A Medjugorje è stata celebrata la Terza Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani

data: 24.07.2023.

La Terza Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani è stata celebrata domenica in tutto il mondo, e anche a Medjugorje, all’insegna del motto “Di generazione in generazione la sua misericordia”, (Lc 1,50). Il tema della Terza Giornata Mondiale dei Nonni e delle Persone Anziane è stato scelto dal Santo Padre.

Il programma di questa giornata a Medjugorje è iniziato alle 17, con la catechesi dell’Arcivescovo Aldo Cavalli, visitatore apostolico a carattere speciale per la parrocchia di Medjugorje, nell’aula San Giovanni Paolo II. Prima della catechesi dell’arcivescovo Cavalli, il parroco di Medjugorje, fra Zvonimir Pavičić, ha espresso soddisfazione per il numero di persone convenute, le ha salutate e ha sottolineato che in quel giorno a Medjugorje potevano ricevere l’indulgenza plenaria. Dopo la catechesi li ha invitati a recitare il Rosario e al sacramento della Confessione. Signora Catherine Willey,presidente dell'Associazione dei nonni cattolici, ha visitato Medjugorje.

Nella sua catechesi, monsignor Cavalli ha fatto riferimento al messaggio inviato da papa Francesco in occasione della Terza Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani e lo ha analizzato in modo approfondito.

«Guardiamo avanti, lasciamoci plasmare dalla grazia di Dio, lasciamoci plasmare dallo Spirito Santo, che, di generazione in generazione, ci libera dall’immobilismo nell’agire e dai rimpianti del passato! Ed è così da secoli. Era lo stesso sessant’anni fa. Gli chiediamo di darci la forza, di darci la grazia per poter aprire le nostre porte, aprire le nostre finestre e annunciare il Vangelo. Una delle frasi più significative della Rivelazione è: Non abbiate paura! I profeti hanno detto: Non abbiate paura! A Maria di Nazareth fu detto: Non temere! Agli apostoli fu detto: Non abbiate paura! E lo Spirito Santo ci dice: non abbiate paura, io vi accompagno e vi accompagnerò per sempre», sono le parole con le quali monsignor Cavalli ha concluso la sua catechesi, pregando poi con la preghiera che papa Benedetto XVI, come ha detto, «ha scritto per tutti noi anziani perché potessimo vivere nella grazia e nella fede».

Dopo la catechesi, sull’altare esterno della chiesa di San Giacomo, si è tenuta la preghiera del Rosario, guidata da fra Antonio Petric e dai volontari delle Mani di Maria; poi la santa Messa celebrata dal parroco di Medjugorje, fra Zvonimir Pavičić, con la concelebrazione di 43 sacerdoti.

Nella sua omelia, padre Zvonimir ha fatto riferimento al brano evangelico della domenica (Mt 13,24-43) che parlava del buon seme e della zizzania seminati dal nemico mentre la gente dormiva.

«Questa espressione “dormire” non si riferisce tanto al riposo serale e non ne parla tanto, ma si riferisce piuttosto al disinteresse, cioè all’indifferenza verso ciò che è di Dio, ciò che è bene e ciò che dobbiamo fare. Ogni volta che distogliamo la testa dal bene che siamo chiamati a fare, ecco che arriva il nemico e semina zizzania nei nostri cuori. Descrivendo le debolezze di molte persone nella Bibbia, spesso incontriamo davanti a queste debolezze la loro sonnolenza, il sonno o la mancanza di interesse.

Cosa ci dice questo? Ci dice che non dobbiamo disinteressarci del mondo, del prossimo accanto a noi. Non dobbiamo dormire spiritualmente e pensare che dovremmo riposarci da Dio e dalla preghiera. La preghiera dovrebbe essere tale da diventare la nostra vita, il modello della nostra vita, da fondersi così tanto con tutto ciò che siamo, in modo che ogni benedizione nasce e cresce da quella preghiera.

Come suonano tristi quelle affermazioni nei confessionali: non vado regolarmente alla santa Messa la domenica, non prego regolarmente, non leggo la Sacra Scrittura! E tutti questi sono i semi del Regno di Dio che Dio vuole seminare nei nostri cuori, affinché germogli il grano che poi diventa pane – pane di vita – pane che non perisce, ma dà la vita eterna!

Tutta questa crescita dal seme al pane avviene lentamente, giorno dopo giorno, e quindi influenza tutta la nostra vita, dall’inizio alla fine. Per questo è importante che seminiamo nel campo della nostra vita, perché nella nostra vecchiaia vedremo i nostri frutti. Lo possono già sperimentare gli anziani tra noi, i nostri nonni, di cui celebriamo oggi la giornata nella Chiesa. Quanto è importante il seme che piantiamo nel terreno! Un piccolo seme di gentilezza, amore, pace può portare frutti grandi e succosi, non solo per quella persona, ma per tutta la famiglia, la comunità e oltre. Questa è la logica del Regno dei Cieli. Il piccolo diventa grande, se cresce con la benedizione di Dio», ha detto fra Zvonimir Pavičić, che ha fatto riferimento al messaggio di Papa Francesco per questa Terza Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani. Ha concluso la sua omelia dicendo: «Ringraziamo oggi il Signore per i nostri nonni, per tutti gli anziani che sono venuti prima di noi e hanno coltivato i semi del bene perché potessimo goderne i frutti. E preghiamo per le generazioni future, affinché anch’esse possano vivere all’ombra dell’albero cresciuto dai semi di senape, l’albero della Chiesa, in cui Dio ci raccoglie, ci nutre e ci prepara per la vita eterna». (FOTO)