Nuovi movimenti e comunità spirituali

Dott.ssa Marianne Tigges

LA QUESTIONE DELLE VOCAZIONI E DELLE MISSIONI NELLA CHIESA DI OGGI

Indice

  1. Introduzione: Nuove forme di vita evangelica come dono dello Spirito Santo e "segn del tempo"
  2. Tentativo di collocazione delle forme di aggregazione
  3. Le innovazioni spirituali come espressione della "Ecclesia semper reformanda"
  4. Elementi guida in comune tra i nuovi movimenti spirituali
    1. Spiritualita ed esperienza di fede
    2. Evangelizzazione e catechesi
    3. Comunita e fratellanza.
    4. Doveri nel mondo e vocazione
    5. Nuovo rapporto tra laici e clero
    6. Nuova forma di clericalismo
  5. Possibili pericoli e difficoltà per i nuovi movimenti spirituali
  6. Promozione e coordinamento dell'apostolato laico attraverso il Consiglio Papale per i laici
  7. Osservazioni conclusive: rinnovamento spirituale come compito costante di tutti i credenti in Cristo

1. Introduzione: Nuove forme di vita evangelica come dono dello Spirito Santo e "segno del tempo"

Quando ci si chiede quali siano quei segni di speranza particolarmente evidenti nella Chiesa contemporanea, spesso si fa riferimento ai nuovi movimenti ed alle nuove comunità spirituali. E questo senz'altro a ragione, poiché, in generale, essi costituiscono una vera risposta cristiana alla sfida della situazione culturale della fede (cfr. Medard Kehl SJ, "Communio" - una visione che sbiadisce? - in "Stimmen der Zeit", numero 7/1997, 453).

I documenti del Concilio hanno portato ancora una volta in primo piano la comunione di tutto il popolo di Dio nella missione e nella vocazione della Chiesa al centro del mondo. Anche i sinodi dei vescovi dell'ultimo decennio hanno espresso apprezzamento nei confronti della comunità della Chiesa, come dono dello Spirito nella molteplicità dei carismi e delle forme di vita: la vocazione e la missione dei laici (1987), la formazione dei sacerdoti nel contesto attuale (1990) e la vita dedicata a Dio (1994).

Questa presentazione tenterà di determinare la collocazione dei nuovi movimenti e delle nuove comunità spirituali; in particolar modo saranno evidenziati elementi caratteristici importanti e concetti guida comuni, ma anche i possibili pericoli e le potenziali difficoltà. Queste riflessioni tendono anche ad illustrare un'affermazione centrale del diritto canonico che può essere definita, per così dire, come il preambolo di tutte le forme di apostolato laico. Nel nuovo codice di diritto canonico del 1983 l'articolo 215 recita: " Ai credenti è consentito fondare e dirigere liberamente associazioni a scopo caritativo o religioso o per promuovere vocazioni cristiane nel mondo, e a tenere incontri per promuovere in comunione tali obiettivi." Questo diritto alla unione ed alla coalizione era stato già stabilito dal Concilio Vaticano II nel decreto sull'apostolato dei laici "Apostolicam Actuositatem" (cfr. AA 19). Questo rappresenta la base giuridica per tutte le associazioni di persone all'interno della Chiesa, a cominciare dalle associazioni temporanee fino alle più alte forme di vita comunitaria come gli ordini religiosi e gli istituti secolari.

2. Tentativo di collocazione delle forme di aggregazione

Negli anni passati è cresciuto sensibilmente l'interesse verso i cosiddetti "Movimenti di rinnovamento" o "innovazioni spirituali" all'interno della Chiesa cristiana. Le nuove comunità ed i nuovi movimenti spirituali ricevono anche ufficialmente un maggiore rispetto poiché si sono sviluppati numericamente e, gradualmente, "acquisiscono maggior peso" (cfr. P. J. Cordes, "Al centro del nostro mondo", Friburgo, 1987, pag. 13 e seguenti).

A livello ecclesiastico mondiale, le nuove comunità ed i nuovi movimenti spirituali hanno ricevuto la conferma e l'incoraggiamento da parte del Sinodo dei vescovi nel 1987, durante il quale si discusse sul tema delle vocazioni e delle missioni dei laici nella Chiesa e nel mondo. Lo scritto apostolico post-sinodale "Christi fideles Laici" di Papa Giovanni Paolo II, pubblicato il 30 dicembre 1988, è attualmente, senza dubbio, il punto di riferimento principale per tutte le questioni che riguardano la vocazione e la dignità del laico, la sua comunità e la partecipazione alla missione della Chiesa (cfr. "Laici oggi", Servizio di informazioni del Consiglio Papale per i Laici, 18 (1996), pagina 2).

I nuovi movimenti spirituali sono raggruppamenti in cui soprattutto i laici, ma anche i clericali e i membri di ordini si adoperano a favore di una vita religiosa intensa all'interno della comunità e di un rinnovamento di fede nella Chiesa. Essi hanno un'organizzazione che supera i confini locali, con una diffusione variegata a livello regionale.

Il termine "movimenti" richiama l'attenzione sul fatto che questi gruppi, già nelle loro strutture, si differenziano notevolmente dalle forme comunitarie ecclesiastiche tradizionali. La determinazione dei confini con altri gruppi non è sempre semplice. Essi si differenziano dagli ordini religiosi classici e dagli ordini del nostro tempo poiché non si basano su una decisione di vita così radicale, che - come per gli ordini religiosi - è fortemente legata a voti per tutta la vita e poiché hanno anche meno elementi istituzionali codificati. Essi si avvicinano in un certo modoagli istituti secolari che sono stati istituiti ufficialmente nella Chiesa cattolica dopo la Seconda Guerra Mondiale, tuttavia non hanno una forma di vita così ben definita come questi ultimi. La parola "movimenti" pertanto è adatta poiché ben definisce una forma comunitaria flessibile: essi sono strutturati più rigidamente e con più obblighi rispetto ai gruppi spontanei, ma non in maniera così vincolante come le associazioni, i circoli e simili. Si intuisce che tali movimenti presentano forme differenziate e molteplici, tanto che non è semplice trovare un denominatore comune dal punto di vista dei contenuti.

Uno sguardo all'origine dei nuovi movimenti spirituali permette di capire che tali svolte spirituali sono sorte prevalentemente nell'area europea: Comunione e Liberazione a Milano nel 1954; il primo Cursillo ebbe luogo nel 1949 sull'isola di Maiorca in Spagna; i gruppi di coniugi Equipes Notre Dame sono sorti a Parigi nel 1938; il movimento dei focolarini trova le sue origini a Trento nel 1943; il Movimento Internazionale delle Donne Cristiane - GRAL - ha trovato le sue origini nella comunità di donne laiche fondata in Olanda nel 1991; i seminari matrimoniali del Marriage Encounter si sono sviluppati a Barcellona nel 1953; il cammino neocatecumenale ha avuto il suo inizio a Madrid verso il 1965; il movimento di Schönstatt risale ad una consacrazione alla Vergine compiuta nel 1914 a Vallendar in Germania.

Il contesto europeo si applica anche alle comunità spirituali che si basano sulla spiritualità di un ordine religioso: la comunità francescana, che si fonda sull'imitazione di Cristo nello spirito di Francesco d'Assisi; la comunità di vita cristiana, che vuole rinnovare l'eredità dello spagnolo Ignazio di Loyola; la comunità domenicana, che vive nello spirito del fondatore spagnolo dell'ordine Domenico e la comunità dei teresiani-carmelitani, che vive nel nostro tempo l'eredità dei fondatori spagnoli dell'ordine Teresa d'Avila e Giovanni della Croce.

Per i nuovi movimenti spirituali nell'area di lingua tedesca, l'accettazione di impulsi spirituali provenienti da altri paesi europei ha richiesto sempre un alto livello di sensibilità e tolleranza e non solo per quello che riguarda la barriera linguistica. I numerosi contatti ed iniziative a livello internazionale offrono comunque ai cristiani della Germania l'opportunità di vivere la propria fede in modo più globale e quindi più "cattolico".

Nella crescita comune dell'Europa, l'area dell'est europeo rappresenta una sfida particolare per scoprire e percorrere nuove vie di evangelizzazione. A questo scopo i nuovi movimenti spirituali dovrebbero poter fornire un contributo irrinunciabile.

3. Le innovazioni spirituali come espressione della "Ecclesia semper reformanda"

La parola della Chiesa in costante bisogno di rinnovamento ha segnato in maniera decisiva nel corso dei secoli la sua storia. Ci sono sempre stati momenti di svolta all'interno della Chiesa che hanno cercato di vivere il Vangelo in maniera radicale (ad esempio ordini religiosi come quelli fondati da fondati da Benedetto da Norcia, Bernardo di Chiaravalle, Francesco d'Assisi ed Ignazio di Loyola).

Nel corso dei secoli, l'imitazione di Cristo è stata sempre collegata con la spiritualità degli ordini religiosi. Solo nel ventesimo secolo si è sviluppata in maniera sempre più intensa una spiritualità propriamente laica. E' stata riscoperta la parola del popolo di Dio come "stirpe scelta" e "organismo sacerdotale regale" (1 Pt 2,9). La maggior parte dei movimenti spirituali è stata fondata prima del Concilio Vaticano II. Tuttavia, il Concilio ha influito in maniera determinante su tali movimenti e sulla loro vitalità. Brevemente possiamo elencare alcuni temi guida come punti di riferimento: la dottrina del popolo di Dio in cammino nel corso della storia, del corpo di Cristo nell'unità e nella molteplicità di tutti i membri, della dignità dei singoli carismi nella Chiesa, del significato preponderante del sacerdozio comune di tutti i credenti, della collaborazione tra laici e clero. Tali relazioni possono essere dimostrate in maniera esemplare con un testo centrale. Sui carismi nella costituzione della Chiesa "Lumen gentium" si dice: "Il medesimo ed identico Spirito" santifica non solo il popolo di Dio attraverso i sacramenti ed i servigi, egli non solo lo guida e lo arricchisce di virtù, ma "distribuisce a ciascuno come vuole" (1 Co 12, 11) i suoi doni ed infonde grazie particolari tra i credenti di qualsiasi rango. In tal modo li rende adatti e pronti ad intraprendere diverse opere e servigi per il rinnovamento ed il completo sviluppo della Chiesa, secondo le seguenti parole: "Ed a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per l'utilità comune" (1 Co 12,7). Tale dono della grazia, sia esso diffuso da una forza luminosa particolare o più semplicemente e più comunemente, deve essere accettato con gratitudine e consolazione, poiché è particolarmente adatto ed utile ai bisogni della Chiesa" (LG 12). Questo testo del Concilio, sicuramente una delle testimonianze di rinnovamento più evidenti del Concilio Vaticano II, rende palese ciò che si intende con "spirituale" nella locuzione "movimenti spirituali": una realtà influenzata dallo Spirito, determinata dai carismi che diventa piena di vita nella sfera della fede, della speranza e dell'amore.

Nelle prese di posizione della Chiesa ufficiale e nella relativa documentazione, si ripetono i riferimenti al fatto che i nuovi movimenti spirituali sono in stretto collegamento con le grosse forze basilari del rinnovamento post-conciliare e con molte altre esternazioni della vita ecclesiastica odierna con vantaggio reciproco. La posizione della Conferenza episcopale tedesca sulle linee guida per il sinodo dei vescovi del 1987 indica come forme significative di comunità nell'apostolato dei laici le associazioni cattoliche classiche, i movimenti spirituali e le comunità di base (cfr. Posizione 2.5, pubblicata dalla Segreteria della Conferenza Episcopale tedesca in Arbeitshilfe 45, 2 maggio 1986, pag. 18 e seguenti). Lo scritto apostolico post-sinodale "Christifideles Laici" (CL) evidenzia per le organizzazioni laiche anche la ricchezza e la varietà dei doni che lo Spirito riceve attivamente nella Chiesa (cfr. loc. cit. n. 29). Le nuove comunità spirituali si trovano al centro della vita della Chiesa, partecipano alle sue molteplici realizzazioni e sono Chiesa in un senso davvero autentico. In base alla struttura emergono sempre anche questioni di diritto relativamente al loro rapportarsi con gli organi costituiti della vita ecclesiastica e con le cariche spirituali. Il nuovo diritto canonico ha creato un ampio spazio di varie forme di realizzazione che non è stato ancora sfruttato a sufficienza (cfr. CIC 1983 art. 113-123, 215, 223, 298-329).

Il sinodo dei vescovi del 1994 ha discusso "sulla vita dedicata a Dio e la missione nella Chiesa e nel mondo". Già nei documenti preparatori si parlava di "nuove comunità e forme di vita rinnovate secondo il Vangelo". Lo scritto apostolico post-sinodale "Vita Consecrata", presentato il 25 marzo 1986 unisce l'accenno a queste nuove comunità con l'idea che le nuove associazioni non costituiscono un'alternativa alle istituzioni precedenti, ma un dono dello Spirito che si palesa nei segni del tempo ed è origine della comunità ed eterno rinnovamento di vita (cfr. VC n. 62).

4. Elementi guida in comune tra i nuovi movimenti spirituali

Tra le varie e molteplici forme di innovazioni e movimenti spirituali è possibile - con una certa astrazione - ricavare una prospettiva comune e continua. Tali elementi guida hanno un peso diverso nei singoli movimenti (di seguito cfr. F. Valentin (Ed.), Nuovi percorsi dell'imitazione, Salisburgo 1981, 207 e succ.; M. Tigges, Nuovi movimenti spirituali, La questione delle vocazioni e delle missioni nella Chiesa di oggi, in: Ordenskorrespondenz, 3/1987, pag. 291 e succ.).

4.1 Spiritualità ed esperienza di fede

I vari gruppi e movimenti hanno in comune l'interesse per la spiritualità. Innanzitutto non si tratta di iniziative e programmi, efficienza e strategie, ma di un rinnovamento del pensiero e della volontà umana sulla base dello spirito evangelico. Tale spiritualità si collega particolarmente con i grandi modelli e maestri della vita spirituale e si serve non raramente di tecniche e forme esercitative della meditazione e della preghiera nuove ma anche tradizionali. Un elemento comune dei movimenti spirituali dovrebbe essere anche il desiderio di esperienze di fede. Essi non si vogliono accontentare di una conoscenza esteriore di formule e concetti, ma - per parlare secondo la tradizione classica - vogliono gustare le cose di Dio dal loro interno.

Dall'esperienza di fede della comunità emerge anche quella lingua comune che costituisce essa stessa un presupposto elementare per la testimonianza della fede agli altri. In quasi tutti i gruppi, un ruolo fondamentale viene svolto dalla lettura delle Sacre Scritture e da approfondimenti sulla Bibbia. Il rinnovamento della funzione religiosa in piccoli gruppi, ma anche in comunità più grandi, e una nuova valutazione dei sacramenti fanno parte di questa spiritualità che si comprende essere parte integrante della Chiesa.

Alcuni raggruppamenti si sforzano in particolar modo di comprendere più approfonditamente il battesimo; per loro il rinnovamento del battesimo ha un posto di rilievo (rinnovamento carismatico, movimento Cursillo, comunità neocatecumenali).

Pilastro fondamentale dei vari gruppi di coniugi (Equipes Notre Dame, Marriage Encounter) è il rinnovamento dell'esperienza del sacramento del matrimonio.

Anche il sacramento della confessione viene riscoperto in queste comunità. Lo sviluppo dalla breve confessione schematica verso il colloquio penitenziale e la consulenza e guida spirituale, è diventato per i membri di tali comunità una cosa ovvia.

Il sacramento della cresima e dell'unzione dei malati hanno acquistato un nuovo valore nel rinnovamento carismatico.

Infine, in tali gruppi profondamente cristiani, cresce la sensazione della necessità e del carattere di dono della vocazione spirituale. Già numerosi giovani appartenenti a vari movimenti hanno deciso di servire la Chiesa (cfr. anche lo scritto apostolico post-sinodale

"Pastores dabo vobis", 25 marzo 1992, n. 68).

L'esperienza spirituale accanto alla riflessione ed alla guida spirituale, accanto ai momenti di silenzio e di servizio a Dio, necessita anche di una continua formazione se non si vuole che rimanga un'interiorità dipinta soggettivamente. I movimenti pertanto si preoccupano, durante incontri regolari e/o attraverso comunicazioni scritte, di dare aiuto ai singoli (opuscoli e riviste mensili).

4.2 Evangelizzazione e catechesi

L' "evangelizzazione" nella lingua tedesca è un concetto relativamente recente il quale tuttavia, negli ultimi anni, è utilizzato sempre più spesso nelle trattazioni teologiche e nei documenti e nelle omelie delle catechesi (cfr. tra gli altri il fondamentale scritto apostolico di Papa Paolo VI sull'evangelizzazione nel mondo di oggi ("Evangelii nuntiandi" dell'8 dicembre 75; lo scritto apostolico "Christifideles Laici" di Papa Giovanni Paolo II, in particolare i punti 34 e 44; inoltre la voce "Evangelizzazione" nel dizionario di teologia e Chiesa, volume 3, colonne 1033-1036, Friburgo, 1995).

I nuovi movimenti spirituali danno valore all'attuazione del compito di diffondere il Vangelo proprio in quei settori in cui la Chiesa può diventare "il sale della Terra" solo attraverso la testimonianza apostolica dei laici (cfr. anche le dichiarazioni del Concilio Vaticano II sull'apostolato dei laici, LG 33).

Considerando la scarsità di catechesi vere, sono sorti ad esempio i neocatecumeni ed il Cursillo, che è aperto a cristiani impegnati ed ai cosiddetti "estranei". Spesso esistono nuove strade insolite per la diffusione del Vangelo. Nei risultati emerge che tali tentativi costituiscono in realtà un vero aiuto ad attuare il compito affidatoci da Cristo nel mondo di oggi. Ciò si evidenzia, tra l'altro, nel fatto che il coraggio verso una impegnata professione di fede - dei singoli membri o del gruppo - riapre soprattutto ai giovani l'accesso al messaggio cristiano. Nell'ambito del rinnovamento carismatico vengono offerte con più forza "lezioni spirituali sulla Bibbia" e "lezioni di vita e di fede". Per realizzare l'evangelizzazione in maniera credibile i movimenti spirituali mettono in evidenza e promuovono - in base al loro carisma particolare - l'unità interna tra la vita pratica e la fede dei propri membri.

4.3 Comunità e fratellanza

Tipica dei movimenti spirituali è inoltre la convinzione di essere insieme in cammino come credenti. Le parole di Matteo (18,20) "dove sono riuniti due o tre nel mio nome, ivi sono io, in mezzo a loro", per alcune comunità sono diventate il principio guida; solo con Cristo ed in Cristo sono possibili la vera comunità e la fratellanza intimamente legate fra loro. L'esperienza della comunità nel nome di Gesù però non è fine a se stessa. Sin dal principio essa è aperta agli altri. In tal senso il gruppo o la vera comunità spirituale possono essere considerati anche come "Chiesa in piccolo" (cfr. LG 11, GS 48, AA 11, scritto apostolico "Familiaris Consortio", numero 49, ecc.). La parola della Chiesa si traduce quindi come "Communio" vicina e sentita. Una tale vita nella comunità spirituale è caratterizzata perciò dalla fratellanza. Questa ha un ampio respiro. Conosce la sicurezza e la vicinanza del gruppo circostante, conosce in parte la solidarietà di comunità più grandi; proprio nella Chiesa ciò significa cattolicità ed internazionalità generalizzate. Per questo, molti movimenti spirituali attraversano "le strade ed i recinti", le zone marginali ed i territori esterni della nostra vita. La fratellanza diventa diaconato. La strada che porta a Dio passa per i nostri fratelli e le nostre sorelle.

Soprattutto si tratta di realizzare la cristianità nella vita quotidiana. In tal senso i vari incontri dei gruppi vogliono essere un aiuto ed un incoraggiamento. Lo scambio personale, la correzione e l'incoraggiamento, ma soprattutto l'esperienza di non essere soli in questo sforzo, ma di essere legati ad altri e accompagnati da altri, dà ai singoli sempre più forza per attuare i loro svariati compiti. Per la società odierna, consumista e materialista, la tendenza alla povertà, così come viene vissuta da molti membri di movimenti spirituali, può essere una testimonianza particolarmente attuale.

In quanto comunità aperte, molti movimenti spirituali hanno anche tendenze ecumeniche. Tale per esempio è il "centro di vita Otmaring", vicino Augusta, che vede l'impegno dei focolarini e costituisce un luogo di incontro ecumenico.

4.4 Doveri nel mondo e vocazione

Tale fratellanza non è solo - come è stato già evidenziato - all'interno del gruppo, ma si riferisce a tutti gli uomini. Il nostro dovere riguarda tuttavia in particolar modo persone che hanno bisogno di aiuto e solo in secondo ordine strutture politiche e sociali. Ciò riguarda soprattutto i doveri del diaconato. Caratteristica dei nuovi movimenti spirituali è che il loro darsi al mondo non è scindibile dalla loro spiritualità. Contemplazione e lotta, per usare le parole di Roger Schutz di Taizè, sono inscindibili. Invece il servizio per la salvezza ed il servizio per il mondo sono diversi, ma hanno bisogno l'uno dell'altro e si aiutano reciprocamente. In questa forma di dovere per il mondo è riconoscibile un elemento critico: l'impegno nel mondo è accoppiato allo stesso tempo con la distanza. Nei confronti della società aperta, con i suoi bisogni ed i suoi interessi, esiste un'ultima riserva. Anche se il mondo è il luogo della spiritualità caratterizzata da fede, speranza e amore, esso rimane pur tuttavia il penultimo. Il dovere verso il mondo delle nuove comunità e dei nuovi movimenti spirituali rimane sempre in un certo qual modo anche una sorta di contro-progetto, un'alternativa che li lega certamente ad alcune tendenze di determinati gruppi delle sotto-culture odierne. Ciò è evidente ad esempio nella ricerca di stili di vita alternativi. Ma anche questi sono influenzati dalla forza trainante spirituale come ad esempio emerge nell'esperienza variegata dei "giorni del deserto". Il vero inserimento nel mondo continua con una rinuncia ad orientamento escatologico. Qui ci sono punti di contatto con gli ordini classici e gli istituti secolari (cfr. anche VC 62).

4.5 Nuovo rapporto tra laici e clero

I nuovi movimenti spirituali sono gestiti ampiamente da laici, anche se molti sacerdoti hanno o hanno avuto un ruolo pionieristico. La funzione dei responsabili è l'esercizio del carisma piuttosto che l'amministrazione di un ufficio. Spesso i movimenti sono coordinati da un gruppo guida. E' indubbio che nei nuovi movimenti spirituali si compia un certo rinnovamento dell'apostolato laico. Comunque oltre a ciò i movimenti spirituali rendono possibile un nuovo rapporto tra laici e clero. Essi non sono più contrapposti gli uni agli altri. Essi si incontrano sul terreno della fede cristiana vissuta in comune. Il sacerdozio comune di tutti i credenti crea una comunità semplice di fratelli che ovviamente implica, anzi promuove e riconosce, vari compiti e funzioni. Il rapporto spesso infruttuoso tra istituzione e carisma, tra incarico ufficiale e laicato, si decontrae poiché esiste una premessa nella cristianità vissuta che ingloba tutti i contrasti e le tensioni mitigandoli. In questo modo i nuov i movimenti spirituali rendono possibile l'attuazione dei grandi principi dell'ecclesiologia del Concilio Vaticano II nella vita vissuta quotidianamente nel mondo.

4.6 Nuova forma di clericalismo

Riesaminando i cosiddetti cinque elementi strutturali che sembrano essere comuni ai vari nuovi movimenti e comunità spirituali è possibile percepire come si delinei in ogni caso una nuova forma di clericalismo non più solo di carattere istituzionale o ideologico: in primo luogo è accompagnata dalla spiritualità e dall'esperienza di fede, è rivolta all'annuncio del Vangelo in tutto il mondo, è comunità ampia in molti settori, è fratellanza concreta, è rivolta ai bisogni del mondo e del nuovo rapporto tra laici e clero. Proprio in questo senso emerge una nuova forma da molti ricercata di vero "clericalismo" che dia spazio alla molteplicità dei carismi e dei servizi e renda possibile un arricchimento reciproco. In tal senso i movimenti spirituali e le comunità non rivendicano alcun diritto assolutistico; essi sono uniti dalla consapevolezza di essere una scintilla nel fuoco dello Spirito Santo donata alla Chiesa di oggi. I movimenti spirituali hanno sempre cercato il contatto con la Chiesa istituzionale. La fedeltà alla Chiesa locale è per loro un elemento importante. E' senz'altro anche un segno di cattolicità e dell'apertura della Chiesa il fatto che le nuove comunità spirituali ed i nuovi movimenti laici siano all'interno della Chiesa e da questa riconosciuti (cfr. soprattutto AA 21 e CL 30 in cui si definiscono i criteri del clericalismo per l'unione con i laici).

5. Possibili pericoli e difficoltà per i nuovi movimenti spirituali

I nuovi movimenti spirituali non sono statici, ma in continua evoluzione. In tal senso è necessario esporre brevemente i loro pericoli (cfr. in aggiunta M. Tigges, loc. cit. 295 e seguenti).

5.1 Unilateralità spirituale

Chi organizza con fermezza e decisione in base all'ordinamento di vita dei nuovi movimenti spirituali la loro esistenza ed attività quotidiana, deve appunto farlo con decisione altrimenti non si ha alcun rinnovamento profondo della vita. Ma ogni orientamento specifico può nel lungo termine oscurare altre esperienze. Pertanto è per me necessario che le nuove svolte spirituali siano consapevoli del pericolo della unilateralità e specificità. Sviluppi sbagliati e percorsi non corretti devono essere quindi obiettivamente ritenuti possibili. Una protezione da tali pericoli viene offerta dall'apertura verso altre esperienze, dallo scambio di esperienze a livello mondiale e da contatti con altri movimenti spirituali. Tale complementarietà protegge dall'eccessivo carattere elitaristico che può costituire un grosso pericolo ampiamente nascosto per la spiritualità umana.

5.2 Diritto di esclusività dei singoli principi

E' stato già detto che i nuovi movimenti spirituali realizzano la Chiesa. In tal senso essi possono essere una "Chiesa in piccolo", ma proprio per questo essi non possono isolarsi nell'auto-sufficienza e ritirarsi davanti ai grandi compiti della Chiesa. Essi non devono considerarsi come la Chiesa, altrimenti diventano praticamente una sorta di setta che corre il pericolo di giudicare tutti coloro che sono all'esterno e rivendica un diritto di esclusività che può condurre all'intolleranza ed alla superbia. Tali comunità perdono subito anche il riferimento con la Chiesa in termini concreti e cioè con la parrocchia locale, con la diocesi e con la Chiesa nel mondo. Tale presenza concreta in tutta la Chiesa è un criterio importante.

5.3 Fuga nell'intimità del piccolo gruppo

Esiste anche il pericolo che i nuovi movimenti spirituali diventino un luogo di fuga in cui si riuniscono prevalentemente coloro che cercano sicurezza ed allo stesso tempo fuggono verso l'intimità del piccolo gruppo. Essi evitano i molteplici contrasti, le problematiche e le sfide della vita quotidiana moderna. E' certo legittimo che i singoli in queste comunità trovino protezione dallo stress di tali contrasti, temporaneamente o per sempre. Ma questa non deve essere la principale caratteristica della comunità. Le comunità spirituali non devono diventare nascondigli per coloro che non hanno maturato questo ambiente di contrasti. Essi meritano protezione e vicinanza ma hanno bisogno anche di appoggio ed incoraggiamento. Altrimenti i movimenti spirituali e le comunità diventano roccaforti di fuga problematiche per gli emarginati che quindi si privano della testimonianza di vita cristiana.

5.4 Miscuglio tra desideri di riforma dell'uomo ed impulsi dello spirito

Chi entra in relazione con lo spirito del tempo con tale sensibilità ed intensità come molti nuovi movimenti spirituali deve creare delle basi solide per poter attuare la necessaria differenziazione degli spiriti. La forte apertura verso l'esterno e l'invito a realizzare nella vita di tutti i giorni il messaggio di Gesù possono condurre all'azionismo anche nei movimenti spirituali. Tuttavia può diventare più grande il pericolo di mescolare i propri desideri di riforma con gli impulsi dello spirito. In questo caso emerge la necessità di rendere nuovamente la dottrina e la prassi di una "differenziazione degli spiriti" punto chiave dell'annunciazione ecclesiastica e della vita ecclesiastica proprio in considerazione della missione affidata ai laici in un mondo sempre più complesso ed ambivalente per la fede (cfr. la presa di posizione della conferenza episcopale tedesca sui punti fondamentali del sinodo episcopale del 1987, 3.3; cfr. anche la relazione di apertura del vescovo Karl Lehmann in occasione dell'assemblea generale autunnale del 1997 a Fulda "Custodi, quanto dura ancora la notte?" sul compito della Chiesa relativamente agli ordini violati nella società e nello stato, capitolo 1).

Grazie al positivo rapporto con questi ed altri pericoli e difficoltà, i nuovi movimenti e le nuove comunità spirituali rimangono legati ad un clima di benevolenza ed incoraggiamento all'interno della Communio della Chiesa, soprattutto da parte del clero.

6. Promozione e coordinamento dell'apostolato laico attraverso il Consiglio Papale per i laici

Il Consiglio Papale per i laici fa parte della Curia Romana. Con la costituzione apostolica "Regimini Eccleasiae Universae" del 15 agosto 1967, Papa Paolo VI ha realizzato le riforme della Curia volute dal Concilio, completate attraverso processi di riforma successivi. Nonostante la denominazione di "Consiglio" il Pontificium Consilium Pro Laicis, considerando i compiti e gli obiettivi, deve essere paragonato piuttosto ad una congregazione.

L'articolo 131 della Costituzione apostolica "Pastor Bonus" sulla Curia Romana recita: "Il Consiglio è competente di quelle questioni che lo riguardano a partire dalla cattedra di S. Pietro per la promozione ed il coordinamento dell'apostolato laico ed in generale di quelle questioni che riguardano la vita cristiana dei laici in quanto tali" (AAS 80, 1988, 894). Tali principi hanno potuto superare le reali possibilità di questo dicastero; essi significano per il Consiglio dei laici, sicuramente, una continua sfida ed un impulso a nuove iniziative.

Nell'ambito di questa relazione si può parlare solo sommariamente di alcuni compiti centrali e di alcune iniziative del consiglio dei laici; in particolar modo si prende in considerazione il periodo di tempo a partire dal 1990 (cfr. anche "Laici Oggi", servizio di informazione del consiglio papale per i laici, 18 (1996).

Il Consiglio Papale per i laici ha il compito primario di appoggiare il Papa nell'esercizio del suo ufficio pastorale (cfr. Pastor Bonus, articolo 1). Per tale compito il consiglio dei laici negli anni scorsi si è lasciato guidare soprattutto dallo scritto apostolico post-sinodale "Christifideles Laici" e dalle catechesi ed allocuzioni sui laici che Giovanni Paolo II ha tenuto a Roma o nei suoi viaggi apostolici.

Un ulteriore punto chiave è costituito dai rapporti tra il consiglio dei laici e le varie Chiese e le conferenze episcopali. Per molti vescovi lo scritto apostolico post-sinodale CL è stato un aiuto ed una guida nel trattare nuove questioni e situazioni sui laici. Negli anni passati il consiglio dei laici ha registrato una notevole crescita delle delegazioni di vescovi che hanno consultato il dicastero in occasione delle loro visite "ad limina". Anche il numero delle visite personali di vescovi al consiglio papale per i laici è aumentato. I temi più discussi in questi incontri sono stati: la formazione dei laici, il rapporto tra i movimenti ecclesiastici ed i vescovi ed il loro inserimento nella vita della Chiesa locale, i servizi e le cariche non legati al sacerdozio che possono essere trasferiti ai laici, l'impiego dei laici nel mondo, la partecipazione della donna e la pastorale dei giovani. Il collegamento con le conferenze episcopali viene salvaguardato soprattutto attraverso le commissioni per l'apostolato dei laici.

Un ulteriore punto chiave sta nell'accompagnamento dei consigli laici nazionali. Il consiglio papale per i laici ha raccolto e valutato diverse esperienze elaborando nel 1995 un documento sui criteri di differenziazione e sullo statuto dei consigli laici nazionali. Questo è stato pubblicato nel numero 38 della rivista "Laici Oggi" dal titolo: "Consigli nazionali dei Laici. Criteri e modelli". Il dicastero aveva l'intento di incoraggiare la formazione di tali consigli a livello regionale e nazionale come luoghi di vera comunione, partecipazione e collaborazione delle diverse strutture laiche.

In una nuova era di collaborazione tra i laici (cfr. CL 29) il lavoro del consiglio papale per i laici si concentra maggiormente sull'analisi delle nuove riforme comunitarie e sulla responsabilità per il loro riconoscimento ed inserimento nel diritto canonico (cfr. anche Pastor Bonus, articolo 135, AAS 80, 1988, 895). Questi riconoscimenti sono sempre preceduti da analisi positive degli ordinari nelle cui diocesi i movimenti in questione hanno una sede e dalle discussioni con vescovi ed esperti di diritto canonico. Le numerose richieste di nuove associazioni per ottenere un riconoscimento canonico hanno spinto il consiglio per i laici a definire una via procedurale per le istanze e le verifiche; il consiglio dei laici ha dedicato particolare attenzione all'analisi di statuti ed alla elaborazione di decreti per il riconoscimento di un'associazione come persona giuridica. Per quanto riguarda il diritto canonico la questione verte soprattutto sui criteri di differenziazione per associazioni di diritto pubblico e privato, sull'appartenenza di cristiani di altre confessioni ad associazioni laiche cattoliche e sulla struttura di diritto canonico delle associazioni laiche i cui membri vivono radicalmente secondo i principi evangelici.

Nell'ambito di una crescente pluralità di associazioni, al consiglio papale per i laici si chiede spesso un parere nella creazione di organizzazioni laiche che siano in collegamento con la spiritualità, la vita e le attività di comunità religiose. Accanto al rinnovamento di alcuni cosiddetti terzi ordini, sono sorti numerosi movimenti, confraternite e comunità laiche che sono state annesse in maniera diversa a famiglie di ordini ed al carisma dei rispettivi fondatori. Nel corso di incontri ed assemblee, il consiglio per i laici ha rafforzato sempre il significato primario della testimonianza della comunità religiosa e della necessaria identità laica dell'associazione ad essa collegata. La comunità religiosa e l'associazione laica non devono mescolare i loro modelli di vita, ma favorire una comunione forte e sincera e collaborare nella loro missione. Per chiarire e promuovere i rapporti reciproci il consiglio papale per i laici, in collaborazione con la congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, già nella fase preparatoria del sinodo dei vescovi sulla vita dedicata a Dio, ha organizzato un incontro tra padri generali e responsabili delle associazioni laiche. Gli atti sono stati pubblicati nel servizio documentazione numero 28, 1994, con il titolo "Rami di un unico vitigno".

Il consiglio papale per i laici è in contatto con più di 120 associazioni laiche internazionali. La promozione del riconoscimento reciproco, della collaborazione e della comunione tra le varie associazioni rimane una sfida particolare nella coordinazione ecclesiastica mondiale dell'apostolato laico. In tal senso svolge un ruolo importante anche la collaborazione con associazioni, movimenti e gruppi giovanili cattolici. Negli anni passati, una parte considerevole del lavoro del consiglio dei laici si è concentrata sulla preparazione, organizzazione ed attuazione di incontri giovanili internazionali e di giornate mondiali per i giovani ad essi collegate: Tschenstochau (agosto 1991), Denver (agosto 1993) e Manila (gennaio 1995). A questi si sono aggiunti l'importante incontro europeo dei giovani a Loreto (settembre 1995) e la realizzazione dell'incontro mondiale dei giovani a Parigi (agosto 1997). Queste manifestazioni hanno contribuito in maniera decisiva a ravvivare la pastorale giovanile a livello locale ed universale. Il fatto che i membri di movimenti ed associazioni si incontrino con un grosso numero di giovani provenienti dalle varie Chiese ha creato un crescente legame missionario; tuttavia, allo stesso tempo, si deve chiedere con atteggiamento critico fino a che punto queste grandi manifestazioni possano essere trasferite nella vita quotidiana della comunità ecclesiastica (cfr. anche K. Nientiedt, Una nuova generazione. Il XII incontro mondiale dei giovani a Parigi, in : Herderkorrespondenz 10/1997, 500-505).

Attualmente il consiglio papale per i laici sta organizzando un incontro mondiale dei movimenti ecclesiastici che avrà luogo a Roma dal 26 al 29 maggio 1998. Tale manifestazione sarà luogo di incontro, amicizia e preghiera. L'obiettivo è di approfondire teologicamente la realtà dei movimenti e questo dovrà essere anche un avvenimento ecclesiastico che spinga alla collaborazione tra i movimenti nell'ambito della nuova evangelizzazione (cfr. "Laici Oggi", servizio di informazione del consiglio papale per i laici, 20, 1997, pagg. 5-6).

7. Osservazioni conclusive: rinnovamento spirituale come compito costante di tutti i credenti in Cristo

I vari movimenti di svolta e rinnovamento spirituale costituiscono oggi un salutare disturbo all'ordine tradizionale. In pratica però è difficile che le istanze istituzionali elaborino ed integrino completamente gli impulsi spirituali. E' pertanto legittimo e necessario che questi vari aspetti di intensa vita cristiana possano svilupparsi nella Chiesa, ma non necessariamente nelle strutture già esistenti.

Lo Spirito Santo, che garantisce la comunione speciale tra la Chiesa ed il suo Signore, dona allo stesso tempo unità e molteplicità. Inoltre concede molta più libertà di efficacia dello Spirito, di forme di vita ed anche di riconoscimento di quanto noi stessi ce ne concederemmo. Comunque, questa molteplicità favorisce anche una nuova forma di unità. Questa non consiste nell'abolizione della pluralità, anzi nella libera collaborazione per un tutt'uno, come ha detto Paolo nella Prima Lettera ai Corinzi. Per questa collaborazione è importante che il rinnovamento spirituale rimanga consapevolmente il compito costante di tutti i credenti in Cristo e sia praticato con fede (cfr. anche CL 18 e seg., in particolare il numero 24 " Le argomentazioni sui carismi").

Le argomentazioni odierne hanno potuto descrivere solo sommariamente ed in maniera limitata le nuove forme comunitarie di vita spirituale ed il loro significato per il servizio a favore della Chiesa di oggi. Mi auguro che questa relazione abbia chiarito un po' che le nuove svolte spirituali, nonostante le numerose differenze nelle origini, nelle apparenze esterne, nei campi di attività e negli obiettivi giungono ad una profonda convergenza: la partecipazione responsabile alla missione della Chiesa di diffondere il Vangelo di Cristo come fonte di speranza per l'uomo e di rinnovamento per la società (cfr. CL 29).

Con lo scritto apostolico "Tertio Millennio Adveniente", Giovanni Paolo II ha invitato tutti i credenti a prepararsi al Giubileo del 2000. Il 1998, il secondo anno della fase preparatoria, è dedicato in maniera particolare allo Spirito Santo. Per Giovanni Paolo lo Spirito è anche per i nostri tempi la forza principale della nuova evangelizzazione. Pertanto la riscoperta della presenza e della efficacia dello Spirito rientra tra i compiti più importanti nella fase di preparazione al Giubileo (cfr. TM 45).

In questa relazione che riguarda tutto il popolo di Dio vorrei concludere con le parole di Karl Rahner, che considero il suo testamento spirituale. Nel suo contributo "La Chiesa come luogo della missione spirituale", Rahner dice:

"Solo chi, con la Chiesa ed autonomamente,
umilmente e audacemente,
ubbidiente e consapevole della propria responsabilità,
prega ed agisce,
ed è legato al passato ed al futuro della Chiesa,
solo costui crea lo spazio
affinché il violento spirito della Pentecoste di Dio,
l'eternamente vecchio ed eternamente giovane, abbia effetto in lui,
rinnovi il volto della propria anima,
serva a se stesso
per trasformare anche la terra."
(Scritti sulla Teologia, volume VII, 187, Einsiedeln/Zurigo/Colonia, seconda edizione 1971; prima pubblicazione in "Spirito e Vita", 29 (1956), 97)

Dott.ssa Marianne Tigges

Dott.ssa Marianne Tigges, nata il 15 febbraio 1942 a Haagen, Westfalia, in Germania. Nel 1967 si laurea presso la Facoltà di Filosofia dell'Università della Westfalia Wilhelm a Münster (pedagogia/teologia/filosofia). Fino al 1979 presta servizio in Africa orientale; dal 1979 al 1983 opera come addetta alla missione papale MISSIO ad Aachen e dal 1983 al 1987 come addetta del pastorale centrale della Conferenza Episcopale tedesca nel settore "Vita spirituale, vocazioni spirituali, servizi ecclesiastici". Dal 1987 al 1991 è la resposanbile presso la Conferenza Episcopale tedesca per le comunità ed i movimenti spirituali. Nel 1991 è stata nominata segretaria della Commissione Episcopale per le vocazioni spirituali ed i servizi ecclesiastici.