VISITA DEL VESCOVO AUSTRALIANO

Alla fine del mese di febbraio 1998 è venuto in visita a Medjugorje il vescovo ausiliario di Camberra, Australia, monsignor Patrick Power. Ecco quanto ha dichiarato in quella occasione:

"Sono sacerdote da 33 anni e vescovo da 12. Mia madre era una donna meravigliosa e molto devota alla Vergine Maria. Mio padre venerava in modo particolare la Madonna di Lourdes. Io sono nato l'11 febbraio, proprio nel giorno della festa della Madonna di Lourdes. Sono stato anche a Lourdes, ma qui ho vissuto qualcosa di speciale. Nel gennaio 1993 ho preso parte ad un programma di preghiera a Camberra, al quale parteciparono fra Slavko Barbaric ed il veggente Ivan. Fui profondamente toccato da quanto vidi ed udii. Il messaggio riferito da Ivan ed il modo in cui lo diceva, mi colpirono molto. Parlò della pace, della preghiera, della conversione, della penitenza, del digiuno e di una fede profonda. Questi sono messaggi che avevo ascoltanto tante volte anche prima e dei quali avevo parlato, ma la semplicità con cui tutto questo veniva detto fu per me eccezionalmente importante. Mi ricordo come mia madre visse tutto questo. Per lei fu un episodio unico. Nel maggio 1993 andai a Roma. Successivamente con il vescovo di Dubrovnik Zelimir Puljic venni a Dubrovnik, poichè avevo tre giorni liberi. Siamo amici dal 1972, quando ci incontrammo a Roma per motividi studio (1972-1975). Così nel maggio 1993 sfruttai quei giorni per venire a Medjugorje in "incognito". C'era già la guerra. Non c'erano molti pellegrini, ma molte furono le cose che mi colpirono. Allora ero già vescovo, ma non venni qui come tale, ma come un privato. Celebrai la Messa. Questa è la seconda volta che vengo a Medjugorje e questa volta sono venuto con un gruppo dall'Australia e con mia sorella ed i suoi tre figli. Non sono venuto con particolari aspettative, ma questo è davvero un periodo di grazia. Voglio essere sincero. Questa volta sono venuto per la mia famiglia. Quando tornai a casa dopo la mia prima visita, scrissi anche un articolo sulla mia esperienza. Era stato molto bello. Sebbene ora sia qui per la mia famiglia, devo riconoscere che la Vergine ha concesso anche a me grandi grazie. Ho trovato una pace profonda, soprattutto dopo aver ascoltato la testimonianza di Vicka. Ho avvertito la stessa pace, che ho sentito nel 1993, quando per la prima volta ho sentito parlare dei messaggi. Tutto questo mi aiuta a consolidare la mia missione di sacerdote ed ilmio servizio come vescovo. Medjugorje è PACE. Io ho provato una pace interiore della quale ho reso testimonianza a tutte le persone del gruppo con cui sono venuto. Quando vedo quello che accade nel nostro gruppo, come le persone tornano alla fede, alla preghiera, alla confessione, allora devo raccomandare a molte persone di venire qui. Un'esperienza eccezionalmente importante per me sono state la confessione ed il programma di preghiera serale e gli incontri con i veggenti. Non solo io, ma anche monsignor Kennedy, che è venuto qui alcune volte, raccomandiamo ai fedeli di venire a Medjugorje. Voglio dire: grazie. Grazie ai credenti ed ai sacerdoti che lavorano qui. La vostra testimonianza di fede, amore, preghiera e la vostra accoglienza sono molto importanti per noi pellegrini."

LA VISITA DELL'ARCIVESCOVO BRASILIANO

Dal 25 al 28 febbraio 1998 l'arcivescovo brasiliano Krieger è venuto in visita a Medjugorje. Durante la Santa Messa serale del 27 febbraio ha tenuto l'omelia ai fedeli riuniti. Riportiamo qui integralmente la sua omelia:

"Sono il vescovo Murillo Krieger, arcivescovo della città di Maringa in Brasile. Sono trascorsi già otto anni da quando sono venuto qui a Medjugorje. Per me è una grande gioia essere qui con voi perchè Medjugorje è sempre rimasta nel mio cuore. Poichè sono qui con voi, sicuramente vorrete sapere quello che un arcivescovo pensa di Medjugorje. Io vedo Medjugorje come un dono ed una responsabilità. Medjugorje è dono e grazia. La Vergine dona a tutti coloro che vengono qui la possibilità di trovare quello stesso amore e quella stessa tenerezza da lei messi in evidenza a Cana di Galilea. La Vergine si accosta a noi e ci chiede di fare "... tutto quello che Lui vi dirà...". Anche i servitori a Cana di Galilea fecero tutto quello che era stato loro detto e riempirono gli orci di acqua. Così a Gesù fu possibile compiere il primo miracolo a Cana. Se i nostri cuori fossero pronti ed aperti a seguire il cammino di Cristo, tutto quello che il Signore voleva compiere attraverso Medjugorje si compirebbe sicuramente. E' forse tanto difficile donare il nostro cuore a Gesù Cristo? Medjugorje è una grande responsabilità. L'ho capito subito, sin dal primo momento, mettendo piede sul suolo di Medjugorje. Questo avvenne nel maggio 1985, subito dopo la mia consacrazione alla carica di vescovo. Guardando ed ascoltando i veggenti sono giunto alla conclusione che essi necessitano della nostra preghiera per poter rimanere fedeli alla propria missione. Da quel momento ho deciso di dedicare a loro il primo Rosario della mia giornata. Questo è un mio piccolo dono. In questo modo offro loro supporto ed aiuto, poichè essi hanno una importante missione che consiste nel presentare Medjugorje alla parrocchia, alla Chiesa ed al mondo. Sono grato ai veggenti per la loro disponibilità ed apertura verso la grazia di Dio. Ringrazio anche i francescani per la loro consacrazione e perseveranza in questa attività pastorale. Ringrazio voi della parrocchia di Medjugorje, per aver risposto così numerosi all'invito della Vergine. Non potete neppure immaginare quanto sia importante il vostro ruolo in questa parrocchia per la Chiesa ed il mondo. La Vergine vi benedica tutti. Possa la Vergine, Regina della Pace, accompagnare voi, i vostri amici e fratelli a Medjugorje con la sua intercessione."

LA VISITA DELL'ARCIVESCOVO DELL'ESERCITO

Il 1 marzo 1998 l'arcivescovo dell'esercito statunitense è venuto in visita a Medjugorje. Ecco quanto ha dichiarato in quella occasione:

"Mi chiamo Edwin O'Brien e sono l'arcivescovo responsabile di tutte le forze armate degli Stati Uniti d'America. Questa responsabilità si rivolge a tutti i soldati americani, indipendentemente da dove si trovino, tanto negli ospedali militari, quanto nelle rappresentanze diplomatiche. Ho iniziato quest'attività nel mese di settembre 1997. Di recente sono diventato arcivescovo. Il mio compito è quello di fare visita ai militari americani, ovunque essi si trovino. Sono stato nel Pacifico, ora sono in Europa (Italia, Germania, Inghilterra, Belgio, Bosnia ed Erzegovina). A Natale sono stato a Sarajevo e mi è dispiaciuto molto non poter venire a Medjugorje. In America ho sentito tante volte parlare di Medjugorje. Molte persone mi hanno chiesto se ero stato qui ed io ho dovuto rispondere: No! Non ne ho avuta l'occasione. Sono stato a Roma dal 1985 al 1990, ma non sono venuto qui. Quando sono stato a Sarajevo ho chiesto ai miei superiori di venire a Medjugorje. Oggi sono qui. Il fatto di aver celebrato la S. Messa nella Chiesa parrocchiale di S. Giacomo è per me un grande privilegio. Ho sentito dire cose molto buone su Medjugorje. Molti cuori sono cambiati in meglio. Molti parlano della propria conversione. Sono stato per poco tempo a Medjugorje ed ora già sto programmando una mia seconda visita qui. Vorrei andare a Podbrdo, il luogo delle apparizioni, ma non ho tempo e questo mi dispiace. Sono contento di aver celebrato oggi la S. Messa qui e di aver pregato dinanzi alla statua della Vergine. Spero che la Madonna mi comprenda. Ho deciso che la prossima voltà avrò più tempo per stare qui. Farò tutto quello che fanno gli altri pellegrini. Farò di tutto perchè la mia seconda visita sia già quest'estate. Fino ad allora rimarremo uniti dalla preghiera per la pace nel mondo.

DICHIARAZIONE DEL SANTO PADRE SU MEDJUGORJE AL VESCOVO ROBERTO CAVALLERO

Questa testimonianza ci è stata consegnata per iscritto da Marcello Pierucci, Via Castiglione 154, Bologna, Italia, 9 ottobre 1997.

"Durante il Congresso Eucaristico, tenutosi nei giorni scorsi a Bologna, ho ospitato Monsignor Arcivescovo Mario Ricci, ex nunzio apostolico in Bulgaria ed ora residente a Roma, dove opera per l'annuncio dell'opera divina. Al momento della cena, in presenza di mia moglie Anna e di Monsignor Novello Pedezzini, l'Arcivescovo Rizzi ha detto quanto segue:

- Mi sono trovato nella cappella privata del Santo Padre in occasione della Messa mattutina. Alla fine della Messa, il Santo Padre si è avvicinato a noi ed ha salutato di persona tutti i presenti. Vicino a me c'era Monsignor Roberto Cavallero, del Santuario mariano di Orta di Chiavari. Quando il Papa si è accostato a noi per salutarci, Monsignor Cavallero ha detto: Sua Santità, sono appena tornato da Medjugorje.

Il Papa ha detto: Monsignore, ci credete?

Ed il Monsignore ha risposto: Sì, Santo Padre!

Allora il vescovo Cavallero ha chiesto al Papa: E voi Santo Padre, ci credete?

Dopo questa domanda il Papa è rimasto per un attimo in silenzio e poi ha risposto: Credo... credo ... credo...

La sera seguente, dietro mia richiesta, l'Arcivescovo Rizzi ha ripetuto questa testimonianza in presenza di Monsignor Novello Pedezzini e del vescovo di Prato, Monsignor Gastone Simoni."

Appongo la mia firma a testimonianza della veridicità di questa testimonianza.

Medjugorje, 9 ottobre 1997 Marcello Pierucci - firma

LA VISITA DEL VESCOVO DEL MESSICO

All'inizio del mese di novembre il vescovo Lazaro Perez, della diocesi messicana di De Autlan Jalisco, è venuto in visita a Medjugorje insieme ad un gruppo di pellegrini. In un breve colloquio ci ha parlato delle sue esperienze, in particolar modo del suo paese e delle sue impressioni a proposito di Medjugorje. Riportiamo le sue impressioni sul pellegrinaggio a Medjugorje:

"Medjugorje è molto conosciuta in Messico. Io sono venuto a conoscenza di Medjugorje, per la prima volta, quindici anni fa, quando se ne iniziò a parlare un po'. Devo essere sincero e dire che quando noi vescovi veniamo a conoscenza di notizie relative ad apparizioni e fenomeni simili, siamo generalmente cauti nelle nostre dichiarazioni. Solitamente accade che, in un primo momento, diciamo che non è possibile, vogliamo rifiutarlo subito. Abbiamo sempre timore di confermare le notizie relative alle apparizioni, poichè abbiamo paura che questo credere sia fragile e che potrebbe evolversi in fanatismo. Questa era la mia convinzione personale agli inizi. Successivamente, nel 1985, mi sono recato in Italia. Ho incontrato una coppia di coniugi che era venuta in visita a Medjugorje. Da allora ho iniziato ad interessarmi sempre più. Ero solito dire che nonpoteva essere vero. Sostenevo che, dopo l'apparizione a Guadalupe, non si potesse più parlare di altre apparizioni, poichè Maria di Guadalupe era stata la Regina del Messico. Si iniziava a parlare sempre più della missione di Maria qui e di come Ella parlasse per mezzo di alcuni ragazzi. Temevo che potesse crearsi una sorta di fanatismo religioso. Il mio grande interessamento è iniziato dal momento in cui, del tutto casualmente, mi sono imbattuto nel libro del teologo Rene Laurentin, nel quale egli scrive in merito ad apparizioni in tutto il mondo. Ho letto questo libro con grande interesse, anchè perchè l'autore è un sacerdote ed un mio ex professore a Roma, dove ho frequentato le sue lezioni di dottrina mariana. Pensavo che egli comunque fosse un teologo serio e conosciuto e non un fanatico. Così ho proseguito la lettura anche con maggiore interesse. In questo libro ho trovato una frase toccante nella quale Padre Laurentin dice: "... attraversiamo un'epoca nella quale i giardini della Chiesa non danno più frutto ed è giunto il momento che la Vergine venga a rinnovarli e a dare loro nuova freschezza...." Sono giunto alla conclusione che i problemi che esistono nella Chiesa non siano risolti e che forse ne sono responsabili i pastori della Chiesa. Io mi sono sentito uno di loro. Abbiamo bisogno di più santi sacerdoti e pastori chesi impegnino a vivere secondo Gesù Cristo il Buon Pastore ed il Santissimo Cuore di Gesù. Tutti questi eventi hanno aperto le porte all'ateismo, al secolarismo, ad una società consumistica, che hanno creato una cultura di valori in contrapposizione con l'insegnamento evangelico. Leggendo le esperienze di Padre Laurentin ho detto: "Sicuramente questa non è finzione; egli

dice la verità". In un'occasione ho parlato con un amico teologo. Mi ha consigliato di non andare a Medjugorje dicendo che egli non avrebbe richiato la propria dignità di teologo. Il Prof. Laurentin mi ha detto che tali teologi parlano molto di Medjugorje, ma non dicono la verità. Si servono della dottrina mariana per l'insegnamento, ma non hanno un rapporto sentitonei confronti di Maria. Tutto questo mi ha aiutato a risvegliare in me stesso un grande interesse nei confronti della Vergine, sebbene senta che la Vergine abbia sempre avuto un posto di rilievo in tutta la mia vita. Nello stendardo della nostra diocesi abbiamo una stella che rappresenta la Vergine. Io ho voluto con tutte le mie forze che il simbolo della Vergine fosse presente nello stemma della nostra diocesi. Dopo la lettura del libro di Laurentin l'interesse nei confronti di questi avvenimenti è andato crescendo sempre più. Inoltre ho incontrato molti pellegrini che sono stati a Medjugorje. Al loro ritorno in Messico erano arricchiti religiosamente ed erano pronti a viverne i benefici nello spirito della nuova Evangelizzazione. Tutto ciò evidenzia i frutti di Medjugorje, sebbene la Chiesa ufficiale guardi ancora con cautela questo fenomeno. Io ritengo che bisogna innanzitutto prestare molta attenzione ai frutti di Medjugorje. Ora mi trovo qui con un centinaio di pellegrini del Messico e posso già dire di aver notato molti buoni frutti.

Inviterò i miei fedeli a venire a Medjugorje. Peccato che sia così lontana dal Messico. Noi abbiamo una sentita cultura della fede e la devozione alla Beata Vergine Maria occupa un posto di rilievo. Penso che il fondamento dei mio invito sia quello di risvegliare l'adorazione della Vergine. Ritengo che Maria, come dice il Concilio Vaticano II, preghi ed interceda insieme a Cristo e questo è quello che ho sperimentato qui, a Medjugorje. Stamattina abbiamo parlato con una veggente, Vicka. Ci ha riferito i messaggi della Vergine sulla conversione, il digiuno, la preghiera, il perdono, la santa confessione e tutti quei valori che al giorno d'oggi vanno lentamente smarriti. Personalmente ritengo quanto segue: se la Vergine cerca, per mezzo di Cristo, di far rinascere questi valori, allora questo dovrebbe essere il compito fondamentale di ogni sacerdote, ed in modo particolare di noi vescovi. Bisogna mostrare ai nostri fedeli che c'è una via di salvezza in questo mondo, poichè Cristo è la nostra via. Cristo è il nostro Salvatore e qui vediamo che la Madre del Cristo ci invita a questo: vivere i valori che ci guidano alla salvezza. Si tratta della preghiera, della riconciliazione, della conversione e del digiuno, per poter essere più vicini alla croce di Cristo. Al giorno d'oggi, come anche al tempo di S. Paolo, la croce diviene un simbolo negativo, e non solo per quanti non credono. Tutti vorrebbero una vita semplice, gli uomini hanno paura delle prove e si cerca di eliminare la presenza della croce dall'orizzonte. Perciò ritengo che la Vergine voglia darci un grande consiglio: rinnovate tutti i valori cristiani che sono stati trascurati, la preghiera in modo particolare, e vivrete la conversione. Tutti noi dobbiamo riconciliarci con Dio e con la Chiesa per mezzo del sacramento della santa confessione perchè se ci riconciliamo sinceramente con Dio, potremo più facilmente seguire il cammino di Cristo. Seguire Cristo non in un moodo qualsiasi, ma essere pronti a prendere la Sua croce ed a rendere testimonianza della fede di Cristo.

LA VISITA DEL VESCOVO BRASILIANO

All'inizio del mese di novembre 1997 il vescovo di Brasilia, capitale dello stato sud-americano del Brasile, monsignor Joao Evangelist Martins Terra è venuto in visita al santuario della Regina della Pace a Medjugorje. Durante la sua permanenza ha accettato con piacere di dire qualcosa sulle sue impressioni ed esperienze. Riportiamo integralmente il testo del colloquio.

Press Bulletin: Innanzitutto vorremmo darle il nostro benvenuto a Medjugorje. Ci dica qualcosa sul suo paese, sulla sua città, Brasilia, sulla cultura del suo popolo, la religione, lo standard...

Vescovo Martins: Vorrei innanzitutto porgere il mio saluto a tutti i lettori. Io sono vescovo vicario di Brasilia e mi chiamo Juan Evangelist Martins Terra. Brasilia è una città nuova ed è la capitale del Brasile. Ha solo trenta anni ed ha già tre milioni di abitanti. Brasilia è una città a forte immigrazione. Sebbene il numero delle sette sia in crescita in Brasile, tuttavia Brasilia è la diocesi con il maggior numero di cattolici. Abbiamo un seminario con 206 seminaristi ed abbiamo anche un seminario dell'ordine francescano con una trentina di seminaristi e poi anche un movimento che si sta diffondendo sempre più nel paese e cioè quello dei neocatecumeni. E' grande anche il seminario dei neocatecumeni, dove si trovano 76 seminaristi. L'anno prossimo verranno ordinati sacerdoti anche una ventina di sacerdoti di questo movimento. Inizialmente a Brasilia c'erano sacerdoti di tutti gli ordini, che arrivavano insieme alla gente. Per la sua immensa estensione, il Brasile assomiglia più ad un continente. E' grande tanto quanto gli Stati Uniti e l'Europa messi insieme. Esiste una mescolanza di popoli e razze diverse; la maggior parte sono portoghesi, italiani ed altri popoli europei. Abbiamo anche una popolazione di colore che trae origine dal fenomeno della schiavitù del sedicesimo secolo ed infine abbiamo una popolazione indigena, ovvero quella degli indios. L'80% di questa popolazione mista è di fede cattolica. Negli ultimi tempi hanno iniziato a manifestarsi varie sette. Si tratta di sette non definite, con una discriminazione molto evidente. Non ci sono differenze tra le sette, hanno solo guide diverse. Penso che si tratti di un fenomeno non noto e transitorio. In opposizione a questi fenomeni delle sette abbiamo un eccezionale movimento carismatico che porta il nome di Rinnovamento nello spirito.

Sono venuto qui insieme a 45 componenti di questo movimento. Abbiamo visitato prima la Terra Santa, siamo stati a Gerusalemme, Nazareth, Betlemme ed abbiamo pregato molto in questi luoghi santi. Dopo ogni pellegrinaggio in Terra Santa torniamo a Medjugorje. Qui a Medjugorje si avverte una speciale devozione alla Vergine. I Brasiliani venerano molto la Santissima Vergine, la Madre di Cristo. In Brasile esiste il santuario di Abresida nel quale la Vergine è apparsa e ci sono anche molti altri santuari dedicati alla Vergine.

P.B.: Quando ha sentito parlare per la prima volta di Medjugorje e da chi è venuto a saperlo?

B.M.: Ho sentito parlare di Medjugorje per la prima volta quindici anni fa. All'epoca mi trovavo in Europa. In Brasile abbiamo una cattedrale consacrata alla Regina della Pace. Marija Pavlovic e fra Leonard Orec nel 1991 sono venuti in visita in Brasile. In quella occasione sono stati presenti alla benedizione dlela prima pietra di questa cattedrale. La radio cattolica di Brasilia porta il nome della Regina della Pace ed ha il grande merito di informare molti sugli avvenimenti di Medjugorje.

P.B.: E' la prima volta che viene a Medjugorje?

Sì, sono qui per la prima volta, in modo inaspettato. Per me è un piccolo miracolo il fatto di trovarmi qui. Sapete, io insegno la Bibbia ed ora dovrei trovarmi a fare lezione in Brasile, ma alcune circostanze inspiegabili mi hanno condotto qui. Per me e per tutto il gruppo è stato in un certo senso un pellegrinaggio miracoloso per poter pregare a lungo ed instancabilmente.

P.B.: Quali sono le sue impressioni da credente, vescovo e pastore della Chiesa?

B.M.: Mi sono recato più volte in visita a Fatima e Lourdes. Ho visto che lì è già tutto concluso, mentre qui, siccome ci sono ancora sempre i veggenti, si avverte la forte presenza della Vergine. Sento che tutto il luogo ed il circondario vivono per la Vergine, non è vero? Tutto il posto vive per la Vergine. Mi stupisce che il luogo non sia grande come Fatima, che è divenuta una grande città; qui non è così. Intorno alla chiesa è stata mantenuta la semplicità. Ieri sono stato a pranzo dai frati di Medjugorje e mi ha affascinato la loro semplicità, anche poi durante la preghiera e la confessione. Ho avuto come l'impressione di trovarmi nelle prime chiese di Gerusalemme. Io sono vissuto ed ho lavorato a Gerusalemme per due anni, come archeologo e docente di Sacre Scritture. Ho lavorato nel deserto della Siria come cappellano in una tribù di Leviti. Penso che tutto questo lavoro mi abbia preparato in modo che ora io possa avvertire qui la grande grazia e benedizione della Vergine.

P.B.: Lei in quanto vescovo e pastore della Chiesa sa che il vescovo locale non è favorevole a questi avvenimenti. La infastidisce questo?

B.M.: No, perchè ci sono anche altri vescovi che la pensano diversamente. Potrei citare il Vescovo di Pescara, un mio grande amico, ed ogni anno andiamo a fare degli esercizi spirituali a San Marino insieme a padre Gobbi. Ogni anni si organizzano esercizi spirituali per vescovi e sacerdoti e spesso viene anche l'arcivescovo di Pescara. In un'occasione mi ha detto che ha chiesto al Santo Padre di questi avvenimenti: "Santo Padre, cosa devo fare quando i fedeli della mia diocesi di Pescara vogliono andare in pellegrinaggio a Medjugorje". "Cosa fanno?" - ha chiesto il Santo Padre. "Pregano e si confessano". "E non è forse questo un bene?" ha risposto il Santo Padre. Io ho lavorato per dieci anni con il Santo Padre ed il Cardinale Ratzinger. Il Cardinale Ratzinger è un uomo meraviglioso, pieno di spirito e molto simpatico. Talvolta sento dire che di lui si dice che è molto severo e serio, ma io penso che sia una persona di grande cuore. In un'occasione gli ho chiesto cosa pensasse di questo movimento. Mi ha risposto che l'albero si riconosce dai frutti, perchè i buoni frutti sono segno della presenza di Dio.

P.B.: Glielo ha detto il Cardinale Ratzinger?

B.M.: Sì.

P.B.: A proposito di Medjugorje?

B.M.: A proposito di Medjugorje e di padre Gobbi. Per entrambi i movimenti.

P.B.: Quando tornerà in Brasile cosa dirà ai suoi fedeli in quanto vescovo e pastore della Chiesa?

B.M.: In Brasile abbiamo pellegrinaggi organizzati per Medjugorje e poi abbiamo anche pellegrinaggi ad altri santuari. I più numerosi sono quelli a Medjugorje, che per me è stata molto interessante e per questo ora sono venuto a rendere grazie alla Vergine per questo bel dono. Penso che questa visita abbia rallegrato molti fedeli della nostra diocesi.

P.B.: Darà il suo supporto a chi vuole venire a Medjugorje?

B.M.: Naturalmente. Inoltre in Brasile abbiamo una pubblicazione settimanale nella quale ci sono tutte le ultimissime notizie su Medjugorje. Le pubblicazioni sono gratuite e quindi vengono lette da molte persone.

P.B.: Infine cosa vorrebbe dire a noi che viviamo qui e lavoriamo tutti i giorni con i pellegrini? Un suo messaggio ai parrocchiani di Medjugorje?

B.M.: Solitamente si dice che nessuno è profeta in patria. Molte persone vengono qui a pregare ma mi chiedo se anche le persone del posto si comportino allo stesso modo. Mi domando anche se i giovai di Medjugorje si rendano conto della grazia che hanno qui, se sanno assumersi questa responsabilità e rendere testimonianza della fede che hanno ricevuto da Dio. La responsabilità non è solo dei sacerdoti, ma di tutti i parrocchiani che si sono consacrati alla Vergine. Gli abitanti di Medjugorje dovrebbero tenerlo sempre a mente.

P.B.: Infine vorremmo ringraziarla e cogliamo l'occasione per raccomandarci alla sua preghiera. A nome di tutti i lettori promettiamo le nostre preghiere a lei ed a tutti i pellegrini che verranno.

B.M.: Anche a me ha fatto molto piacere stare con voi ma purtroppo già oggi pomeriggio torneremo in Brasile.

LA VISITA DI UN ARCIVESCOVO AFRICANO

Già da alcuni anni a Medjugorje incontriamo pellegrini provenienti dallo stato africano del Gabon. Nel settembre 1997 un gruppo di pellegrini ha seguito l'arcivescovo della capitale Libervile, monsignor Andre Fernand Anguile. Egli si è trattenuto a Medjugorje per una settimana. Parlando della sua terra e delle sue impressioni a Medjugorje, tra le altre cose ha detto:

"Spesso sono venuti da me dei pellegrini che erano stati a Medjugorje. Mi hanno parlato delle loro esperienze, mi hanno portato libri ed articoli di giornale. L'anno scorso i pellegrini mi hanno chiesto di accompagnarli. Io però non volevo venire poiché mi era stato detto che Medjugorje non era ancora stata riconosciuta. Quest'anno sono venuto con questo gruppo, l'ho fatto in piena consapevolezza, da privato cittadino. Volevo vedere cosa accadesse. Conosco molti frutti buoni di Medjugorje. Chi è venuto qui, una volta tornato a casa, è diventato un credente consapevole e questo è avvenuto a tutti

i livelli. E ciò è quello di cui abbiamo più bisogno in questo momento. La prima cosa che mi ha colpito profondamente è stato lo spirito di preghiera qui a Medjugorje. Vedo pellegrini provenienti da tutto il mondo. Il programma di preghiera serale dimostra quanto e come si preghi qui. Sia coloro che sono in chiesa, sia coloro che non possono entrare e rimangono fuori, pregano devotamente ed ardentemente. Vedo molti sacerdoti che confessano per ore e pregano in modo più devoto del normale. Mi ha rallegrato in modo particolare la moltitudine di giovani che qui pregano e si confessano. Qui non è difficile avvertire la presenza di Dio e l'opera della grazia e perciò si può credere anche alla presenza di Maria. Ho ascoltato la testimonianza dei veggenti e sono stato presente alla preghiera con Ivan al momento delle apparizioni. Essi ispirano pace e felicità. Parlano in modo semplice e mi ha colpito in modo particolare il loro modo di parlare della preghiera. Ci siamo raccomandati alle loro preghiere ed abbiamo chiesto loro di raccomandare il Gabon, tutto il popolo e la Chiesa alla Vergine. La mia impressione personale al momento è davvero favorevole. Qui viene molta gente che prega sul serio. Si respira pace. Qui non ci sono turisti. Si avverte anche la presenza della Vergine.

Alla domanda: "Cosa ha raccomanderebbe ai fedeli, sacerdoti e vescovi" monsignor Anguile ha risposto: "Le apparizioni della Vergine sono un buon segno per i nostri tempi. Tramite noi e per mezzo di Medjugorje Ella desidera prepararci al terzo millennio e bisogna prestare ascolto a quello che ci dice. Se la ascolteremo, tutto andrà bene ed il mondo avrà la speranza. E' bene che la Vergine appaia qui, i sacerdoti, i veggenti e tutta la comunità cerchino di continuare a credere. Siete diventati un esempio per molti. Qui si fa del bene. Mi raccomando alle vostre preghiere e vi prometto che pregherò per tutti voi. Al mio ritorno a casa dirò che sono stato a Medjugorje ed inviterò i fedeli a pregare e digiunare di più, affinché tutti insieme consentiamo a Maria di portarci verso una nuova epoca."

IL PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE GIAPPONESE IN VISITA A MEDJUGORJE

Il Presidente della Conferenza Episcopale giapponese monsignor Stephen Fumio Hamao si è recato nella Repubblica di Croazia in visita al cardinale Franjo Kuharic. Durante la sua permanenza in Croazia, il 16 agosto si è recato in visita anche a Medjugorje al seguito del funzionario della Repubblica di Croazia in Giappone Andjelak Simic. Dopo la visita al santuario l'arcivescovo giapponese ha incontrato e parlato degli avvenimenti di Medjugorje con i francescani della parrocchia di Medjugorje ed altri, che attualmente operano a Medjugorje. Monsignor Hamao si è interessato in modo particolare ai pellegrini provenienti dal Giappone e da altre zone dell'asia meridionale che si recano in visita a questo santuario noto in tutto il mondo. Il parroco di Medjugorje fra Ivan Landeka ha fatto dono all'illustre ospite di una monografia fotografica su Medjugorje e di una corona, ed il direttore del Centro Informativo fra Miljenko Stojic ha illustrato all'arcivescovo giapponese i dati piu significativi relativi agli eventi di Medjugorje degli ultimi 16 anni.

LA VISITA DEL VESCOVO DELL'INDIA

All'inizio del mese di agosto 1997 si è recato in visita a Medjugorje il vescovo indiano monsignor Arokiaswamy, che qui si è trattenuto per una settimana. Una sera ha celebrato la Santa Messa nel corso della quale ha tenuto un'omelia per tutti i fedeli presenti. Riportiamo integralmente l'omelia di monsignor Arokiaswamy.

"Io sono il vescovo dell'India. Sono vescovo da 21 anni e sacerdote da 51.

Mi interessa fare visita ai santuari mariani, a tutti i luoghi in qui si è manifestata la nostra Madre Santissima. A Lourdes, il più famoso dei santuari, sono stato 4 o 5 volte. Ho visitato anche la cappella delle medagliette miracolose. L'anno scorso sono stato anche a Montichiari, nell'Italia settentrionale, in cui Nostra Signora è apparsa come Rosa Mistica. L'anno prima ero stato a Fatima in Portogallo e a Garabandal in Spagna.

Quest'anno ho l'onore di visitare questo santuario della Regina della Pace a Medjugorje, grazie al mio amico tedesco Benedict Meier, che ho incontrato a Montichiari lo scorso novembre. Sono felice di aver potuto trascorre qui alcuni giorni in preghiera. Qui si avverte uno stato d'animo di fede, preghiera e profonda devozione alla Santa Madre, la "Gospa", come la chiamate qui.

Il messaggio di Medjugorje è uguale agli altri: preghiera, penitenza e conversione. Il grande numero di personeche si convertono e tornano a Dio è un grande segno di speranza per il futuro della Chiesa.

In passato e nei secoli precedenti, il razionalismo ha pervaso il mondo. La gente aveva iniziato a dire che non esistevano cose che rientravano nel soprannaturale o miracoloso e che quanto veniva definito miracoloso poteva essere spiegato con cause naturali, con la scienza. In un tale contesto la Vergine si è manifestata a Lourdes ed ha compiuto molti miracoli. Quando gli scienziati hanno iniziato a spiegarli con cause naturali, la Vergine ne ha compiuti altri, anche più grandi, come a voler dire loro: "E cosa dite di questo.... e di questo???" Alla fine gli scienziati hanno dovuto ammettere di non poter spiegare tutti quegli avvenimenti sorprendenti con delle cause naturali e ne hanno dovuto ammettere l'origine soprannaturale e miracolosa. Dio ha voluto allontanare gli uomini dal loro narcisismo per portarli verso di Sè.

La stessa cosa accade anche oggi. Il progresso tecnologico ha portato l'uomo sulla Luna e su Marte. Egli è orgoglioso della tecnologia e pensa di non aver bisogno di Dio. Cerca di trovare gioia in una felicità sfrenata, ma trova in sè il vuoto ed i beni materiali e l'aspirazione alla felicità non lo appagano. Si rende conto che solo Dio può colmare il suo vuoto e donargli la vera felicità e la pace dell'animo.

Dio manda sua Madre in vari momenti ed in luoghi diversi affinchè Ella conduca a Lui l'umanità. Ovunque il messaggio è lo stesso: preghiera, ritorno a Lui nella fede, penitenza e conversione. Sono questi i valori evangelici e non possiamo trovarne altri. Ecco perchè i messaggi fondamentali di tutte le apparizioni di Maria sono identici.

A Medjugorje sono avvenuti molti miracoli per intercessione della Madre Santissima, la Madonna: guarigioni fisiche, conversioni da una vita peccaminosa ad una vera vita cristiana. Il fatto che qui arrivino continuamente pellegrini ed in numero sempre crescente è la prova che qui vengono elargiti doni miracolosi. Se così non fosse, il flusso di pellegrini si sarebbe da tempo interrotto.

Penso che Chesterton abbia detto: "Alcune persone possono essere ingannate per tutto il tempo, tutte le persone possono essere ingannate in qualche momento ma non si possono ingannare tutti e sempre".

Qui la gente continua a venire in numero crescente e va via con la pace nel cuore.

Sono convinto che questi avvenimenti abbiano un'origine soprannaturale. Non dobbiamo aspettare il giudizio "ufficiale" della Chiesa, perchè potrebbero volerci degli anni. Per il giudizio ufficiale della Chiesa su Lourdes si è atteso molto, quasi 50 anni. Gli avvenimenti di Medjugorje hanno avuto inizio 16 anni fa. La Chiesa è lenta, ma non ha proibito i pellegrinaggi.

Quello che mi rattrista maggiormente e che mi fa male è la posizione contraria del vescovo locale, di quello attuale e del suo predecessore. Preghiamo affinchè cambi il suo atteggiamento negativo. Il Papa privatamente incoraggia i pellegrinaggi a Medjugorje e privatamente ha dato la sua approvazione. Per il momento questo ci basta.

Rivolgiamoci alla Madre Santissima affinchè ci plasmi ad immagine del Suo Figlio Gesù, per poter vivere secondo i valori evangelici dell'amore, del perdono e della solidarietà e per poter essere testimoni di Gesù in mezzo agli uomini tra cui viviamo.

Oggi è la festa di S. Lorenzo, famoso diacono e martire della Chiesa. Poichè oggi è domenica non si celebra questa festività. Assistette nell'eucarestia Papa Sisto II (la cui solennità è stata celebrata tre giorni fa). A lui vennero anche affidati i beni materiali della Chiesa e la cura dei poveri.

All'imperatore di Roma era stato detto che la Chiesa possedeva un'enorme ricchezza e questi voleva impossessarsene. Mandò uno dei suoi funzionari a dirgli: "Lorenzo, ho sentito che la Chiesa possiede una grande ricchezza e molti beni. Me li puoi mostrare?" Lorenzo gli disse che glieli avrebbe fatti vedere dopo tre giorni. Il funzionario ne fu molto soddisfatto. Il quarto giorno Lorenzo radunò tutti i poveri di Roma, gli storpi, gli zoppi, i ciechi del circondario e li mostrò al funzionario dicendo: "Questo è il tesoro della Chiesa". Il funzionario si arrabbiò perchè Lorenzo lo aveva ingannato ed ordinò che venisse martoriato su una grata di ferro con del fuoco sotto. Si dice che ad un certo punto Lorenzo disse ai suoi aguzzini: "Un lato è ben arrostito; passato all'altro e mangiate". Morì da martire famoso.

Guardiamo i poveri, vediamo in loro Cristo che soffre ed aiutiamoli, come aiuteremmo Cristo. Gesù ha detto: "Quello che avrete fatto ad uno dei più piccoli, lo avrete fatto a me". Questo è quello che fa Madre Teresa a Calcutta. Ricosciamo Gesù nei poveri che soffrono ed aiutiamoli come possiamo.

La Chiesa prega nelle sue preghiere ufficiali affinchè siamo protetti dalla passione e dalla corruzione, così come Lorenzo è stato protetto dal fuoco.

Possa il nostro Signore, per intercessione della Beata Vergine Maria, liberarci dal fuoco della passione ed aiutarci a vivere una buona vita cristiana."

LA VISITA DELL'ARCIVESCOVO COLOMBIANO

In occasione del 16° anniversario delle apparizioni, si è recato in visita a Medjugorje anche un arcivescovo colombiano. Ecco quanto ha dichiarato in quella occasione:

"Sono Fabio Betancourt Tirado, arcivescovo di Manizales in Colombia. Sono venuto con un gruppo di pellegrini costituito da 4 sacerdoti, 52 fedeli ed io. Dopo il pellegrinaggio in Terra Santa abbiamo deciso di visitare queste zone ed in modo particolare questo santuario. Siamo in viaggio verso Roma e qui sarò ordinato arcivescovo il 29 giugno. E' la prima volta che vengo in questo luogo, qui avverto la presenza di Dio. E' la stessa presenza che ho sentito in altri santuari mariani, come ad esempio quelli che si trovano nel mio paese, la Colombia, o quelli di altri posti del mondo come Fatima, Lourdes e Loreto. Sento la grazia che Dio dona ai suoi fedeli per mezzo della Sua Santa Madre, la Vergine Maria. Vedo tanti ragazzi, giovani, adulti ed anziani che vengono a pregare la Vergine Maria. A Lei confidano i propri bisogni ed i propri problemi, certi che grazie alla Sua intercessione, possano giungere al Signore.

Non conoscevo totalmente il messaggio di Medjugorje. E' certo che la Vergine ci inviti ad ascoltare il Signore. Ci parla di pace e di conversione e questo è un qualcosa che Dio ha sempre chiesto all'uomo e che continua a chiedere per mezzo della Chiesa. La Vergine cerca la riconciliazione e sarebbe bene che rispondessimo in modo positivo a questo appello. Per mezzo della Vergine Maria il Signore ci chiede ancora una volta di convertirci e di farci portatori di pace.

IL 16 ANNIVERSARIO DELLE APPARIZIONI DELLA VERGINE NELLA PARROCCHIA DI MEDJUGORJE

In occasione del sedicesimo anniversario delle apparizioni della Vergine a Medjugorje sono giunti anche tre importanti rappresentanti della Chiesa: l'arcivescovo di Spalato in pensione Frane Franic, il vescovo in Italia Paolo Hnilica e l'arcivescovo dell'arcidiocesi di Manizales in Columbia Fabio Betancur Tirado, in viaggio verso Roma dove incontrerà Sua Santità Giovanni Paolo II. Hanno celebrato la S. Messa insieme ai pellegrini e reso testimonianza della propria convinzione della presenza della Vergine nella parrocchia di Medjugorje.

LA VISITA DEL VESCOVO DELLA TANZANIA MONSIGNOR DAMIANO KYARUZI

Alla fine di maggio si è recato in visita a Medjugorje il vescovo neo-eletto della Tanzania, Monsignor Damiano Kyaruzi. Durante il suo viaggio a Roma, dove sarà ordinato vescovo, egli ha fatto visita anche a Medjugorje. Ecco cosa ha dichiarato in questa occasione:

Sono un sacerdote della diocesi di Bukoba in Tanzania. Fino ad ora sono stato vicario generale della mia diocesi ed ora sono stato nominato vescovo della diocesi di Sumbawanga. Sono sacerdote già da 29 anni. Sarò consacrato vescovo in occasione dell'anniversario della mia ordinazione sacerdotale, il 29 luglio 1997. Questa è la prima volta che vengo a Medjugorje. Sono venuto qui per pregare prima di essere ordinato vescovo. Qui ho trovato un luogo e delle persone che pregano molto in chiesa, a Podbrdo e a Krizevac. Ho notato una profonda devozione nei confronti di questi monti. Questa è un'esperienza importante per me poichè mi fa comprendere che la gente è disposta a pregare quando viene loro data l'occasione e quando è ben guidata. Ma questo non è solo un luogo di preghiera, ma un luogo dove si può imparare molto. Ho capito una cosa importante: tutti noi siamo pellegrini. I pellegrini che vengono qui scoprono il dono della vita e Dio qui li cura; essi tornano a Dio, comprendono le leggi della vita e divengono messaggeri di pace. Ho intenzione nella mia opera di parlare alla gente e dire loro di non aver paura di accettare la vita, anche se so che non è facile. Salendo sui monti di Medjugorje possiamo comprendere queste difficoltà. Questa esperienza la si può vivere soprattutto a Krizevac. A Krizevac si impara questa lezione: bisogna accettare tutto quello che nella vita si riceve e portare a compimento il proprio compito. Bisogna solo guardare e seguire la via della croce di Gesù. Mi auguro che tutti i pellegrini qui accolgano il proprio pellegrinaggio di vita con Dio e con Maria."

LA VISITA DEL VESCOVO DEL CAMERUN

Monsignor ADALBERT HDZANA, vescovo della diocesi di Mbalmayo in Camerun è venuto in visita a Medjugorje a metà giugno. Ecco cosa ha dichiarato in quella occasione:

"Faccio visita con piacere agli importanti luoghi mariani di pellegrinaggio. Sono già stato due volte a Lourdes e a Fatima. Sono molto felice e soddisfatto di essere venuto qui. Mi sembra che Medjugorje sia il proseguimento di Fatima. Lo ha già detto qualcuno prima, ma quello che vedo qui è un proseguimento di Fatima perchè vedo una realizzazione del Vangelo confacente all'attuale situazione ed all'uomo di oggi. La Vergine parla in modo molto semplice. Nei messaggi non ci sono minacce nè paure per il cuore dell'uomo. Qui si mette l'accento sulle cose importanti: l'amore e la fiducia in Dio. Però il peccato si oppone alla vita che Dio ci offre qui. Tutto quello che la Vergine ci dice qui è contenuto nel Vangelo ed i metodi ai quali ci invita sono quelli evangelici e della tradizione della Chiesa. Qui si parla di vita mentre nel mondo si vive la morte. I sacramenti sono i canali attraverso i quali ricevere la vita divina. Anche la Vergine ci invita ad accogliere i sacramenti ed a viverli. Si tratta soprattutto del sacramento della riconciliazione e, al centro, si trova l'eucarestia.

Mi sembra che qui tutto accada in modo molto semplice e che si metta l'accento sulle cose più importanti. Credo che la Chiesa debba essere molto ragionevole verso questi avvenimenti. Può prendere tutte le precauzioni poichè gli avvenimenti qui non sono ancora terminati, ma qui accadono cose buone, e già da tempo, e questo deve aiutarci a capire di cosa si tratti. Penso che quello che ho appreso qui mi aiuterà a tornare più al pastorale, come ci ha detto anche il Papa, per poter fare di tutto per prepararci bene al Giubileo del 2000. La cosa che più mi sta a cuore di Medjugorje, che dirò ai miei, è la conversione e la consacrazione. La Vergine ci ripete continuamente di liberarci dal peccato e di aprirci all'amore di Dio. Al mio ritorno metterò di nuovo l'accento sulle cose che qui ho udito e vissuto. E' questa la re-evangelizzazione. Invito tutti ad approfittare di questo tempo di grazia che Dio ci concede per mezzo di Maria. Dio vi benedica. Pregherò per voi tutti e voi pregate per me e per il mio paese.

INCONTRO CON L'ARCIVESCOVO SLOVENO

Su invito dei pellegrini e degli amici di Medjugorje, fra Slavko ha visitato alcune parrocchie in Croazia e Slovenia nel mese di maggio 1997 trasferendo ai fedeli, nelle loro chiese, il messaggio di pace della Vergine e lo spirito del programma di preghiera di Medjugorje. A tutti gli incontri hanno partecipato numerosi fedeli e durante uno di questi in Slovenia, fra Slavko ha incontrato anche l'arcivescovo Franco Rodeo. Durante il loro colloquio molto aperto fra Slavko gli ha chiesto se era a conoscenza del fatto che molti sloveni si recano a Medjugorje e gli ha anche chiesto qual è la sua posizione a riguardo. La risposta è stata: "Una volta il vescovo di Pescara ha chiesto al Papa come comportarsi con i fedeli che vanno a Medjugorje ed il Papa ha replicato: cosa fa lì il popolo? Ed il vescovo gli ha risposto: Prega, si confessa e fa penitenza! Ed il Papa ha replicato: Allora lasciate pure che la gente vada!" Fra Slavko ha chiesto all'arcivescovo se condividesse quest'opinione ed il vescovo con un simpatico sorriso ha detto: "Sì".

L'ARCIVESCO FRANIC ALLA PRESENTAZIONE DELLA MONOGRAFIA FOTOGRAFICA SU MEDJUGORJE

E' stata presentata a Spalato la monografia fotografica su Medjugorje, di cui abbiamo parlato nello scorso numero del bollettino, quello del 3 giugno 1997. Alla presenza di molti fedeli ed esponenti del mondo culturale, religioso e dell'opinione pubblica di questa città, monsignor Frane Franic, arcivescovo in pensione della diocesi di Spalato- Makarska, ha presentato per primo il libro. Ecco quanto ha dichiarato in quell'occasione: "Le apparizioni della Vergine devono essere considerate come un ulteriore intervento nella storia dell'uomo, che potrà essere compreso solo nel lungo periodo. Io ho sentito di persona la voce della Vergine, sebbene non l'abbia mai vista. Nei frutti di Medjugorje, la preghiera, il digiuno e l'amore fraterno, vedo i segni di una preparazione all'incontro con Dio. Con la Dichiarazione del 1991 i nostri vescovi hanno ribadito che Medjugorje è un luogo di pellegrinaggio e di preghiera e tale è diventato per i fedeli di tutto il mondo.

I VESCOVI UGANDESI A PROPOSITO DI MEDJUGORJE

Come comunicato nel Press Bulletin n. 65, dall'8 al 15 maggio 1997 hanno fatto visita al santuario della Regina della Pace a Medjugorje tre vescovi ugandesi: Frederick Drandua, Deogratias Byabazaire e Joseph Oyanga. Nello scorso numero abbiamo riportato integralmente l'interessante omelia di Monsignor Drandua ed in questo numero riportiamo le brevi dichiarazioni dei tre vescovi.

MONSIGNOR DEOGRATIAS BYABAZAIRE, vescovo di Hoima, ordinato sacerdote nel 1969 e vescovo nel 1990. A proposito della sua esperienza di Medjugorje dice: "Ho trascorso a Medjugorje una settimana e mi sono reso conto che c'è un'atmosfera piena di preghiera, pace ed amicizia. Ho incontrato molte persone che davvero pregano e cercano la preghiera. Mi sono recato a Krizevac e a Podbrdo. Ho visto molte persone pregare. Io avevo paura di andare su, ma quando sono arrivato in cima mi sono sentito davvero felice. Entrambi i monti sono stati per me una bella esperienza. Ho pregato molto ed ho visto molte persone che camminavano scalze e pregavano. Sono rimasto profondamente colpito dalla S. Messa serale. La Chiesa era piena tutte le sere e molte persone ascoltavano la Messa fuori. Sebbene non capiscano la lingua, tutti sono raccolti in preghiera. Tuttavia, il momento più bello del programma di preghiera serale è l'adorazione del Santissimo Sacramento dell'Altare. Ho visto tantissimi sacerdoti che confessavano ed una moltitudine di credenti desiderosi di confessarsi.

Sono stato presente anche alle apparizioni. Sono profondamente convinto che sia stato un vero incontro. Parlando con i veggenti ho capito che sono persone mature e sincere.

Quando tornerò a casa dirò che le parole della Vergine sono semplici così come la semplicità con la quale entra nel cuore dei suoi figli."

MONSIGNOR FREDERICK DRANDUA, vescovo di Arua, ordinato sacerdote nel 1970 e vescovo nel 1986.

A proposito della sua esperienza a Medjugorje dice: "Questa è davvero una grande esperienza per me, soprattutto con la preghiera. Non posso dire che la Vergine non appaia. I veggenti continuano a ripeterlo da 15 anni e parlano sempre dello stesso messaggio, senza cambiare nulla. Il messaggio è semplice: pregare, digiunare, credere, confessarsi, adorare. Proprio per questo motivo deve trattarsi di avvenimenti sovrannaturali, poichè essi sono fedeli ad un messaggio. La gente arriva e la loro vita cambia. Molti si confessano. In quanto vescovo, in questi 10 anni non ho confessato quasi mai. Qui la gente mi ha pregato incessantemente di essere confessata ed ho confessato molto. In questi giorni ho confessato più di 100 persone. Sono sicuro che il Signore si serva di questo luogo per la conversione dei popoli. Quando farò ritorno a casa dirò di recitare il Rosario e raccomanderò ai sacerdoti di riservare un giorno della settimana all'adorazione."

In occasione della propria visita a Medjugorje i tre vescovi ugandesi hanno incontrato anche Monsignor Ratko Peric, il vescovo del posto. Ecco quanto ha dichiarato Monsignor Drandua a proposito di questo incontro: "Il vescovo Peric mi ha detto che per lui Medjugorje non è un problema, poichè qui la gente prega. Il problema per lui sono i francescani che, a suo avviso, vogliono essere indipendenti. Io gli ho detto: Medjugorje parla costantemente di pace. La Vergine invita a cambiare il proprio cuore ed alla pace nel cuore. Non può dire che i francescani siano cattivi. Deve accettare il fatto che anche lei deve cambiare. Allora anche i francescani cambieranno e la pace sarà possibile. Il messaggio di pace si manifesta all'interno della sua parrocchia ed ha cambiato sia lei, sia i francescani. Abbia la forza di umiliarsi dinanzi al Signore e di iniziare a pregare per la pace. La prego, caro fratello, si impegni per la pace. Chiami i francescani! Forse ne verranno solo alcuni. Non tutto può avvenire in un giorno. Lei deve andare da loro, perchè Lei è il pastore. Dica loro: Caro figlio, vieni, ti prego: vieni. Se lo farà, sono sicuro che ci riuscirà". Ed egli ha risposto: "Ci proverò!" Mi ha detto che i francescani non accettano nè il generale, nè Roma. Ed io ho detto: "No, Roma vuole che ci sia la pace e Lei qui si deve impegnare concretamente."

MONSIGNOR JOSEPH OYANGA, vescovo di Lira, sacerdote già da 33 anni e vescovo da otto.

A proposito della sua esperienza al Santuario della Regina della Pace dice: " Questo è un luogo di meditazione, di preghiera. Tutte le persone che vengono qui realizzano una comunione reciproca. Ho visto gente proveniente dall'Europa, dall'America, dal Giappone, dall'Australia. Tutti si sentono simili e questo mi ha colpito profondamente. Qui si prega davvero. Io non ho avuto la possibilità di recarmi sui monti, ma mi ha colpito molto quando una pellegrina mi ha portato una pietra presa lì. L'adorazione è un'esperienza speciale, qualcosa di unico. Ho visto la gente digiunare. Nella casa in cui ho alloggiato i pellegrini non mangiavano niente a cena, solo un po' di insalata e di pane. Questo è uno spirito di penitenza, di sacrificio che non vedevo da tempo. Questa esperienza mi darà la forza di parlare della Vergine alla gente. Ora mi sembra di non averLe prestato sufficiente attenzione. Lei ci è vicina. E' questo il messaggio principale di questo luogo."

TRE VESCOVI UGANDESI A MEDJUGORJE

Vescovi provenienti da varie parti del mondo continuano ad arrivare al Santuario della Regina della Pace a Medjugorje. Dall'8 al 15 maggio 1997 sono venuti in visita i vescovi dell'Uganda Frederick Drandua, Deogratias Byabazaire e Joseph Oyanga. Hanno dichiarato che, prima di partire, avevano chiesto al nunzio papale in Uganda Luis Robles Diaz, cosa pensasse di questo viaggio. Egli aveva loro detto: "Il Papa non parla pubblicamente di Medjugorje, ma è favorevole. Andate!"

Sperimentando la spiritualità di Medjugorje essi hanno deciso insieme ai pellegrini di celebrare la S. Messa serale del 12 maggio. Uno di loro, Frederick Drandua, durante la Messa ha anche tenuto l'omelia. La riportiamo qui integralmente poichè è stata molto interessante.

"Cari fratelli e sorelle!

Mi fa molto piacere celebrare insieme a voi questa S. Messa stasera. In una delle sue lettere S. Paolo chiedeva alla comunità se avesse accolto lo Spirito Santo. Stasera anch'io vi chiedo: avete accolto lo Spirito Santo? Ve lo chiedo perchè in questo momento io sto parlando in inglese. Mi comprendete quando parlo? Se dite di sì, allora capite il mio inglese. Io vi garantisco che ho lo Spirito Santo e lo Spirito Santo ha solo una lingua che tutti noi possiamo comprendere. Volete naturalmente sapere quale sia questa lingua. Ve lo dirò subito: è la lingua della preghiera. Comprendete la preghiera? Dio ha la sua lingua. Non ci sono altre lingue, ad eccezione di quella della preghiera. Sia che preghiate in croato, o nella mia lingua madre, l'inglese, o in qualsiasi altra lingua, questa è la lingua della preghiera. Tutti siamo venuti qui per pregare ed abbiamo lo Spirito Santo, lo spirito della preghiera. Tutti siamo riuniti attorno all'altare per pregare. Tutti parliamo la stessa lingua, tutti ci capiamo a vicenda perchè tutti insieme parliamo al Padre Nostro celeste. Non è meraviglioso?

Vengo da un paese lontano, l'Uganda, e molti di voi probabilmente non sanno neppure dove si trovi, ma sono venuto qui per pregare e parlare a voi tutti e tutti mi comprenderete. Sono quindi felice di essere venuto qui, in questa scuola della preghiera. E' stata fondata dalla nostra adorata madre, la nostra Vergine e Lei ha voluto che frequentassimo la scuola della preghiera.

E' interessante che Lei abbia fondato questa scuola proprio qui, in territorio croato. Da tutto il mondo veniamo a questa scuola della preghiera. Quello che qui accade è importante anche per voi croati che avete la scuola qui. Non dimenticate che proprio i bambini che vivono vicino a scuola vengono poi bocciati. Essi infatti prendono questo impegno alla leggera pensando che non sia necessario studiare visto che la scuola è così vicina e che avranno sempre tempo. Coloro che vengono da lontano e che forse devono stabilirsi vicino alla scuola vanno meglio e riescono a conseguire il diploma.

Forse potrei dirvi che ho conseguito il diploma prima di voi ed il veggente Ivan l'altra sera me ne ha dato conferma. Mi ha detto che la Vergine ha detto di essere molto felice perchè noi vescovi siamo qui. Ci ha benedetti, come ha fatto con tutta la nostra diocesi, ed ha aggiunto che ci sono grandi speranze per tutta la nostra diocesi. Io definisco tutto questo come un diploma o un certificato che ho ricevuto dalla Vergine. Devo complimentarmi con me stesso per essere stato un bravo studente, visto che ho già conseguito il diploma. Voi croati, e voi altri pellegrini, avete conseguito questo diploma? Se non lo avete ricevuto vi dovete impegnare un po' di più.

Voi pellegrini giunti fin qui da lontano e che siete arrivati qui per impegnarvi duramente ed imparare, avete ricevuto un qualche certificato della vostra scuola? I vostri sforzi sono tali che dovreste ottenere un attestatodella vostra presenza a scuola. Possono ottenere questo certificato tutti coloro che vengono a lezione, ovvero tutti coloro che vengono qui a pregare, che salgono sul monte e che ascoltano i messaggi della Vergine. Se non lo avete ancora fatto e siete venuti fin qui, temo che non otterrete l'attestato di frequenza. Siete sicuri di voler tornare a casa senza questo attestato? Credo sarebbe un vero peccato se voi non conseguiste questo certificato.

E voi figli che vivete in questa zona: vi esorto ad emulare tutti coloro che vengono da lontano, affinchè possiate dimostrare che anche voi siete bravi studenti, che venite regolarmente a lezione in questa scuola della preghiera. Se non lo farete sarà una catastrofe. Sarebbe sbagliato non accogliere la grazia che Dio concede a questa scuola della preghiera e la grazia di colei che ha fondato questa scuola. Pensate: cosa accadrebbe se non superaste l'esame? Voi che abitate qui vi dovete impegnare per superare l'esame alla scuola della Vergine insieme a noi che veniamo da lontano.

Io che vengono dall'Uganda ho ancora bisogno di impegnarmi molto. Devo andare a parlare di questa scuola, la scuola della preghiera. Questa è la scuola di tutti i cristiani. Chi vuole vivere la propria cristianità deve iscriversi a questa scuola. Qui si trova l'amore della madre verso i figli. Questo è un grande amore ed una madre non farà mai nulla di sbagliato per i propri figli. Ricordate le parole di Gesù: quando un bambino vi chiede del pane, gli dareste una pietra e se vi chiede del pesce, perchè dargli un serpente? Gesù in modo molto sarcastico poi aggiunge: se voi peccatori sapete scegliere i doni per i vostri figli, quali doni pensate che concederà Dio stesso? Pensiamo quindi ai doni che potrebbe offrire la Vergine, che ha fondato questa scuola.

Vi prego quindi: quando farete ritorno alle vostre case cercate altri studenti che vogliano studiare alla scuola della Vergine. Quando io tornerò a casa so che molti cristiani e molti sacerdoti verranno da me. Mi chiederanno cosa ho di buono da dire o da offrire loro. Ed io dirò loro che qui si possono ottenere due cose buone: se ne può accettare una, o l'altra o entrambe. Sapete quali sono queste cose? La cosa più importante è la preghiera e la seconda l'amicizia dei croati, la loro ospitalità. Io penso che le prenderò entrambe: la preghiera e l'ospitalità. Qualcuno forse è venuto qui solo per la preghiera o solo per l'ospitalità, il divertimento. Cari pellegrini, vi esorto a prendere entrambe le cose e non solo una.

Vorrei ringraziare voi, parrocchiani croati, per la vostra amicizia ed ospitalità, ma anche per la preghiera. Vi siete impegnati perchè noi potessimo cogliere sia l'una, sia l'altra cosa. Incessantemente ci invitate a venire qui da lontano affinchè tutti possiamo portare a termine la scuola della preghiera e conseguire il diploma.

Se qualcuno non riesce a diplomarsi, io lo pregherei di prendere almeno l'attestato di frequenza a questa scuola. Non è importante se siete del posto o se venite da lontano. Possano Dio e la Madonna benedirvi copiosamente.

PROPOSTA DELL'ARCIVESCOVO FRANE FRANIC

Gli avvenimenti nella parrocchia di Medjugorje sono entrati attraverso tutti i pori nella vita della Chiesa. Una delle persone che all'inizio erano contrarie, e che dopo aver fatto visita si è convinto con tutto il cuore di quanto accadesse ed ha iniziato a fare propaganda, è l'arcivescovo di Spalato (attualmente in pensione) Frane Franic. Egli è stato una delle più eminenti personalità del Concilio Vaticano II. Insieme ad altri 500 vescovi si è impegnato per la condanna dell'ateismo marxista, sebbene il Concilio si sia schierato non su una posizione di aperta condanna, ma solo di una presentazione positiva della dottrina cristiana. Questo suo impegno è stato un atto di grande coraggio personale, poichè partiva dalla Croazia, occupata dalla Jugoslavia comunista. Il Concilio al termine della seduta nella propria costituzione pastorale "La Chiesa nel mondo contamporaneo", al punto 21 ha dichiarato, condannandolo, che l'ateismo marxista è la forma di ateismo più radicale che si sia mai manifestata nella storia dell'umanità.

Per tutti i suoi meriti gli è stato conferito un premio dalla parrocchia della zona di Spalato-dalmata per le opere compiute. In questa occasione il quotidiano croato "Slobodna Dalmacija" ha pubblicato il grande discorso dal titolo "Il comunismo distrugge tutto quello che è buono" (19 aprile 1997). Egli ha risposto anche alla seguente domanda: "Sebbene abbia ricevuto un premio per le sue opere, le sue idee ancora oggi richiamano abbastanza l'attenzione dell'opinione pubblica civile ed ecclesiastica. Una delle proposte è che anche la nostra chiesa celebri le solennità dell'Anno Santo (Giubileo 2000) organizzandole nel Santuario della Regina della Pace a Medjugorje." La risposta è stata: "Sì. Ho scritto in "Chiesa nel mondo" (rivista telogica croata) che nel 2001 i nostri vescovi, con l'approvazione della Santa Sede, e papa Giovanni Paolo II è a favore, potrebbero organizzare una cerimonia di ringraziamento alla Vergine di Medjugorje per tutti i doni che abbiamo ricevuto, ed in modo particolare per il dono della libertà che può essere solamente opera di Dio per intercessione della Vergine."

I vescovi croati non hanno ancora risposto pubblicamente alla suddetta proposta. Sicuramente questo sarebbe un grande evento non solo per la Chiesa croata, ma per la Chiesa tutta.

I VESCOVI MOGED ELHACHEM E FRANCO HILLARY A MEDJUGORJE

Papa Giovanni Paolo II nel suo viaggio a Sarajevo, che fino all' occupazione turca del 1463 veniva chiamata col nome croato Vrhbosna, è stato accompagnato da 11 alti funzionari accreditati presso la Santa Sede, giornalisti vaticani, rappresentati della segreteria di stato e dai vescovi Moged Elhachim e Franco Hillary. Questa delegazione composta da una trentina di persone durante il viaggio si è recata in visita anche al Santuario della Regina della Pace a Medjugorje.

La Santa Messa è stata celebrata dal vescovo Moged Elhachim il quale ha anche fatto l' omelia. Nel corso di questa ha detto che erano venuti tutti a Sarajevo per incoraggiare il Santo Padre e per dare con le proprie preghiere un modesto contributo alla pace a Sarajevo, in Bosnia ed Erzegovina ed in questi territori.

Dopo la celebrazione della Santa Messa fra Ivan Bradvica li ha condotti sulla Collina delle apparizioni. Qui tutti insieme hanno pregato e parlato degli avvenimenti nella parrocchia di Medjugorje.

Al momento della partenza il vescovo Elachem ha detto che era venuto per pregare per la pace nella sua patria tormentata, il Libano. Il vescovo Franco Hillary di New York ha detto che quella era la sua seconda visita a Medjugorje e che vi si reca sempre con piacere, poichè sente la presenza della Vergine nella sua esistenza e nella sua opera. L' ambasciatore croato presso la Santa Sede sig. Ivo Livljanic, al tempo stesso anche a capo della visita, ha dichiarato che in questi nostri tempi è già un grande miracolo che tante persone vengano a Medjugorje per pregare. Ha aggiunto anche che gli ambasciatori sono stati i principali fautori e promotori del viaggio a Medjugorje.

LA VISITA DEL VESCOVO MILITARE TEDESCO, aprile 1997

Nei giorni scorsi ha fatto visita a Medjugorje anche un vescovo militare tedesco, monsignor Johanes Dyba, vescovo della città tedesca di Fulda. E' venuto a fare visita ai reparti tedeschi del SFOR che si trovano in Bosnia ed Erzegovina. "In questo viaggio non potevo non venire a Medjugorje" ha dichiarato monsignor Dyba, il quale ha visitato il Santuario della Regina della Pace con un gruppo di ufficiali e soldati tedeschi. Dopo la visita al Santuario si è trattenuto per un lungo e cordiale colloquio con i francescani di Medjugorje che lo hanno messo al corrente degli avvenimenti legati all' apparizione della Madonna in questa parrocchia.

SESSANTESIMO ANNIVERSARIO DEL SACERDOZIO DELL' ARCIVESCOVO EMERITO MONS. FRANE FRANIC

Nel dicembre dall' anno scorso l' Arcivescovo emerito di Spalato msgr. Frane Franic ha celebrato i sessant' anni di sacerdozio. Nella concattedrale di Spalato colma di fedeli, erano presenti: il nunzio apostolico Giulio Einaudi, il cardinale Franjo Kuharic, l' attuale Arcivescovo di Spalato msgr. Ante Juric, delegato dal Presidente della Repubblica, alcuni vescovi croati e numerosi sacerdoti e suore.

Persone importanti della Chiesa e della società hanno parlato della vita e dell' opera di questo coraggioso testimone della fede nei giorni delle pressioni e persecuzioni più forti dei comunisti. Il Dott. Jure Radic, vicepresidente del governo croato ed emissario del Presidente della Repubblica, don Dante - sacerdote italiano e il dott. fra LJ.D.vit Rupcic hanno sottolineato: "... i meriti partcolari di msgr. Franic, testimone corraggioso che ha riconosciuto gli avvenimenti di Medjugorje come un segno di Dio e li ha sempre proteTti. Il suo coraggio è stato a volte la ragione per cui è stato anche attaccato, ma msgr. Franic, come ha sempre fatto anche in altre situazioni, ha seguito la voce della propria coscienza e della propria convinzione..."

La sua coraggiosa testimonianza ha aiutato molti ad accettare gli eventi di Medjugorje, che gli hannoaperto il cammino verso la conversione e verso la pace.

L' Arcivescovo stesso, ringraziando tutti , anche in quell' occasione ha dato una forte testimonianza della sua fede nella Regina della Pace di Medjugorje. I presenti, entusiasti delle sue parole l' hanno sostenuto con un forte applauso. Tra l' altro msgr. Franic ha detto anche questo: "... ogni sacerdote deve pregare tre ore, ogni vescovo quattro e i vescovi emeriti cinque ore. Io ho imparato a pregare a Medjugorje con la Regina della Pace... Ringrazio Dio perchè ho potuto seguire lo sviluppo della teologia mistica ed gli eventi mistici, sopratutto a Medjugorje. Accetto l' autenticità dei messaggi della Madonna a Medjugorje ."

VISITA DEL VESCOVO DELL` UGANDA

A Medjugorje, sempre più spesso si incontrano vescovi che visitano questo santuario come pellegrini. Ultimamente questo santuario marianoè stato visitato dal vescovo John Baptist Odama, ordinato vescovo da pochissimo tempo e amministratore della diocesi più giovane dell` Uganda . Ecco cosa ci ha detto in occasione:

"Ho sentito di questi avvenimenti per la prima volta nel 1990. Ero in California, in USA. Un amico mi ha parlato di Medjugorje, mi ha fatto vedere fotografie, libri, film. Tutta la famiglia era molto entusiasta di Medjugorje. Recentemente ho ricevuto la lettera del cardinale di Campala cheè stato a Medjugorje. Mi ha proposto il pellegrinaggio di ottobre dicendomi che qualcuno avrebbe sostenuto tutte le spese. Adesso so che questoè il pilota Joe Roy il quale ha portato per primo la notizia di Medjugorje in Uganda e fin` ora ha accompagnato qui alcuni vescovi e sacerdoti. Ho risposto subito che desideravo andarci, dopodicchè ho cominciato a preparami per venire qui. A casa di Joe Roy a Londra ho letto diversi libri e film su Medjugorje. La prima cosa che mi ha colpito dopo l`arrivo a Medjugorjeè stato il benvenuto della famiglia che ci ha ospitato. Sono contento che non ci sono grandi alberghi dove si può rimanere completamente anonimi. Nelle famiglieè diverso. É possibile incontrare le persone, parlarci insieme, pregare, condividere la mensa e capire così il vero spirito di Medjugorje. Inoltre, mi ha impressionato molto il fatto che i pellegrini che ho incontrato qui sono particolarmente coscienti dell`importanza degli avvenimenti che accadono. La gente veramente ascolta edè disponibile sempre ad ascoltare. Ognunoè aperto a qualcosa di più grande, che qui ti si offre davvero. Ho visto un grande interesse per la realtà spirituale. Ho notato una grande devozione per l`Eucaristia.

Quando ci siamo incamminati verso il Krizevac ha cominciato a piovere. Dopoè venuta la grandine. Per un attimo ho penstao che bisognava tornare indietro perchè sembrava non avere nessun senso prosegurici. Qualcosa mi spingeva ad andare avanti. Non volevamo tornare in dietro e andare avanti era molto difficile. Ad un certo punto ho cominciato pregare per avere forza, non volevo fermarvi. Devo confessare che arrivati in cima, eravamo completamente bagnati. Però ogni stanchezzaè sparita. Mi sono sentito leggero più di un uccello. Questa esperienza per meè stata molto importante. Cosìè anche nella vita. Spesso sembra che non possiamo continuare, cheè troppo difficile, ma se cominciamo ad abbandonarci alla volontà di Dio, tutto procede bene.

Mi ha impressionato molto la preghiera del Rosario sulla Collina delle apparizioni, il Podbrdo. Mi sembra che quella molitutidine di gente che pregava con noi mi abbia ispirato dei buoni pensieri. Bisogna guidarlo il popolo. Se il sacerdote prega, anche il popolo prega. E' stato bellissimo quando, dopo la preghiera del Rosario, ci siamo inginocchiati nel luogo delle apparizioni per pregare insieme il Credo e i 7 Pater, Ave, Gloria. Mi sono sentito unito alla Chiesa universale che prega con Maria e cerca di vivere come Maria.

Penso che qui il popolo ha risposto veramente. Ovunque si va si vedono persone sole e gruppi pregare, leggere la Sacra Scrittura, riflettere. Quiè così naturale vedere le persone pregare chè coloro che non pregano sembrano strani. In altri luoghiè proprio il contrario. Colgo l`occasione per ringraziare il popolo croato perchè ha risposto per primo aiutando così tutti noi che veniamo qui. Sono orgoglioso di poter dire che pregavo continuamente per il popolo croato e invitavo i miei fedeli a fare altrettanto. D`ora in poi lo farò molto di più.

Penso che la prima cosa che dirò ai vescovi sarà che Medjugorje nonè in contrasto con l`insegnamento del Signore e di ciò che Lui vuole da noi. Gli dirò di non aver paura a venire qui. Per quanto riguarda le apparizioni, sono un dono di Dio. Ero presente all`apparizione con Maria la veggente. Abbiamo pregato il Rosario insieme. All`improviso non si sentiva più niente. Credo che era venuta la Madonna. Io non ho visto nulla ma ho sentito la presenza della Madonna e attraverso la Sua presenza quella di Dio. Mariaè soltanto uno strumento. Attraverso Maria Dio ci avvicina a Lui. E` il compito di Maria dato Leiè la Madre di Cristo. Quello che ho visto deve essere vero. Sarebbe bene che ogni vescovo venisse qui a vedere ciò che Maria fa qui insegnandoci quello che dobbiamo fare. Inoltre, confesserò a tutti i vescovi che appena adesso ho capito che cosa possiamo fare e che la cosa più importanteè che noi preghiamo. Ho pregato veramente col cuore affinchè il Signore renda capace noi sacerdoti di annunziare la Sua Parola ad ogni uomo.

LA VISITA DEL VESCOVO INGLESE

Monsignor Augustine Harris, vescovo della città inglese di Liverpool ha soggiornato a Medjugorje per due settimane. E' stato la guida spirituale di due gruppi di pellegrini. Ha confessato e celebrato la Santa Messa senza stancarsi mai.

Ecco cosa ha detto prima di lasciare Medjugorje: "Vorrei dire questo: sono nato nel 1917 quando imperversava la guerra ed anche quando nel 1942 sono stato ordinato sacerdote c'era la guerra. Ora mi trovo a Medjugorje e si parla tanto di pace dopo una guerra spaventosa che ha imperversato nel vostro paese. Mi sembra che della pace si parli un po' troppo superficialmente. Se vogliamo una pace vera abbiamo bisogno di qualcosa di più profondo. Quello che la Vergine vuole dirci è questo: non commettete sempre lo stesso errore, quello di parlare della pace senza andare nel profondo del cuore e dell'anima, dove nasce la pace vera. Maria qui ci educa alla vera pace. Sono venuto a sapere di Medjugorje da alcuni amici e da vari scritti. A Medjugorje si prega molto, ma bisogna fare attenzione perchè questa preghiera deve entrare nei nostri cuori e cambiarli. I miei amici sono venuti a Medjugorje e questa volta li ho seguiti. Sono venuto privatamente. I miei amici hanno organizzato dei pellegrinaggi a Medjugorje e mi hanno chiesto di guidarli. Ho accettato. E' chiaro che bisogna parlare incessantemente ai pellegrini della profondità della preghiera: bisogna meditare e vivere quello che diciamo. Ma la cosa che qui davvero conta è la confessione. La gente è davvero disposta ad incontrarsi con il proprio io, faccia a faccia. La gente è pronta a pentirsi e sono convinto che sia questa la principale esperienza di Medjugorje: rinnovarsi e convertirsi. Ma bisogna ripetere incessantemente alla genteche questo è solo l'inizio e non la fine di un processo spirituale. Essi devono andare via da qui con la profonda convinzione di pregare a casa da soli, in famiglia e nei gruppi di preghiera".

Alla domanda: "La infastidisce il fatto che il vescovo di qui non riconosca le apparizioni?", Monsignor Harris ha risposto: "Non intendo giudicare il vescovo locale. Quello che voglio dire è questo: se una persona viene qui per pregare, confessarsi, cambiare la propria vita, non si può dire: no!. Molte persone vivono nella paura, molti sono confusi e non sanno cosa fare. Io direi che è un bene venire a Medjugorje. Qui l'animo si purifica e si supera la confusione. E' una cosa che riscontro in molte persone qui. Per quanto riguarda le apparizioni, forse ci sono, o forse no. Personalmente non ho dei motivi per non credere alle apparizioni. Ho incontrato un veggente e posso dire che è una brava persona. Non posso credere che per anni abbia detto delle bugie.

E se qualcuno mi chiedesse: "posso andare a Medjugorje? " la mia risposta sarebbe: "se vuoi purificare la tua anima e se ti senti confuso, va'!"

Il giorno della festa dell'esaltazione della Croce ho visto più di 50 frati francescani confessare. Questa è davvero una cosa straordinaria. Dopo la S. Messa che quel giorno ho celebrato nella chiesa di Medjugorje una pellegrina mi ha fermato chiedendomi di essere confessata. Avrei potuto dire di no?!

Servite il popolo, insegnate loro a pregare, siate pronti a confessare. Tutto il resto andrà bene!"

IL VESCOVO DI VIENNA A MEDJUGORJE

Durante la sua recente visita ai militari austriaci in Bosnia ed Erzegovina il vescovo Christian Werner di Vienna si è recato anche a Medjugorje. Monsignor Werner dopo la visita ha espresso le sue impressioni su Medjugorje ad un giornalista di una rivista austriaca:

"Il giorno che mi sono recato in visita a Medjugorje era eccezionalmente calmo e quindi anche il mio incontro con piccoli gruppi è stato molto intenso. E' stato interessante vedere come i militari che erano con me, circa 50, non abbiano comperato cartoline, ma corone. A Medjugorje ho potuto sperimentare il silenzio. Ci siamo fermati vicino alla chiesa che domina la piazza e semplicemente siamo rimasti in silenzio. Sebbene purtroppo siamo rimasti solo poche ore, abbiamo potuto avvertire come questo luogo ispiri qualcosa di davvero speciale. Sia per me, sia per i militari, è stato un qualcosa di straordinario. Dopo aver pregato ci siamo recati in un ristorantino dove abbiamo incontrato della gente molto cordiale. Parlavano molte lingue e ci hanno subito accolti. Ho raccontato ai militari di quante conversioni si siano verificate in questo luogo. Si possono avere opinioni diverse sulla veridicità o meno delle apparizioni, ma la cosa importante è che qui migliaia di persone si confessano e vengono per purificarsi e per pregare sui monti. Ed un'altra cosa fondamentale è che qui vengono molti giovani. Quello che noi abbiamo vissuto dà solo una vaga idea di quello che avviene durante i giorni festivi. Questo è realmente un luogo di grazia e di vita..." "Oase des Friedens", Vienna, 7/1996.

LA VISITA DEL VESCOVO URUGUAIANO, luglio 1996

All'inizio di luglio si è recato in visita a Medjugorje il vescovo dell'Uruguay, Monsignor Raul Scarone. Durante la sua permanenza di due giorni a Medjugorje ha preso parte a varie Messe celebrate nelle lingue dei diversi gruppi ed anche alla celebrazione eucaristica serale in lingua croata, durante la quale ha impartito la sua benedizione ai credenti presenti. Ecco quanto ha detto in quella occasione:

"Questa è la mia prima visita a Medjugorje. Per me è una grazia trovarmi qui per due giorni. E' stata la provvidenza a condurmi qui. Sono felice e non sapevo che qui ci fosse una dimensione tale. Le apparizioni di Medjugorje sono note in tutto il mondo. La religiosità della gente deve essere affinata ed io penso che si tratti di una motivazione di fede. Questo vale per tutti noi. Per poter camminare fermamente sulla strada della santità dobbiamo affinare la nostra motivazione. Quando penso a me stesso, alla mia confessione personale, mi chiedo se sono vescovo per servire la Chiesa o solo per avere potere.

Nella vostra parrocchia voi avete un grande dono che si chiama Maria. Ella può aiutarci tutti nell'evangelizzazione poichè ci guida sempre verso Gesù. Ella ci apre le porte del cuore e del regno. L'ho notato anche nel mio popolo che è tanto secolarizzato ed ha tante sette. Laddove Maria è presente, il cuore è aperto. Quello che bisogna fare è quindi evangelizzare con l'aiuto di Maria."

UN ARCIVESCOVO AMERICANO IN VISITA A MEDJUGORJE, febbraio 1996

Di recente abbiamo anche avuto la visita di un arcivescovo, Monsignor Philip Hannan, arcivescovo emerito di New Orleans. Monsignor Hannan, quando era ancora in carica, promosse l'attività di una rete radio-televisiva il cui obiettivo è quello di accostarsi agli spettatori ed agli ascoltatori che si sentono affaticati in tutto il mondo e quello di fornire un aiuto ad un grande numero di brave persone che in tutto il mondo si preoccupano per le proprie sofferenze. Si desidera in questo modo esortare tutti gli appartenenti al mondo cristiano, ma anche coloro che non ne fanno parte, a riconoscere nel prossimo il Cristo che soffre ed attende l'aiuto dei propri fratelli e sorelle. L'arcivescovo Hannan nei giorni scorsi ha visitato insieme alla sua equipe televisiva anche la Bosnia ed Erzegovina: Tuzla e Sarajevo, dove ha incontrato il cardinale Vinko Puljic. Lo scopo di questa tournee è quello di girare un reportage grazie al quale mettere a conoscenza l'opinione pubblica americana delle azioni umanitarie che tengono impegnate numerose organizzazioni umanitarie degli Stati Uniti e dell'operato della formazione americana dell'IFOR il cui obiettivo è quello di instaurare una pace duratura in questi territori. Al termine della tournee si sono recati in visita anche a Medjugorje ed al santuario della Regina della Pace. L'arcivescovo si è trattenuto a Medjugorje per alcuni giorni. Durante il suo soggiorno Monsignor Hannan ha visitato anche il Villaggio del fanciullo. Il dolore e la sofferenza di questi bambini hanno profondamente colpito l'arcivescovo americano che, in lacrime, ha dichiarato: "Solo Dio può aver ispirato chi ha costruito tutto questo". Poi l'arcivescovo si è recato in visita anche alla comunità "Cenacolo" nella quale sono in cura giovani tossicodipendenti.

IL VESCOVO BELGA A MEDJUGORJE, novembre 1995

I pellegrini e gli amici di Medjugorje hanno di recente tenuto un incontro di preghiera nella città belga di Baeuring. In questa occasione la celebrazione eucaristica è stata presieduta dal vescovo Monsignor Leonard. Nella sua omelia, tra le altre cose, egli ha detto quanto segue:

"La Chiesa non ha ancora espresso la sua posizione ufficiale in merito alle apparizioni di Medjugorje e noi l'attendiamo nella preghiera e con fiducia. Io mi sono recato in visita a Medjugorje. Ci sono stato, ho visto ed ho creduto a quanto lì accade. Ogni apparizione della Vergine è un'apertura del cielo verso la terra che le dà la possibilità di gioire per l'amore che le viene donato. Personalmente sono stato profondamente colpito dalla perseveranza con cui Maria parla a questo nostro tempo. Talvolta qualcuno mi dice: "Com'è possibile che queste apparizioni durino tanto a lungo?" oppure "Ma quanto parla Maria". Io personalmente non ho un'dea di quanto o come dovrebbe parlare Maria. Mi dico che forse Maria bussa alla nostra porta con tanta perseveranza proprio perchè nel nostro tempo ci sono tanti bisogni urgenti. Io intepreto la Sua perseveranza come uno stimolo alla nostra conversione. I frutti di Medjugorje sono frutti benedetti. Spesso le persone mi confidano le proprie esperienze e per questo posso dire che le esperienze sono ricche di frutti: la conversione, la riscoperta della preghiera, l'amore, la pace, la penitenza ed il digiuno ed il ritorno alla vita sacramentale ed all'Eucarestia...

Per poter ottenere la pace nel mondo, la pace nelle famiglie e nei nostri cuori, desidero invitare voi ed anche me stesso ad accogliere nella nostra esistenza tutti questi incessanti inviti ed in modo particolare ad accettare l'invito alla preghiera ed al digiuno."

IL CARDINALE WAMALA A PROPOSITO DI MEDJUGORJE, giugno 1995

Il cardinale dell'Uganda Emmanuel Wamala si è recato in visita a Medjugorje all'inizio di giugno di quest'anno. Al suo ritorno in patria ci ha mandato questa lettera in cui dice, tra le altre cose:

".... Il ricordo del mio pellegrinaggio a Medjugorje è ancora vivo in me. La mia esperienza in questo luogo santo potrebbe riassumersi in tre punti: preghiera, pentimento e comunione nella fede. Mi sembra che questi siano anche i principali punti di Medjugorje. Avete davvero dei buoni motivi per essere grati a Dio e condividiamo la vostra gioia."

LA VISITA DEL VESCOVO AUSTRALIANO A MEDJUGORJE, giugno 1995

Gli sguardi curiosi di molti pellegrini e degli altri presenti a Medjugorje in occasione del quindicesimo anniversario delle apparizioni della Vergine sono stati attirati dal vescovo Henry Kennedy, di origine australiana. E' venuto a Medjugorje per la terza volta e nei suoi spostamenti ha sempre indossato quelli che sono i simboli vescovili. Ha dichiarato che nel cuore sentiva di dover fare così. Vuole che la Chiesa riconosca quanto prima Medjugorje, così come Lourdes e Fatima. A Medjugorje si avvertono una pace ed un meraviglioso senso di amicizia tra la gente che egli vorrebbe esistessero anche tra la gente in Australia. Non ha paura della guerra perchè a Medjugorje non c'è. Gli dispiace che siano circolate delle menzogne su questa guerra e desidera che il popolo croato sia vittorioso nella sua giusta lotta.

LA VISITA DI UN VESCOVO FRANCESE A MEDJUGORJE, maggio 1995

In visita a Medjugorje è giunto anche il vescovo francese Georges Lagranges della città francese di Gap. Monsignor Lagranges è rimasto a Medjugorje per una settimana. Durante il suo incontro con i francescani di Medjugorje ha detto:

" Vengo dalla città francese di Gap. La mia diocesi confina con l'Italia. Questa è la mia prima visita a Medjugorje e per quello che so solo altri due vescovi francesi sono venuti a Medjugorje."

Alla domanda: "Cosa ne pensa del fatto che le apparizioni durino tanto a lungo e questo non la stupisce?", il vescovo ha risposto "No, perchè questo è accaduto da noi 300 anni fa. Nella mia diocesi la Beata Vergine è apparsa ad una ragazza che aveva solo dieci anni e queste apparizioni sono durate per tutto il resto della sua vita. La donna morì di vecchiaia a 72 anni. Non è possibile contare quante volte abbia visto la Madre di Dio! La Madonna ha iniziato il Suo discorso insegnandole ad essere una pastorella paziente ed ha proseguito e terminato con le visioni mistiche di Cristo Crocifisso e della Sua passione delle quali faceva parte anche la veggente. E' interessante dire che la Vergine condusse la pastorella in un luogo ricco di acqua. Disse alla fanciulla di costruire qui una casa per i sacerdoti dove sarebbero stati accolti i pellegrini che qui venivano a riconciliarsi con Dio nel sacramento della riconciliazione. E così qui è sorto il santuario mariano della "Madonna dell'acqua". Vorrei dire che oggi nel mondo ci sono numerosi contrasti tra religione e popolo e sono emersi soprattutto in questi luoghi. Penso che proprio per questo motivo la Beata Vergine abbia scelto Medjugorje come luogo di totale e sincera riconciliazione."

LA VISITA DELL'ARCIVESCOVO NIGERIANO A MEDJUGORJE, marzo 1995

L'arcivescovo nigeriano Gabriel Gonsum Ganaka si è recato in visita a Medjugorje per tre volte. E' venuto in pellegrinaggio privatamente ed in questa occasione ha dichiarato:

"Da quando i miei fedeli vengono a Medjugorje anch'io in quanto arcivescovo sento il dovere di venire a vedere quello che accade e di vivere questa atmosfera di preghiera. Mi ricordo ancora le prime visite a Medjugorje che mi impressionarono molto. I messaggi della Vergine sono semplici, pratici e cambiano la vita. So che le apparizioni non sono state ancora riconosciute dalla Chiesa ed io mi attengo al loro giudizio. Papa Urbano VII disse che è meglio credere ad un'apparizione privata che non credere. Quando la Chiesa le riconoscerà voi avrete vinto. E mentre aspettiamo la decisione di Roma, io sono venuto di nuovo a parlare con i molti sacerdoti, sorelle e laici delle apparizioni di Medjugorje. Sono stato in 12 diocesi ed ho sempre parlato di Medjugorje. Ho comperato molti libri e film in modo che la gente possa capire di più questi avvenimenti. E' qualcosa di realmente interessante. I messaggi sono stati diffusi in mezzo mondo e c'è qualcosa che attira qui la gente. Ho incontrato molte persone che tutti i giorni recitano tutto il Rosario. Conosco una persona che prega costantemente per i sacerdoti da quando ha conosciuto Medjugorje...

Nella mia diocesi il messaggio di Medjugorje ha cambiato molte persone ed anche nei conventi la vita è cambiata dopo aver ascoltato il messaggio. Ma dobbiamo diffonderlo

ancora di più ed è per questo motivo che voglio capire meglio tali avvenimenti. Si costituiscono dei gruppi che pregano per la pace, secondo le intenzioni della Vergine. Se si pensa ai messaggi di Lourdes, Fatima ed a quelli di Medjugorje, si vedrà che sono identici: pace, conversione, penitenza. Sono tutti messaggi molti importanti e biblici. Non c'è nulla in essi che sia contrario alla Bibbia. Ai sacerdoti della mia diocesi raccomanderei volentieri di venire a Medjugorje, ma questo non è sempre semplice. Eppure sarebbe molto importante per loro venire, vedere e sperimentare.

Non concedo a nessuno e nemmeno a me stesso di avere pregiudizi perchè questo vorrebbe dire giudicare e non vedere. Infine, come arcivescovo, vorrei dire a tutti coloro che non sono ancora venuti a Medjugorje che devono farlo e convincersi e non ascoltare i discorsi altrui o avere dei pregiudizi su qualcosa che non conoscono. Solo allora potranno farsi una propria opinione. Incontrando i veggenti ed i sacerdoti che qui operano vedo dei frutti che apprezzo molto e che mi fanno ben sperare. Sono molto grato di essere potuto venire. Parlerò di Medjugorje. E' importante che tutti rispondiamo e tutti avremo la pace. Prometto a tutti i pellegrini ed amici di Medjugorje le mie preghiere e la mia benedizione e li invito tutti alla preghiera."

LA VISITA DEL VESCOVO ARGENTINO A MEDJUGORJE

In occasione di questa visita a Medjugorje, nel febbraio 1995, il vescovo argentino Rubeiro H. di Monteo ha detto:

"Sono venuto a conoscenza di Medjugorje leggendo i messaggi della Vergine. Sono arrivato alla conclusione che questo è il modo di parlare della Madonna. Il motivo immediato della mia venuta a Medjugorje è la conversione di due miei parenti avvenuta in occasione del loro pellegrinaggio a Medjugorje. Uno di loro era un comunista e l'altro era fascista. Proprio questi frutti mi hanno spinto a venire a Medjugorje, per vedere che quello che qui realmente accade.

L'aspetto teologico dei discorsi della Madonna a Medjugorje mi sembra corretto e io ritengo che si tratti di un proseguimento di Fatima. Già dal secolo scorso esiste un corso di opere della Vergine: Rue de Bac, Lourdes, Fatima e, a mio avviso, Medjugorje è il punto focale dell'operato della Madonna che continua quello che ha iniziato a Rue de Bac. Ella ci invita ad una conversione del cuore. Qui, dove oggi si soffre tanto, dove ci sono tante preghiere e tanti riavvicinamenti al sacramento della Confessione, viene offerta questa possibilità. A Medjugorje vedo un profondo spirito di conversione, di preghiere e di penitenza. I messaggi della Vergine sono evangelici: preghiera, digiuno, conversione. Vivendo questi messaggi di Cristo la pace diventa possibile e la trasformazione del cuore attraverso la preghiera e la conversione mitigano la giustizia divina.

I messaggi che arrivano da Medjugorje sono messaggi di speranza. Molti avvenimenti mondiali rendono le circostanze difficili. Io faccio affidamento su una speranza soprannaturale, perchè la sola speranza umana non è sufficiente."

LA POSIZIONE DELL'ARCIVESCOVO FRANE FRANIC IN MERITO ALLE APPARIZIONI DELLA VERGINE

Frane Franic è una personalità nota della vita della Chiesa in Croazia. La sua voce è sempre stata ascoltata con interesse.

Divenne vescovo nel 1950. Prese parte al concilio vaticano II. Diventato arcivescovo, operò nella zona di Spalato-Makarska (fino al 1988). Questa diocesi è quella che confina con quella di Medjugorje.

Nel bollettino ufficiale della sua diocesi, "Il messaggero della diocesi di Spalato-Makarska" nel 1985 riassume la sua posizione in merito a Medjugorje. Ricorda come prima del Natale del 1981 si recò per la prima volta a Medjugorje. Voleva vedere con i suoi occhi quello che aveva letto e sentito dire. Si convinse della soprannaturalità delle apparizioni della Vergine nella parrocchia di Medjugorje e iniziò a confrontarle con quelle di Fatima. Egli dice che Medjugorje getta una nuova, grande luce sulle profezie di Fatima. Lo conferma anche quanto detto dal concilio vaticano II sull'ecumenismo.